Ho divorato 650 pagine in tre giorni, come mi capita
alcune volte, ma come spesso non mi capita. La lettura in questione è stata
“Strangers”, thriller a sfondo fantascientifico di Dean Koontz (autore di cui
avevo già letto qualcosa, ma parecchio tempo fa) pubblicato a metà degli anni
’80.
La trama
Siamo negli Stati Uniti degli anni ’80, dove in luoghi
del tutto diversi l’uno dall’altro si sviluppano le storie di personaggi molto
diversi gli uni dagli altri.
C’è Dom, scrittore 35enne che, di punto in bianco, inizia
ad avere attacchi di panico e a soffrire di sonnambulismo, che ritiene connessi
a qualcosa che, di punto in bianco, due anni prima murò radicalmente la sua
personalità. C’è Ginger, giovane chirurga che crede di essere diventata pazza
in quanto la vista di certi oggetti le fa perdere ogni contatto con la realtà. C’è
Brendan, prete di campagna che, all’improvviso, ha perso la fede. C’è Joria,
giovane madre divorziata, sconcertata dall’ossessione della figlioletta per la
luna. C’è Jack, rapinatore professionista, animato da un desiderio di vendetta
nei confronti dello stato dal quale si ritiene tradito. E poi ci sono Envie, ex
militare terrorizzato dal buio, e sua moglie Faye, titolari del Motel
Tranquillity, in un luogo sperduto del Nevada, e i loro dipendenti Ned e Sandy.
Queste persone non potrebbero essere più diverse tra di
loro, ma hanno qualcosa in comune: nell’estate i due anni prima si trovavano al
Motel Tranquillity (che nel tratto centrale mi ha ricordato un po’ l’Hotel
California della canzone degli Eagles), hanno ricordi solo frammentari di
quella vacanza e la maggior parte di loro ha subito un radicale cambiamento, in
genere trovandosi affetto da una fobia o da un’ossessione.
A peggiorare la situazione anche altre persone che si
sono trovate lì in quel periodo sembrano avere qualche effetto collaterale: un
giocatore d’azzardo professionista ossessionato dalla luna si suicida, l’ex
marito di Joria idem, un camionista semina panico nel vicinato sostenendo che
il mondo è in pericolo e sequestra i propri dirimpettai...
E poi tutti si ritrovano “spinti” verso il Motel
Tranquillity, dove iniziano a ricostruire l’accaduto: devono avere visto
qualcosa che non dovevano vedere e qualcuno che sta molto in alto deve avere
deciso di eliminare i loro ricordi affinché un importante segreto non venga
rivelato... Loro, però, hanno deciso, il mondo deve sapere, e sono dello stesso
parere anche padre Stefan, maestro spirituale di Brendan, e Parker, artista
amico di Dom, che si ritrovano coinvolti nella vicenda.
Struttura
Il romanzo è diviso in tre parti, la prima in cui i
protagonisti vivono le proprie vite in luoghi molto diversi gli uni dagli
altri, la seconda in cui finiscono per ritrovarsi nell’albergo, la terza in cui
mettono in atto il proprio piano.
Il testo è narrato in terza persona, esplorando il punto
di vista di tutti i protagonisti e, da un certo punto in poi, anche degli
antagonisti. Questo, però, senza rivelare troppo e lasciando aperti tutti gli
interrogativi fino alla fine (anche se, per certi versi, appena superata la
metà del romanzo avevo già capito – ATTENZIONE, SPOILER! – che c’entravano
qualcosa gli alieni).
Attraverso il continuo susseguirsi di diversi punti di
vista, i personaggi sono ben delineati, anche quelli lasciati talvolta un po’
in secondo piano (fatta eccezione, a mio parere, per Joria e Sandy che, più che
altro, sono trattati un po’ come personaggi di contorno).
Valutazione
finale: 4,5/5
Ho apprezzato molto questo romanzo, ma ho trovato un po’
di difficoltà ad attribuirvi una valutazione ben precisa. Diciamocelo chiaramente:
non sono una grande conoscitrice del genere fantascientifico e, in generale,
tra le mie letture fantascientifiche c’è un tipo di fantascienza molto diversa
(per intenderci: “1984” di Orwell è fantascienza, e finora di fantascienza
conosco più che altro quella), perciò non saprei dire se questo romanzo sia
inferiore o superiore agli standard. Io, però, ne sono stata soddisfatta e, una
volta terminata la lettura, non ho provato quel senso di delusione che ho
provato leggendo altri romanzi.
Secondo me è un romanzo che potrebbe piacere a tutti gli
amanti del thriller, anche quelli che (come me) non amano molto le scene
macabre: le scene difficilmente digeribili nel romanzo sono veramente poche e
mai descritte nel dettaglio.