sabato 30 novembre 2013

RECENSIONE: "Il Canto della Rivolta" (Hunger Games #3), di Suzanne Collins

Inizio con una premessa: adesso ci si diverte, ma sul serio... Sono qui, infatti, per chiudere le mie osservazioni sulla trilogia di "HUNGER GAMES", che, come ho già avuto modo di dire, è così composta:

1) Hunger Games (Recensione QUI);
2) La Ragazza di Fuoco (Recensione QUI);
3) Il Canto della Rivolta.

A suo tempo sono stata molto soddisfatta del primo romanzo e moderatamente soddisfatta del secondo. Il finale, seppure non del tutto autoconclusivo, del secondo romanzo, non mi aveva lasciato molta suspense. Questo poteva essere interpretato in più modi, ma io lo interpretavo in un modo solo: mi aveva già dato l'impressione che l'autrice avesse voluto semplicemente allungare il brodo.
Con il terzo romanzo ne ho avuto la conferma. Mi dispiace dirlo, ma questa recensione non soddisferà il pubblico di fanboy e fangirl degli Hunger Games. Mi dispiace, con questa recensione non voglio certo sminuire né l'autrice né il primo romanzo della serie, ma credo proprio che trovare qualcosa di positivo da dire sia mooooolto difficile. O meglio, qualcosa di positivo finirò per dirlo, ma avrò anche molte cose negative da dire.
ATTENZIONE: il lato sarcastico di me che avete già conosciuto quando ho recensito i romanzi della Meyer è tornato per un resoconto semi-completo degli avvenimenti, quindi se volete leggere questo romanzo senza spoiler evitate di andare avanti.

Dopo gli Hunger Games, ecco il momento delle saghe mentali...
Katniss è nel distretto 13, insieme a Gale fuggito dal 12, insieme alla madre e alla sorella Prim, fuggite dal 12. La madre e la sorella assistono i feriti in ospedale, Gale... mhm... Gale che cosa fa? Questa è una bella domanda, ma non siamo tenuti a saperlo, dato che ciò che fa, in generale, è far battere il cuore di una molto-più-lamentosa Katniss che rischia seriamente di cadere nella sindrome della Mary Sue. Il cuore di Katniss comunque batte anche per il pensiero di Peeta, che è prigioniero di Capitol City, che è lontano, che chissà se potrà mai tornare, che chissà se pensa a lei... ogni tanto, comunque, Katniss riesce a non pensare a lui. Quei rari momenti li trascorre pomiciando con Gale, che evidentemente trova normale: 1) l'idea di stare insieme a una ragazza che fino a poco tempo prima considerava come una sorella, 2) l'idea che una ragazza che si declama innamorata pazza di un altro impazzisca dal desiderio di stare insieme a lui.
In tutti gli altri momenti, quando non sta pomiciando con Gale, Katniss è distrutta dall'idea di poter perdere le uniche due persone a cui vuole bene, che sarebbero Gale e Peeta appunto. Ci sono anche la madre e la sorella, questo sì, ma a parte i capitoli in cui compaiono, per loro non viene generalmente speso un singolo pensiero.
A fare da contorno alle circa 200 pagine di tutto ciò, accadono anche i seguenti avvenimenti:
1) l'ambigua presidente del Distretto 12, la signora Coin, concede la grazia ai tributi fatti prigionieri da Capitol City, destinati alla condanna a morte, e promette a Katniss che le darà la possibilità di uccidere Snow, presidente di Panem;
2) la ribellione dei distretti continua sotto la guida, tramite gli schermi televisivi, di Katniss, che viene ancora vista come una figura di riferimento e che quindi deve posare per la TV e recitare battute in cui sostiene che saranno i ribelli a vincere lo scontro;
3) c'è un bombardamento, annunciato da Peeta in TV, durante il quale tutti si rifugiano in un bunker sotterraneo, dove viene speso più tempo del solito nel parlare di Ranuncolo, il gatto di Prim (Primrose significa Primula, Katniss è il nome di qualche altra pianta... e anche i gatti, a quanto pare, si chiamano come piante);

Peeta is back!
Come punizione per avere rivelato in diretta TV che il distretto 13 era in pericolo, Peeta viene "avvelenato" da quelli di Capitol City e, per effetto della droga, diventa una sorta di psicopatico. Ma non temete: l'happy ending prevede che alla fine riesca miracolosamente a guarire, senza che venga spiegato come.
Intanto, però, quando viene liberato dall'esercito del distretto 13 (che più che un esercito sembra un'accozzaglia di individui messi lì a caso, con alcuni che sono soltanto nomi e non sono veri e propri personaggi), la guarigione è ancora molto lontana. Nel suo primo incontro con Katniss, tenta di strangolarla e per poco non la ammazza.
Perché tutto ciò mi dà la sensazione di dejà-vu?
...
...
...
Ah, già, una scena simile c'è stata tra Viandante e Ian, ne "L'Ospite" della Meyer. Naturalmente Viandante giustificò completamente il comportamento del futuro amato. Anche Katniss non fa granché di diverso.
Siamo intanto di nuovo in tema di messaggio subliminale pro-violenza domestica. Se la Meyer la giustificava nel caso in cui l'uomo che fa del male alla donna poi le sussurri dolci parole d'amore, la Collins sembra giustificare i maltrattamenti da parte di chi è sotto l'effetto di sostanze che alterano la coscienza. Mah...
Torniamo a Katniss. L'avevamo lasciata che scagliava frecce contro conigli, scoiattoli, capretti, gatti selvatici e avversari antipatici, la ritroveremo più avanti a scagliarle contro passanti che le sbarrano la strada... e qui invece non rifila nemmeno un calcio nei coglioni al fidanzato strangolatore. E' meglio dedicarsi alle saghe mentali, anche perché Gale nel frattempo è troppo preso dalla costruzione di bombe per perdere tempo a limonare con lei.
Dopo oltre metà romanzo, che sono riuscita a digerire veramente a fatica, si inizia a vedere un po' di azione... forse. Katniss, Peeta, Gale, Finnick (il "tributo" figo del secondo romanzo) e altri personaggi arrivati strada facendo prendono parte a una missione contro il presidente Snow e si rendono conto che la Coin non è dalla loro parte, ma che bada solo al proprio tornaconto personale.
Peeta nel frattempo si dedica alle saghe mentali nel vero senso della parola: è tutto un susseguirsi di "dovrei morire perché sono pericoloso", "dovrei morire perché non ricordo nulla", "dovrei morire perché [altro motivo messo a caso]", ecc...
Per risolvere la situazione lo ammanettano, in modo che non possa utilizzare armi, e rimane ammanettato per almeno 150 pagine, suscitandomi un dubbio esistenziale: ma quando deve andare in bagno?

L'evoluzione dei rapporti sentimentali nella filosofia di Panem
Dopo un attacco di ibridi (mostri creati ad arte dagli Strateghi a scopo distruttivo) sopravvivono solo in cinque: tra di loro ci sono Katniss, Gale e Peeta, il che è mooooolto sorprendente. O forse no? Propenderei per il no.
Comunque si rifugiano in un negozio di pellicce, la cui proprietaria a quanto pare li aiuta, perché ormai Capitol City è sul punto di arrendersi ed è la soluzione più conveniente. O forse non è così, ma non siamo tenuti a saperlo, perché lei è uno dei tanti personaggi che sono solo un nome ma non hanno un ruolo preciso all'interno della trama.
Si assiste comunque a un siparietto davvero epico, in cui Katniss finge di dormire, mentre Peeta e Gale conversano a proposito del potenziale futuro di uno di loro insieme a lei. Qui, intanto, mi è sovvenuto un dubbio esistenziale: ma... qualcosa del genere non lo si era visto anche nella serie di "Twilight" (mentre Bella, Edward e Jacob erano insieme in una tenda in mezzo al gelo in quello che doveva essere uno scontro contro i vampiri sciatti e trasandati quindi cattivi)?
Tralasciando comunque le analogie con qualcos'altro, Gale e Peeta sembrano dedurre che:
1) Katniss sceglierà necessariamente di stare con uno dei due;
2) nonostante il mondo sia pieno di donne, entrambi sanno che il loro futuro è con Katniss;
3) Katniss sceglierà di stare con chi dei due sarà più economicamente conveniente stare;
4) nonostante si tratterebbe di un'unione di convenienza, entrambi non sembrano minimamente disturbati da tutto ciò;
5) la partecipazione emotiva, nel parlare della ragazza che amano, è paragonabile alla partecipazione emotiva che potrebbero avere se stessero parlando di un oggetto di arredamento;
6) Katniss è disturbata per un totale di tre o quattro righe dal fatto che entrambi la vedano come una che bada solo alla convenienza, mentre successivamente prende anche lei a considerare Peeta e Gale alla stregua di due oggetti di arredamento.

Verso il finale...
Dato che la saghe mentali occupano la maggior parte del romanzo, nelle ultime 50 pagine assistiamo ai seguenti colpi di scena:
1) Prim muore in un bombardamento messo in atto grazie alle bombe di Gale;
2) per Katniss giunge il momento di uccidere Snow con una freccia, ma in realtà uccide volutamente la Coin;
3) Katniss finisce in una sorta di ospedale psichiatrico, mentre al di fuori la guerra finisce;
4) Katniss torna nel distretto 12, da sola;
5) nonostante abbia ancor una madre viva e vegeta, Katniss sostiene di avere perso TUTTE le persone a cui ha voluto bene;
6) Katniss rivede Peeta e improvvisamente sostiene di amarlo - nell'epilogo troveremo i due adulti, con due figli, con Katniss ancora tormentata dal proprio passato, mentre Gale nel frattempo ha accettato un buon lavoro nel distretto 2 e non si sa che fine abbia fatto.

CONSIDERAZIONI
Molte lettrici sono rimaste disturbate dall'epilogo, in cui Katniss si mette insieme a Peeta perché non conosce nessun altro, più che perché lui è il grande ammmmmmmore della sua vita. Personalmente questo non mi ha delusa. Katniss e Peeta hanno seguito un particolare percorso, che abbiamo visto nei romanzi precedenti, che li hanno portati a perdere i loro familiari e amici. Non mi sembra così strano che entrambi cerchino di non perdere l'unica persona che può ancorarli a quel poco di positivo che c'è stato nel loro passato.
Ciò che mi ha disturbata, piuttosto, è stato il modo in cui si è arrivati a tutto questo. Il terzo romanzo di questa serie mi sembra un'imitazione di tanti altri romanzi per ragazzine (altra analogia con la serie di "Twilight" è la seguente: come in "Breaking Dawn", ne "Il canto della rivolta" c'è un'intera distesa di personaggi inutili, che non sono destinati ad essere approfonditi e che non hanno un ruolo specifico) e, mentre in altre serie almeno questo c'è fin dall'inizio, qui stiamo parlando di un caso in cui il primo romanzo si era distinto proprio per le sue differenze dalla maggior parte delle serie young adult, quindi la delusione è doppia: se abitui il lettore ad avere qualcosa di migliore, quando ciò che gli offri dopo non solo non è migliore, ma talvolta arriva a sembrarti anche peggio, di certo non puoi pretendere che sia soddisfatto.

VALUTAZIONE: 2/5
Più di così non riesco a fare. Sono sempre del parere che "Hunger Games" avrebbe dovuto essere un romanzo autoconclusivo.

RECENSIONE: "La Ragazza di Fuoco" (Hunger Games #2), di Suzanne Collins

C'è una novità piuttosto importante: oggi ho finalmente concluso la lettura dell'ultimo capitolo della serie "Hunger Games". Quindi non c'è tempo da perdere, ecco a voi la recensione del secondo romanzo, "La ragazza di fuoco", seguito di "Hunger Games" che ho recensito ieri sera.

TRAMA
Abbiamo lasciato Katniss co-vincitrice, insieme a Peeta, della 74° edizione degli Hunger Games.
I due si sono trasferiti nel quartiere di lusso dedicato ai vincitori, nel 12° distretto da cui provengono e per loro si prospetterebbe uno sfarzoso futuro, se non fosse che il presidente Snow, dittatore di Capitol City, si vede messo in pericolo dalla ragazza. A seguito del suo finto suicidio, infatti, è divenuta una sorta di esempio per la popolazione di Panem, che sta per dare vita a una ribellione contro la capitale.
I due tentano di fingere di non avere inscenato il suicidio allo scopo di salvarsi, ma di averlo fatto per amore. Annunciano infatti pubblicamente il loro fidanzamento, seppure Katniss, dopo essere tornata a casa, si senta molto legata a Gale, suo amico d'infanzia.
Il presidente Snow non è comunque soddisfatto di come si sta evolvendo la situazione, dato che Katniss è una figura di riferimento per il paese, ormai. Dal momento che si avvicina la 75° edizione degli Hunger Games, viene quindi decretato che questa sarà l' "edizione della memoria", dove gareggeranno, per ciascun distretto, soltanto vecchi vincitori degli Hunger Games. Viene quindi meno la regola che tutela i vincitori. Per il povero distretto numero 12, dove ci sono state soltanto tre vittorie negli Hunger Games, il sorteggio è quasi scontato: come concorrente maschio tocca a Peeta (l'altro era il loro "preparatore", di mezza età e alcolizzato), mentre come concorrente femmina non ci sono dubbi fin da subito: sarà Katniss a tornare nell'Arena.
All'interno dell'Arena, Katniss ha l'intenzione di "sacrificarsi" per salvare la vita di Peeta, che ritiene meritevole della vittoria. I due, in questa parte conclusiva del romanzo, inoltre stringono alcune alleanze, in particolare con un ragazzo di nome Finnick e una donna anziana che risponde al nome di Mags che era stata la sua mentore.
Quest'ultima muore e Katniss, Peeta e Finnick stringono altre alleanze con altri tributi, di cui la maggior parte sono consapevoli di un complotto contro Capitol City, che permetterà a loro di uscire dall'Arena, distruggendone il campo magnetico.
Qualcosa va storto, però, e alcuni concorrenti, tra cui Peeta e la scontrosa Johanna, alleata/nemica di Katniss, vengono fatti prigionieri da Capitol City. Katniss, invece, si risveglia, ferita, su un hovercraft che la porterà nel 13° distretto, che molto tempo prima si ribellò alla capitale e che secondo le fonti ufficiali era stato completamente annientato.
Qui Katniss ritrova la famiglia e Gale, che la informa che loro sono tra i pochi sopravvissuti a un bombardamento che ha raso al suolo il 12° distretto.

I PERSONAGGI E I RAPPORTI TRA I PERSONAGGI
Soprattutto nella sua seconda parte, "La ragazza di fuoco" ha molte analogie con "Hunger Games" e la trama si rivela piuttosto simile: ventiquattro concorrenti, uno solo che arriverà in fondo, alleati etichettati come "buoni" e avversari etichettati come "cattivi", nonostante tutti abbiano l'obiettivo di uccidersi a vicenda...
In tutto questo calderone ho apprezzato l'approfondimento nei confronti di personaggi come Finnick e Johanna, mentre mi è sembrato che venissero lasciati in secondo piano altri personaggi, per l'esattezza tutti quelli che non potevano essere etichettati come giovani, belli e fighi.
Per quanto riguarda Johanna, comunque, mi è piaciuta profondamente. Cercate di immaginarvi una donna adulta, che durante l'adolescenza ha combattuto e sconfitto altri 23 adolescenti. Come vincitrice è stata destinata a una vita libera da preoccupazioni... e si ritrova di nuovo nell'Arena, vedendo crollare tutto. Che possa essere scontrosa nei confronti di chi prima o poi finirà per ucciderla non è forse normale?

VALUTAZIONE: 3/5.
La valutazione si basa su questo specifico romanzo, non su tutta la serie. Tiene conto dei punti di forza, come la scorrevolezza della trama per buona parte dei capitoli, ma anche dei punti di debolezza, in particolare che si tratta di una sorta di copia del primo romanzo, fatta per essere più appetibile a un pubblico di ragazzine (anche grazie alla presenza di Finnick, che interpreta la parte del figo di turno - e che, per fortuna, è già fidanzato, quindi ci è stata risparmiata un'inverosimile love-story tra lui e Katniss), in cui anche la protagonista non è più sempre così determinata come in precedenza.

Tra non molto arriverà anche la recensione del capitolo conclusivo della serie.

venerdì 29 novembre 2013

RECENSIONE: "Hunger Games" di Suzanne Collins

"Hunger Games" è un romanzo fantascientifico-distopico pubblicato nel 2008 da Suzanne Collins, di cui è uscito un film alcuni anni dopo.
Si tratta del primo romanzo di una serie, composta dai seguenti romanzi:

1) HUNGER GAMES;
2) LA RAGAZZA DI FUOCO;
3) IL CANTO DELLA RIVOLTA.

Ne avevo sentito parlare molto bene e, quando in biblioteca mi sono ritrovata davanti il primo volume della serie, ho deciso di prenderlo in prestito.
Non me ne sono pentita...

AMBIENTAZIONE
Il romanzo si svolge a Panem, uno scenario futuristico collocato nell'attuale territorio degli Stati Uniti. Il mondo per come lo conosciamo è stato distrutto dagli antenati dei nostri protagonisti e ora è diviso in 12 distretti, controllati dalla dittatura della capitale, Capitol City.
Ogni anno 12 ragazzi e 12 ragazze devono essere sacrificati simbolicamente alla capitale, in un evento chiamato "Hunger Games", seguito in diretta televisiva 24 ore su 24, come un reality show. I partecipanti, estratti a sorte, devono combattere fino a uccidersi, in un contesto surreale in cui gli Strateghi, ovvero gli organizzatori, possono scatenare dietro ai concorrenti qualunque tipo di calamità naturale.
L'ultimo che rimane in vita sarà il vincitore e gli sarà concesso di vivere nel lusso fino alla fine dei suoi giorni, senza più correre il rischio di poter essere sorteggiato per gli Hunger Games.

TRAMA
E' il giorno in cui, nel distretto 12, quello dei minatori, vengono estratti a sorte il ragazzo e la ragazza che dovranno partecipare alla 74esima edizione degli Hunger Games.
Vengono estratti il 16enne Peeta Mellark e la 12enne Primrose Everdeen. Katniss, la sorella maggiore di quest'ultima, per salvare la vita di Primrose decide di offrirsi volontaria e di sacrificarsi al suo posto.
I due, così come gli altri tributi, avranno a disposizione uno staff di preparatori, prima di raggiungere l'Arena, luogo in cui si svolgeranno gli Hunger Games. Inoltre, a seconda dell'audience che faranno, potranno ricevere delle offerte (di cibo, di armi o di medicinali), una volta in cui saranno all'interno dell'Arena, da parte di sponsor.
E' in questo contesto che Katniss e Peeta inscenano una storia d'amore, che causa un incremento del successo degli Hunger Games.
Proprio per questo viene aggiunta una regola diversa, solo per quell'anno: se due tributi dello stesso distretto resteranno vivi fino all'ultimo, saranno proclamati due vincitori.
E' proprio quello che sta per accadere, quando dopo avere affrontato le insidie dell'Arena i due si ritrovano a essere gli unici sopravvissuti. Ma la nuova regola era un bluff e i due vengono esortati a combattere fino alla fine.
E' inscenando il loro suicidio che riescono a sopravvivere, perché gli Strateghi non possono accettare l'idea che non ci sia un vincitore vivente.

I PERSONAGGI E I RAPPORTI TRA PERSONAGGI
In questo primo romanzo ho apprezzato abbastanza Katniss. Seppure in certi momenti non sia poi così simpatica, con la sua aria da saputella tuttofare, ho apprezzato il fatto che non sia una protagonista lagnosa e incapace di qualunque azione.
Gli altri, purtroppo, non mi sono sembrati approfonditi tanto quanto lei, se non per qualche accenno, relativo al passato per quanto riguarda Peeta e gli amici e parenti di Katniss. Degli altri "tributi" sappiamo ben poco, l'unica che viene approfondita è Rue, una ragazzina indifesa che a Katniss ricorda molto Primrose. Gli altri vengono considerati, bene o male, come carne da macello.
Per quanto riguarda le relazioni tra personaggi, ho trovato molto spontanea l'amicizia che nasce tra Katniss e Rue quando le due, che hanno alle loro spalle un background simile (entrambe provengono da un distretto povero, in cui le persone sono costrette ad "arrangiarsi" per sopravvivere) che si alleano per contrastare quelli che vedono come avversari più forti di loro.
Ho apprezzato un po' meno il lato sentimentale che, come al solito, viene offerto su un piatto d'argento al pubblico target (stiamo infatti parlando di uno young adult). Mi chiedo: per quale dannata ragione, solo perché sta fingendo di essere innamorata di lui, Katniss dovrebbe innamorarsi di Peeta?! E poi mi chiedo: dopo i suoi baci in diretta TV con Peeta, perché dopo un intero romanzo Katniss dovrebbe interrogarsi su che cosa ne pensi l'amico d'infanzia Gale, con il quale, come si evince dai numerosi flashback, c'è sempre stato un rapporto di amicizia e nulla di più? Ho apprezzato comunque che, finiti gli Hunger Games, le strade di Katniss e Peeta tornino a separarsi.

IL TESTO
Personalmente non amo molto la narrazione al presente, ma non credo che questa possa sminuire il valore di un romanzo. A rendere il tutto ben poco scorrevole è, a mio parere, il modo in cui le frasi sono strutturate. E' molto colloquiale, con periodi lasciati a metà e punti spesso usati al posto delle virgole. Questo l'ho apprezzato ben poco.

ORIGINALE O NO?
Ho sentito parlare di un romanzo giapponese degli anni '80-'90 che con "Hunger Games" ha molta attinenza. Parla di ragazzi costretti a combattere in una situazione che ricorda molto l'Arena del romanzo della Collins. Dal momento che non ho letto tale romanzo e che comunque anche due situazioni di partenza simili possono essere interpretate in maniera radicalmente diversa, non ci metterei la mano sul fuoco, per quanto riguarda la mancanza di originalità.
A me la storia dei tributi ha ricordato molto i ragazzi e le ragazze sacrificati al Minotauro, e in effetti la Collins ha dichiarato di avere preso spunto proprio da lì.
Per concludere questo paragrafo non posso fare altro che dire che non ho una risposta univoca alla domanda con cui l'ho iniziato.

PRIMO ROMANZO DI UNA SERIE
Nonostante fosse un romanzo autoconclusivo, sono usciti due seguiti. Ho letto "La ragazza di fuoco" e sto leggendo "Il canto della rivolta".
Temo che le ragioni per cui ci sono stati due ulteriori romanzi siano le seguenti:
1) allungare il brodo, anche per promuovere il film in uscita nel 2012;
2) rendere la serie più appetibile alle ragazzine.
Infatti seguirà un secondo romanzo in cui Katniss diventerà improvvisamente la 16enne che può salvare il mondo, si farà molte saghe mentali a proposito di Peeta, il grande ammmmmore della sua vita... ma l'ammmmmore della sua vita non era Gale?! no, era Peeta... ma anche Gale in assenza di Peeta... e Peeta in assenza di Gale... Il secondo l'ho trovato comunque ancora apprezzabile (anche se la trama è in tutto e per tutto simile a quella del primo: basti pensare che Katniss e Peeta si troveranno di nuovo a combattere nell'arena, a stipulare alleanze con gli altri tributi, alleanze che possono finire da un momento all'altro, e quant'altro...) e seguirà a breve una recensione.
Il terzo devo ancora finirlo e la mia impressione è che sia affetto dalla cosiddetta Sindrome di Breaking Dawn, che consiste nel far comparire dozzine e dozzine di personaggi di cui di fatto conosciamo soltanto il nome, nonostante non più di quattro o cinque siano importanti ai fini della trama. E "Breaking Dawn", capitolo conclusivo di "Twilight" della Meyer, nonostante sia lungo il doppio de "Il canto della rivolta", l'ho letto in meno tempo, anche se non è un capolavoro. Questo significa solo una cosa: sto trovando "Il canto della rivolta" di una noia mortale.

VALUTAZIONE: 4/5.
Ho esaminato "Hunger Games" come se fosse un romanzo a sé stante, invece che parte di una serie che è andata progressivamente in calando.
L'ho trovato un buon romanzo ed è una lettura che consiglierei, ma consiglierei anche ai lettori di fermarsi al primo e di non proseguire con gli altri.

sabato 9 novembre 2013

RECENSIONE: “Dentro Jenna” di Mary E. Pearson

È giunto il momento di tornare con un’altra recensione e, in questo caso, vi presento il romanzo “Dentro Jenna” di Mary E. Pearson, un romanzo fantascientifico distopico (sempre che un mondo libero dove la sperimentazione scientifica elevata alla massima potenza al fine di salvare vite umane possa definirsi distopico, cosa di cui ho qualche non troppo lieve dubbio - ma come distopico viene definito) young adult che tempo fa mi è capitato davanti agli occhi in biblioteca.
L’ho preso in prestito... e ho finito di leggerlo dopo settimane. Vediamo di analizzare il perché, tenendo conto che comunque si tratta di un’opinione personale.

La copertina
Mi ha colpita. Mi sono chiesta quale fosse il significato e poi ho letto il romanzo.
Ho finito di leggere il romanzo e me lo chiedevo ancora.

La trama
Jenna Fox ha avuto un grave incidente all’età di sedici anni. Si risveglia dopo un anno di coma, senza ricordare nulla, se non quello che può rivedere dai vecchi filmati registrati dai suoi genitori, in una nuova casa, praticamente isolata dal mondo, con una madre che le è estranea e una nonna che la evita. In compenso Jenna sembra conoscere a memoria intere opere letterarie.
Qualche ricordo, a poco a poco, sembra riaffiorare, a Jenna sembra inoltre di udire le voci di Kara e Locke, due suoi amici di cui non sa più nulla.
È a questo punto che vuole a tutti i costi scoprire la verità e... ATTENZIONE: SPOILER! e scopre che della vecchia Jenna non è rimasto che un misero 10%, e che lei è una sorta di protesi vivente illegale (la percentuale entro cui è permesso a un paziente in fin di vita di essere salvato e ricostruito con una particolare sostanza chimica chiamata Biogel) in cui hanno impiantato qualcosa che doveva essere simile alla vecchia Jenna, i cui ricordi sono conservati in un computer custodito in un ripostiglio a cui la nuova Jenna non può accedere.

Jenna, gli altri personaggi e le interazioni tra i personaggi
Jenna ha un pessimo rapporto con i genitori, che accusa di tenerle nascosto troppe cose. Ha un pessimo rapporto anche con la nonna Lily, non per sua volontà ma perché la nonna, contrariata dall’“accanimento terapeutico” nei confronti della nipote, non riesce ad accettare la nuova Jenna al posto di quella vecchia. In compenso fa amicizia con un vicino di casa, un certo signor Bender che poi si rivelerà essere un caro amico di suo padre.
Inizia a frequentare la scuola, dove conosce un certo Ethan con il quale si scambia qualche bacio tutt’altro che contestualizzato, una certa Allys con le braccia e le gambe finte, un certo Dane sempre scorbutico e un paio di altri personaggi di cui mi sono già dimenticata il nome perché appunto non sono altro che nomi, proprio come Ethan, Allys e Dane.
Sintetizzando:
- quasi nessun personaggio è caratterizzato;
- quelli che potevano rivelarsi interessanti vengono lasciati da parte dopo poche pagine (vedi Bender) o messi da parte nella maggior parte dei capitoli per lasciare il posto a fatti insulsi (vedi Lily);
- Jenna potrebbe rientrare nella categoria “Mary Sue inKKKKKazzata con il mondo”.
Dopo un inizio a mio parere positivo, ancora prima che sia completata metà del romanzo (quando più o meno ci è stata sbattuta su un piatto d’argento il 95% della vita passata di Jenna e bisogna in qualche modo allungare il brodo), Jenna diviene una lamentosa di prima categoria sempre pronta ad accusare i genitori che l’hanno trasformata in un “mostro”, che l’hanno voluta salvare a tutti i costi per egoismo anziché lasciarla morire, che le hanno rovinato la vita, ecc... Va bene che questa Jenna c’entra poco e niente con quella precedente, ma che dire? Mi sembra che le pagine e pagine di lamentele si susseguano un po’ troppo.
A peggiorare la situazione c’è la “storia d’amore” con Ethan, che si svolge più o meno nel seguente modo:
- incontro con il bad-boy che si scoprirà essere un bravo ragazzo che ha agito contro la legge a fin di bene;
- bacio tra una coppia di pressoché sconosciuti;
- altre comparse casuali del bad-boy e altri baci vari.
Se non altro ci siamo risparmiati le saghe mentali del “lui è bellissimo mentre io sono un cesso” che si ripetono per più o meno duecento pagine in molti romanzi young adult, ma se non altro quel genere di saghe mentali avrebbero reso un po’ più realistica la loro relazione. Per come viene presentata sembra che la prima persona che incontri per strada debba essere la persona della tua vita.

Struttura
A rendere il romanzo una lettura a mio parere talvolta tediosa, è stato anche la quasi totale assenza di un filo logico, specie nella seconda parte del romanzo, in cui si susseguono capitoletti brevissimi, talvolta del passato, talvolta del presente, che rendono il tutto molto confusionario.
Per il resto il romanzo si struttura più o meno così:
- dubbi di Jenna per circa metà del romanzo;
- non più di dieci pagine in cui viene spiegata la storia di Jenna;
- decine e decine di pagine di lamentele di Jenna, intervallate da qualche incontro con Ethan e qualche lezione a scuola;
- confidenze con Allys, che rimane scioccata dal fatto che Jenna sia una specie di protesi vivente;
- Jenna ricorda i fatti del suo incidente che dopo più o meno due pagine viene archiviato una volta per tutte;
- Jenna viene aggredita da Dane mentre va a zonzo per i boschi, non si sa bene perché (il fatto non verrà mai più approfondito e Dane non comparirà più fino alla fine);
- Jenna distrugge il computer con la sua memoria e i due computer trafugati dai genitori con la memoria dei suoi amici;
- la famiglia di Allys chiede che la figlia malata terminale venga salvata allo stesso modo di Jenna.

L’epilogo
Il finale, a mio parere, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Due secoli e mezzo più tardi Jenna e Allys sono ancora vive: grazie al Biogel non invecchiano. Non siamo tenuti a sapere quanto a lungo potranno ancora vivere.
Jenna ha trascorso 70 anni insieme a Ethan: già la loro relazione era assurda a 18 anni, figuriamoci ora che si scopre che sono stati insieme finché Ethan ne aveva 90 e Jenna aveva ancora l’aspetto di un’adolescente.
Molti anni dopo la morte di Ethan, Jenna ha deciso di far nascere la loro figlia, che somiglia a Ethan: mhm... come si fanno i figli in questa ambientazione? Perché mi risulta che la figlia sia più o meno una bambina e che sembri essere nata un secolo e mezzo o più dopo la morte del padre... tutto ciò senza spiegazioni.
Jenna parla della morte dei genitori, degli amici e del marito senza tradire la benché minima emozione: okay, si è trasformata in una sorta di robot immortale eternamente giovane... ma appunto se tu vivi senza invecchiare e gli altri intorno a te muoiono uno dopo l’altro, un minimo di disagio dovresti trarlo, dalla tua condizione.

Valutazione finale: 1,5/5
Se questa doveva essere una lettura per adolescenti che facesse archiviare “Twilight” una volta per tutte, personalmente mi pare che sia stata un flop. La serie dei vampiri sbrilluccicosi se non altro ha un inizio, uno svolgimento dei fatti (talora assurdi, ma sono pur sempre fatti) e una conclusione. Questo romanzo, invece, mi è parso un susseguirsi di episodi buttati lì a caso. Peccato, perché le premesse avrebbero potuto essere buone.