giovedì 28 febbraio 2013

Recensione: “La Morte nel Villaggio”, Agatha Christie [Miss Marple #1]


Scritto nel 1930, è il romanzo in cui fa il suo esordio Miss Jane Marple, personaggio che compare in ben 12 romanzi di Agatha Christie:
1) La morte nel villaggio
2) C’è un cadavere in biblioteca
3) Il terrore viene per posta
4) Un delitto avrà luogo
5) Giochi di prestigio
6) Polvere negli occhi
7) Istantanea di un delitto
8) Assassinio allo specchio (tradotto anche col titolo: Silenzio, si uccide)
9) Miss Marple nei Caraibi
10) Miss Marple al Bertram Hotel
11) Miss Marple: Nemesi
12) Addio, Miss Marple

Chi è Jane Marple?
Si tratta di una donna descritta come un’anziana zitella (non è ben specificata l’età, da quello che ne deduco io dovrebbe essere sulla settantina), con una spiccata propensione per una ristretta cerchia di attività: coltivare orti, lavorare a maglia, preparare tè e... fare indagini su delitti, grazie alla sua approfondita conoscenza della specie umana.

Passiamo ora alla recensione del primo romanzo in cui questa insolita investigatrice fa il suo esordio, “La morte nel villaggio”.

La trama
Len Clement, prete di St. Mary Meadow viene chiamato dai parenti di un uomo in punto di morte, distante dal paese, proprio mentre a casa sua giunge lo scorbutico colonnello Protheroe, un uomo detestato da buona parte dei suoi concittadini. Quando giunge a casa dell’uomo descritto come in punto di morte scopre che non solo è vivo e vegeto, ma è in piena salute, mentre quando rientra trova Protheroe morto: qualcuno gli ha sparato.
Non solo, c’è anche un’incongruenza: Protheroe è stato ucciso mentre stava scrivendo un biglietto, con l’orario delle 18,20, per comunicare che non poteva attendere oltre e che era intenzionato ad andarsene, mentre l’orologio caduto a terra dalla scrivania alla quale era seduto, probabilmente al momento del delitto, indica che questo è stato commesso alle 18,05.
Dell’omicidio viene accusato Lawrence Redding, giovane ritrattista, del quale Lettice, la figlia adolescente del colonnello, è innamorata, ma che ha una relazione proprio con la matrigna di Lettice, Anne.
La cosa più spettacolare, però, è che subito anche Anne si dichiara colpevole dell’omicidio del marito, che si scopre avere ricevuto, di recente, una visita da parte di una nuova arrivata a St. Mary Meadow, la signora Lestrange, una che se ne sta sempre per i fatti suoi, che talvolta non apre quando le suonano alla porta e che viene presa di mira dai pettegolezzi locali.
Ma Jane Marple che bazzica sempre a casa di Clement in quanto questa è sede di incontri con le pettegole del paese, che intorno all’ora del delitto stava guardando uccelli col binocolo e “casualmente” si è ritrovata a vedere Lawrence e Anne, non è convinta della colpevolezza dei due. Non solo, si spinge a sostenere che secondo lei ben sette persone potrebbero essere sospettate del delitto... e indubbiamente, sul finale, saprà svelare con una notevole accuratezza, ricostruendo tutto grazie agli indizi sparsi tra le pagine, come siano andati i fatti.

Considerazioni su struttura, testo e personaggi
Il romanzo è narrato in prima persona, con il punto di vista di Len Clement, naturalmente conoscente di Jane Marple. Conosco i romanzi della Christie al punto tale da poter dire che è una scelta tutt’altro che insolita quella di far narrare la vicenda a un personaggio connesso soltanto marginalmente con le indagini, che però si improvvisa detective dilettante, e a mio parere è molto azzeccata, in quanto coinvolge molto il lettore più di quanto accadrebbe con un punto di vista esterno.
La narrazione scorre fluida, forse in certi tratti un po’ troppo semplice, e la lunghezza non eccessiva del romanzo è a mio parere in linea con gli eventi narrati.
Per quanto riguarda i personaggi, alcuni sono caratterizzati molto bene (la voce narrante è uno di questi, ma la migliore è indubbiamente Jane Marple), mentre altri vengono relegati al ruolo di “comparse”. Ma d’altronde un giallo classico è una sfida al lettore ed è anche grazie alle comparse e agli intrighi minori in cui queste sono coinvolte che l’intreccio si rivela più caotico rispetto a quanto sarebbe se non vi fossero eventi secondari.

Valutazione: 3,5/5
Sono stata combattuta nel dare questa valutazione e se ho optato per non dare un voto più alto a questo romanzo il motivo è il seguente: l’avevo già letto anni fa, come molti romanzi della Christie, e nel rileggerlo mi sono accorta di ricordare alcuni nomi e un dettaglio secondario, ma non mi sono spinta oltre. Questo mi ha portata a pensare che sia un romanzo ottimo, con un intrigo sorprendente, ma che non colpisca al punto tale da ricordarlo nel lungo termine, diversamente da quanto accade per altri romanzi della stessa autrice.

martedì 26 febbraio 2013

Recensione: “Quando il diavolo ti accarezza”, Luca Tarenzi


Un sentito grazie a Dany, che mi ha passato il titolo di questo romanzo e mi ha suggerito di leggerlo: ci hai visto giusto, è stata una lettura molto piacevole!

Sono pronta con la recensione di un romanzo paranormal-romance italiano, come da titolo, appunto. Ricordo per l’ennesima volta, anche in occasione di questa recensione, che questo post è scritto con il mio punto di vista e che non deve essere inteso come vincolante per nessuno.

Prima impressione
Devo ammettere che più che titolo e copertina a spingermi verso questo romanzo è stato essenzialmente il suggerimento del già citato Dany. A lettura ultimata però non posso fare a meno di dire che la scelta del titolo è stata ottima, anche se si riferisce soltanto a una battuta pronunciata da un personaggio secondario.

La trama in breve
Arioch è un demone apparentemente evocato per uccidere da un gruppetto di bimbiminchia che giocano a fare i satanisti, Lena è una studentessa universitaria sempre a corto di soldi con un ex fidanzato tossicodipendente che la tormenta in cerca di denaro.
I due si incontrano quando Sofia, la migliore amica di Lena, si precipita in stato di trance davanti alla stazione centrale di Milano, e Lena, preoccupata per lei, la insegue. Davanti alla stazione, però, sta andando in atto un duello tra un immenso angelo e Arioch. È proprio l’improvvisa comparsa di Lena a cambiare le sorti dello scontro, Arioch sconfigge l’angelo e si salva.
Lena decide di portare Arioch in casa sua e di curarlo; e quando scopre che lui è stato evocato per uccidere Sofia, che sembra nascondere un segreto legato alla propria nascita, decide di fermarlo, consapevole che non sarà facile.
In queste vicende si incrociano le storie di molti personaggi; eventi in apparenza non interconnessi tra loro rivelano essere collegati da un’unica linea di fondo, che condurrà a un finale per certi versi inaspettato.

Struttura e testo
Il testo va avanti scorrevole dal primo all’ultimo capitolo, permettendo al lettore di saltare dal punto di vista di un personaggio a quello di un altro nel corso della narrazione. Questa si rivela a mio parere un’arma a doppio taglio: da un lato è ottima questa decisione, che permette di dare una visione più ampia della storia, ma devo rimarcare come nei primi capitoli soprattutto il lettore possa sentirsi un po’ spaesato, saltando da un personaggio all’altro (e i personaggi non sono pochi).
È sicuramente ottima a mio parere la suddivisione in capitoli per cui l’autore ha optato, e la mia impressione è che le vicende occupino il giusto spazio: per intenderci la narrazione non è né troppo veloce né troppo lenta, ma è ben equilibrata con la storia narrata.

I personaggi
Mi concentro su quelli principali, in quanto, come ho già preannunciato, sono davvero tantissimi quelli che fanno la loro apparizione nel corso della storia.

LENA: studentessa universitaria ventenne, è una dei protagonisti assoluti del romanzo. È una ragazza determinata, ma anche alquanto avventata: non si spiega in altri termini la sua decisione di portarsi a casa un demone e di incatenarlo al letto!
ARIOCH: è un demone, ma di demoniaco con il passare del tempo inizia ad avere ben poco... La ragione è semplice e, se e quando leggerete il romanzo, probabilmente vi farà anche un po’ sorridere; ciò non toglie che quel particolare tratto abbia costituito un colpo di scena niente male.
AZAZEL: è un demone che vive sulla Terra da duecento anni (a questo proposito un suo scambio di battute con Lena è il seguente: “Che cosa ci fai sulla Terra da due secoli?”, “Sono in vacanza”) e che Arioch chiama in suo soccorso. È presente molto a lungo nella parte centrale, mentre successivamente finisce per passare in secondo piano.
KHALED: mediorientale che lavora in un negozio di kebab, si rivela fin da subito non essere un semplice essere umano; può infatti captare le voci degli angeli sulla Terra e, seppure sia una personaggio relativamente secondario, sul finale si rivelerà fondamentale.

Preferisco non aggiungere altro sugli altri personaggi che si incontrano nel corso del romanzo, perché finirei per spoilerare più del dovuto.

Valutazione: 4/5
Secondo me questo romanzo merita, in quanto ciò che mi ha convinto supera abbondantemente ciò che invece non mi ha convinto (prevalentemente il continuo cambio di punto di vista e il susseguirsi di un numero forse troppo vasto di personaggi); la trama infatti è intrigante e mai banale, ma soprattutto ricca di colpi di scena.
Ve lo consiglio? Indubbiamente sì.

venerdì 22 febbraio 2013

MAXI-RECENSIONE: Becca Fitzpatrick, serie “Hush Hush”


Ho finalmente terminato la lettura della serie “Hush hush” di Becca Fitzpatrick e ho pensato che fosse il caso di scriverne una recensione.

La serie si compone di quattro romanzi:
1) Hush Hush (titolo italiano: Il bacio dell’angelo caduto)
2) Silence (titolo italiano: Angeli nell’ombra)
3) Crescendo (titolo italiano: Sulle ali di un angelo)
4) Finale (titolo italiano: L’ultimo angelo)

Questa serie è stata pubblicata tra il 2010 e il 2012, l’ultimo di questi romanzi è stato pubblicato in Italia soltanto due mesi fa ed è il primo romanzo che ho letto in lingua originale (a scanso di equivoci, conosco l’inglese anche per avere dovuto studiare su testi universitari in lingua originale; quindi ho capito benissimo cosa succedeva nel romanzo).

Si ricorda che la recensione è scritta sotto il mio personale punto di vista e che non ho intenzione di influenzare nessuno.
NB. È possibile che siano presenti PICCOLI SPOILER; ma ovviamente mi asterrò dallo svelare il finale dei romanzi.


PRIMA IMPRESSIONE
Le copertine di questi romanzi a mio parere sono molto invitanti, da questo punto di vista non c’è niente di poco adeguato. Ciò che mi lascia un po’ perplessa sono i titoli, e parlo di quelli inglesi (per quanto riguarda quelli in italiano, specie il secondo, il terzo e il quarto in qualche modo contengono spoiler sulla trama, ma ovviamente è impossibile capire, a chi ancora non li ha letti, di che cosa si tratta). I titoli originali, infatti, non mi sembrano così tanto connessi con la trama. Questo, comunque, è soltanto un mio punto di vista e potrei essere io a non avere afferrato il concetto.

LA TRAMA IN BREVE
Nel primo romanzo Nora Grey è un’adolescente normalissima, che conosce un nuovo compagno di scuola, Patch, presentato come un “bad boy” che inizialmente le sta piuttosto antipatico, così come sembra essere parecchio antipatico anche a Vee, la migliore amica di Nora, che preferirebbe che Nora frequentasse un altro ragazzo che si rivelerà avere degli scheletri nell’armadio.
Più o meno a metà della trama, quando Nora inizia a provare attrazione per Patch, si scopre (come se già non lo si fosse capito), che lui è un angelo caduto. Gli furono infatti strappate le ali e venne cacciato dal Paradiso per essersi innamorato di un’umana; e gli angeli caduti, una volta esiliati sulla Terra, possono possedere per due settimane il corpo del loro vassallo Nephilim (Nephilim = creature immortali dall’apparenza umana, nati dall’unione tra angeli caduti e umani) in modo da provare sensazioni umane. Il sogno di Patch è quello di diventare un umano... e ha un solo modo possibile per riuscirci...
Se il primo romanzo è incentrato in prevalenza sulla nascita di un’intesa tra Nora e Patch, nel secondo i due sono costretti dalle circostanze a lasciarsi; qui entrerà in scena anche un nuovo personaggio, Scott, un amico d’infanzia di Nora (che si rivelerà essere un Nephilim), che lei cercherà di sedurre per fare ingelosire Patch, che al momento sembra avere una relazione con Marcie, eterna rivale di Nora.
Il terzo e il quarto romanzo si riveleranno molto più carichi di azione rispetto ai due precedenti: Nora sarà vittima di un rapimento, oltre che di un altro evento che cambierà radicalmente la sua vita, in preparazione allo scontro tra Nephilim e Angeli Caduti previsto per il quarto romanzo... uno scontro in cui la stessa Nora si ritroverà personalmente coinvolta, proprio malgrado, per un giuramento fatto al proprio padre naturale, un Nephilim...
Specie gli ultimi tre romanzi sono un susseguirsi di colpi di scena, in cui non è mai scontato chi siano gli alleati e chi i nemici; e in cui Nora e Patch dovranno non solo gestire la loro relazione, ma qualcosa che va molto al di là di loro come individui...


STRUTTURA E TESTO
I quattro romanzi hanno una lunghezza media di circa 350 pagine (più o meno), lunghezza che si rivela comunque necessaria per le vicende che devono esservi narrate, in linea generale. Non è così per il primo romanzo, in cui a mio parere l’inizio è troppo lento, con la comparsa già vista e rivista di un nuovo compagno sbruffone che occupa a mio parere troppo spazio.
Vista la quantità di eventi da narrare è comprensibile la suddivisione in quattro romanzi; anche se a mio parere la spaccatura tra il secondo e il terzo romanzo è troppo brusca. Di fatto il secondo e il terzo romanzo sono i più nettamente legati l’uno all’altro e vi è una suspense forse eccessiva; nel mio caso non l’ho sentita eccessivamente perché i romanzi li ho letti non prima di tre mesi fa, quando erano stati pubblicati già da tempo, ma per chi avesse letto il secondo romanzo al momento in cui è uscito e poi abbia aspettato mesi per il terzo... beh, credo che qualche maledizione alla Fitzpatrick l’abbia lanciata!

I PERSONAGGI
I personaggi, a mio parere, in questo romanzo costituiscono sia un punto di forza sia un punto di debolezza: un punto di forza perché è intorno a loro che le vicende si costruiscono, un punto di debolezza perché talvolta appaiono troppo incoerenti con la descrizione che viene data di loro. Inoltre la Fitzpatrick mi sembra focalizzarsi un po’ troppo sugli stereotipi da film americano.
Sei una ragazza ricca, fai la cheerleader e ti piace lo shopping? Allora sarai per forza una stronza.
Sei bionda e rotondetta? Allora starai per forza tutto il giorno a parlare di diete improbabili.
Sei un ragazzo e hai una moto? Allora sarai per forza visto come un delinquente dalla madre della tua ragazza.
Entri in una sala da biliardo? Allora ti troverai per forza a contatto con gente armata pronta ad accoltellare il primo venuto.
Hai un nome italiano? Allora la tua anziana vicina che esce di casa in ciabatte e bigodini penserà che sei un mafioso. Mi complimento con la Fitzpatrick, comunque, che nel quarto romanzo si è limitata a Italia = mafia, senza eccedere con Italia = mafia, pizza e mandolino. È già un notevole passo avanti!

Andiamo comunque ad analizzare almeno i principali (compresi alcuni che avranno un ruolo maggiore a partire dal secondo romanzo).

NORA: protagonista assoluta, è una 16-17enne che inizialmente sembra interessata di più allo studio che a tutto il resto, compresi i ragazzi. Sembra anche molto scocciata dalla presenza di Patch, divenuto suo compagno di banco per volontà di un professore, per il quale però inizia a provare un’attrazione. Tutto sommato questa attrazione non è così improvvisa e ci può anche stare, anche se come ho già detto non ho gradito molto (è la cosa che ho gradito di meno) il modo in cui Patch viene fatto entrare. La cosa che urta più i nervi di questa ragazza a mio parere è il suo eccessivo egoismo: il suo ragazzo la evita perché rischia di finire all’inferno se ha una relazione con un’umana (secondo romanzo)? E lei sempre lì a lamentarsi come una casalinga disperata che impreca contro il marito che sta stravaccato sul divano a dormire invece di portarla a ballare! L’unica persona che può aiutare lei e Patch in certe circostanze è Dabria, l’ex di Patch? E lei che cosa fa? Naturalmente non fa altro che lamentarsi per via della relazione (peraltro platonica) che c’è stata tra i due! Per non parlare di quanto nel secondo romanzo seduce Scott, giusto perché le va, mentre lui neanche le piace! C’è da dire comunque che nel corso dei quattro romanzi il suo atteggiamento inizia ad essere un po’ più maturo. Ma attenzione: UN PO’ più maturo non significa che sono accaduti miracoli. C’è comunque un elemento molto positivo da considerare: diversamente da altre protagoniste femminili questa Nora non rimane lì a guardare per aria in attesa che il suo ragazzo intervenga; anzi, spesso e volentieri si lamenta perché Patch, per tenerla lontana dai casini, agisce al suo posto.
PATCH: l’autrice intendeva presentarcelo come un vero bad boy... ma credo che abbia toppato! A parte il fatto che a un certo punto costui si perde in qualche romanticheria di troppo mentre non ce ne sarebbe il tempo (vedi quarto romanzo), non mi sembra che sia un personaggio così negativo; non è certo quel criminale che la Fitzpatrick vuole farci credere: magari non sarà stato perfetto come angelo, ma da una valutazione “umana” non appare così negativo. Ma si sa, come i film ci insegnano in America basta che un ragazzo che possiede una moto rivolga la parola ad una ragazza, per essere bollato come un delinquente dalla madre della ragazza stessa!
VEE: la migliore amica di Nora è un personaggio a mio parere abbastanza inutile per buona parte del tempo. Se ne sta sempre lì a parlare di diete a base di frutta e a sindacare sui ragazzi che Nora dovrebbe frequentare. Nel corso del quarto romanzo è meno presente... ma è proprio nel quarto romanzo in cui ci sarà un colpo di scena che la riguarda.
LA SIGNORA GREY (chiedo scusa, ma non ricordo il nome): questa donna non mi piace affatto; non solo è sempre impegnata per lavoro e si occupa ben poco della figlia, ma sembra lamentarsi sempre delle cose più improbabili. Per esempio fa prediche interminabili per i seguenti motivi:
– ha visto sua figlia baciare Patch;
– aveva detto a sua figlia di tornare a casa alle dieci e lei è rimasta fino alle dieci e cinque in cortile (visibile dall’interno della casa) a parlare con Patch;
– varie ed eventuali, legate a fatti di dubbia importanza.
Quando però sua figlia scappa di casa nel cuore della notte per motivi legati allo scontro tra Angeli Caduti e Nephilim, oppure sta via da casa per giorni per lo stesso motivo, lei sembra avere le fette di prosciutto davanti agli occhi e non accorgersi di niente.
MARCIE: l’eterna nemica di Nora, con la quale non fa altro che insultarsi non appena si incrociano a scuola, e di conseguenza di Vee (che non c’entra nulla, ma essendo amica di Nora viene presa in mezzo), è uno dei personaggi più stereotipati. Per lei funziona l’assunzione ragazza ricca = ragazza a cui piace indossare abiti costosi = cheerleader = stronza. Pur non essendo ricca e non essendo amante né dello shopping né delle firme sono rimasta abbastanza delusa da questa assunzione data per scontata.
Sono comunque rimasta positivamente colpita da due fatti che la riguardano:
– le sue amiche non sono altrettanto stronze o se lo sono se ne stanno per i fatti loro senza comparire;
– non è fidanzata con il ragazzo più bello e desiderabile della scuola (peraltro non sembra esistere un ragazzo più bello e desiderabile della scuola, altro notevole passo avanti).
SCOTT [personaggio presente soltanto a partire dal secondo romanzo]: Nephilim, amico d’infanzia di Nora, viene descritto come bad boy a sua volta... Di fatto mi sembra che si riveli essere tutt’altro che un bad boy. La cosa più terribile che ha fatto nel corso dei tre romanzi in cui compare è stata azzardarsi a pensare che, dopo averlo sedotto e averlo portato in camera da letto, Nora volesse fare sesso con lui. Stranamente, pur essendo descritto come un bad boy, nel secondo romanzo pare piacere molto alla madre di Nora... sarà perché non ha una moto! Seppure rimanga sempre un po’ nascosto tra le righe, nel quarto romanzo mi è piaciuto davvero molto, tanto che è diventato il mio personaggio preferito.
RIXON: angelo caduto è il migliore amico di Patch e nel secondo romanzo intreccia una relazione con Vee, che comunque avrà breve durata. Fa una piccola apparizione nel primo romanzo, per poi avere un ruolo abbastanza rilevante nel secondo; diversamente da Patch e da Scott questo mi è sembrato fin da subito un vero bad boy, vista anche la sua propensione ad andarsene in giro armato e ad aggredire chicchessia. Riserva comunque un colpo di scena notevole (chi ha letto il secondo romanzo sa di cosa parlo) e sparisce di scena... ma non definitivamente, dal momento che più avanti lo rivedremo.
DABRIA: angelo caduto di sesso femminile, ha avuto una relazione con Patch in un passato non ben specificato; inizialmente vuole eliminare Nora, mentre successivamente il suo ruolo cambia nel corso dei romanzi (in particolare nel quarto). Nell’ultimo romanzo mi è piaciuta parecchio e devo dire che dopo Scott è il mio secondo personaggio preferito.

Ci sono ovviamente altri personaggi, come ad esempio Hank Millar (padre di Marcie), Dante Materazzi (Nephilim che apparirà nel quarto romanzo – sì, è lui quello che viene paragonato a un mafioso dalla vicina di casa dal look non esattamente elegante) e soprattutto il favoloso detective Ecanus Basso (terzo nella lista dei miei personaggi preferiti) che sembra sbucare fuori dal nulla nei momenti meno opportuni (e magari anche più opportuni – vedi quarto romanzo)... Seppure questi personaggi siano importanti, preferirei comunque non approfondirli, essendomi già concentrata su quelli principali.

Valutazione: 3.5/5
A mio parere le vicende riescono ad essere travolgenti, in particolare nel secondo e nel terzo romanzo, ma talvolta non partono nel migliore dei modi (vedi inizio del primo romanzo). La trama è articolata, anche se non è particolarmente complessa, una volta che si ha chiaro lo svolgersi degli eventi, si riesce a collegare facilmente tutto. Rimangono comunque alcuni punti che secondo me non sono stati chiariti molto bene (per esempio: ma se ogni personaggio che incontriamo risulta essere un Nephilim, un angelo caduto o un arcangelo... gli esseri umani in quel paese non ci sono?!), forse perché erano secondari rispetto allo svolgersi delle vicende.
Aggiungo che il finale mi ha lasciato un pizzico di amarezza, per la morte di un certo personaggio ma non solo. Non voglio spoilerare tanto, ma se Pepper non avesse combinato casini come al solito in un certo momento della trama del quarto romanzo, probabilmente ci sarebbe stato un finale più positivo, senza il bisogno di spargimenti di sangue vari. Questo, comunque, è un parere puramente personale.

Concludiamo. Vi consiglio di comprare questi romanzi, se ancora non li avete letti? Mhm... credo che questo dipenda molto dai vostri gusti, anche se non ho dubbi che una serie di questo tipo sia gradita maggiormente da un pubblico femminile.
Comprare un libro non è comunque l’unico modo per leggerlo legalmente: se trovate questi libri in biblioteca, ad esempio, vi consiglio di prenderli in prestito, perché senza smentire quello che ho detto finora ho trovato questi romanzi letture molto avvincenti, al punto tale che il quarto romanzo, non avendolo ancora trovato in italiano, ho deciso di leggerlo in lingua originale, perché desideravo sapere come sarebbe andata a finire.

domenica 17 febbraio 2013

Recensione: “Soldi, Misteri e Altre Conseguenze” di Federico Negri


Innanzi tutto credo di dovere chiedere scusa per il ritardo all’autore. Era da mesi che gli avevo promesso una recensione per il suo romanzo, ma per un motivo o per l’altro ho dovuto rimandare fino a ora. Il mese scorso, comunque, mi sono potuta finalmente mettere all’opera e ho letto il suo romanzo.
Veniamo al punto: Federico Negri è un autore emergente che ho conosciuto grazie al forum di scrittura su cui sono tra tre anni. Già su Scrittori della Notte ha accettato di sottoporsi a un’intervista da parte del forum, dove ci ha parlato della sua esperienza.
Passiamo però al romanzo, adesso. Il titolo è “Soldi, Misteri e Altre Conseguenze”, ed è un... ehm, un thriller? È difficile, sinceramente, stabilire univocamente il genere, penso che più di un genere si fondano in questo romanzo.
Direi di passare alla mia valutazione, che come al solito rispecchia solo ed esclusivamente il mio punto di vista e che non pretende di essere né esaustiva né infallibile.

Prima impressione: il titolo, a mio parere, colpisce; lascia intendere che ci saranno molte cose da svelare e, per un amante delle trame non troppo lineari, può sicuramente essere invitante.
Dopo avere ultimato il romanzo alla fine si può desumere che sia un titolo sicuramente azzeccato e che segua un ordine lineare. Tutto inizia con i soldi e con analisi finanziare, per poi essere accantonati, in un certo senso, per i misteri e le altre conseguenze.

ATTENZIONE: la presente recensione può contenere spoiler.

Trama: la storia inizia con i due protagonisti, Anna e Rino, in Sudafrica per svolgere un incarico relativo alla loro professione, incentrata sulla finanza. Le cose, però, non vanno lisce come avrebbero dovuto essere: mentre da un lato Samuele, il datore di lavoro (più o meno, mi pare di capire) di Anna, viene misteriosamente rapito, dall’altro lato anche l’esistenza di Anna e Rino non è affatto tranquilla. I due infatti incrociano la loro strada con quella di Lisander, un enigmatico individuo che, per quanto ne sanno loro, fugge dopo essere stato tenuto prigioniero da un’organizzazione chiamata Fratellanza.
I tre si ritrovano costretti prima a fuggire in Namibia, laddove avranno ulteriori complicazioni (per esempio Anna e Rino finiscono in carcere) e successivamente le loro vicende si sposteranno in giro per il mondo: Spagna, Messico, Svezia e Tailandia solo per citare i paesi più significativi, quelli in cui capiteranno gli eventi prevalenti...
A questo punto per evitare spoiler eccessivi credo sia meglio non aggiungere altro, se non che quella che sembrava essere soltanto una questione di finanza si trasformerà in tutt’altro; a cui appunto richiamano i “misteri” e le “altre conseguenze” di cui si è già detto.

Testo e struttura: il romanzo non è suddiviso in veri e propri capitoli, ma prevalentemente in “macro-parti”, a seconda del continente in cui si svolge la narrazione. A mio avviso questa scelta era la migliore possibile e contribuisce sia a dare ordine sia a permettere al lettore di avere più chiaro il “percorso” lungo il quale la storia si svolge.
Il testo l’ho trovato scorrevole, con la sola piccola pecca, forse, dei dialoghi. Spesso questi sono costituiti da un elenco di battute tra virgolette, senza altro, un po’ come se i personaggi fossero “immobili”... Oltre a questo, il lettore può rischiare di perdere un po’ il filo. A lungo andare in certi punti ho finito per chiedermi “ma chi è che sta parlando?” È comunque un difetto (se mi è permesso chiamarlo così) sul quale si può sorvolare: in una trama contorta conta anche e soprattutto che questa trama sia chiara, almeno per quanto è stato svelato. Questo accade sempre: le vicende sono complesse, ma la mia sensazione è che siano presentate in modo da riuscire a seguirle senza problemi.

Personaggi: i personaggi principali sono, di fatto, Anna, Rino e Lisander; seppure ve ne siano altri sono sicuramente questi tre quelli che assumono un rilievo maggiore.
ANNA: la mia impressione è che sia una donna determinata almeno dal punto di vista professionale (nella sua vita privata, da quanto viene mostrato, non lo è altrettanto), talvolta però disposta a cedere un po’ troppo alle sue debolezze, che rischiano di esserle fatali (per chi ha letto o leggerà il romanzo: basti pensare a una foto di un certo cottage). Personalmente la ritengo un personaggio ben costruito, che attira l’attenzione fin da subito. Non è un caso, infatti, che sia proprio lei la protagonista assoluta.
RINO: collega di Anna, diversamente da lei la sua presenza è un po’ meno costante, ci sono infatti momenti in cui “sparisce” lasciando spazio agli altri personaggi. Specie nella prima parte del romanzo mi è sembrato che facesse un po’ da “spalla” ad Anna, per poi assumere una maggiore personalità con il procedere degli eventi.
LISANDER: individuo enigmatico, si rivela ben presto essere un genio della finanza... e a quanto pare, come si avrà modo di vedere, non soltanto della finanza, ma un genio a trecentosessanta gradi; tutto questo, pare, a partire da un incidente in cui è rimasto coinvolto. In certi momenti sembra rimanere dietro le quinte, ma si scoprirà che lui c’è sempre, anche quando non lo si vede! In definitiva: tutto ruota intorno a Lisander.

Impressioni post-lettura: credo che non ci sia molto altro da dire, se non che, considerato in ogni suo punto, questo romanzo a mio parere vale la pena di essere letto; almeno dagli amanti del genere (o della somma di generi) a cui appartiene.
Mi permetto, però, di fare una piccola annotazione sul personaggio di Lisander. Infatti chi ama i misteri, ma non quelli destinati a rimanere insoluti anche alla fine del romanzo, potrebbe considerare proprio questo personaggio la pecca delle vicende narrate: viene svelato nel corso del romanzo che ha un’intelligenza superiore e che presumibilmente è riuscito a scoprire come rendersi immortale. Certo, tutto questo è molto interessante, ma il lettore potrebbe chiedersi: come è successo? Che cosa c’è dietro all’“incidente” in cui è rimasto coinvolto? Inoltre una password che “usa sempre” è 150877. “Devo ricordarmi di chiedergli perché” dice Katia, collega di Anna e Rino che con Lisander allaccia una relazione. Il problema è che non lo farà e che quella password potrebbe essere un’abbreviazione di 15/08/77. La data dell’incidente? Questo è un mistero destinato a non essere risolto. Insomma, in definitiva quella di non svelare tutto può rivelarsi una scelta molto originale, ma anche un po’ deludente per certi lettori che magari sarebbero disposti a una scelta un minimo meno originale, ma scoprire tutto ciò che ha portato origine alla storia che hanno letto.


Naturalmente invito tutti quanti a leggere questo romanzo e, qualora vogliate, a intervenire dandomi il vostro parere in proposito.

sabato 9 febbraio 2013

Ho scovato un'altra giallista!

Margaret Millar.
Ho scoperto l'esistenza di questa giallista canadese, vissuta tra il 1915 e il 1994, per caso. Per ora so poco di lei, però da quel poco che ho intuito potrebbe piacermi...

Quando avrò letto qualcosa di suo, vi farò sapere. ^^