lunedì 28 aprile 2014

Recensione: "Onislayer" di Barbara Schaer

“Onislayer” è il secondo romanzo autopubblicato da Barbara Schaer, dopo “Alis grave nil” che ho avuto modo di leggere l’anno scorso.
Essendo Barbara stata così gentile da inviarmi una copia del suo nuovo ebook per chiedermi un parere, mi sento in dovere di recensire il suo nuovo romanzo, scusandomi per il consistente ritardo con cui sono riuscita a farlo.

“Onislayer” ha in comune con “Alis grave nil” soltanto il fatto di essere un urban fantasy, ma è un urban fantasy molto diverso dal romanzo precedente, destinato a un pubblico di adolescenti. Stavolta siamo di fronte a un romanzo destinato a lettori adulti, che però si distingue dalla media dei cosiddetti “urban fantasy adult”, che generalmente hanno trame in tutto e per tutto simili a quelle degli young adult, farcite con scene di sesso.
Stavolta invece siamo di fronte a qualcosa di diverso: “Onislayer” è un romanzo per adulti perché i personaggi che agiscono lo sono e quindi vivono in situazioni molto diverse da quelle che si incontrerebbero in un romanzo con protagonisti adolescenti.

La trama
Jin è un discendente di un antico clan giapponese (un Erede), che vive negli Stati Uniti. È destinato a diventare Shogun e per farlo deve sposare, Alex, la ragazza di cui è follemente innamorato, attraverso un apposito rituale attraverso il quale un pericoloso demone resterà esiliato all’inferno. Alex, però, fugge alla vigilia del matrimonio, “condannandolo” a sposarne la sorella Beth.
Convinto che Alex l’abbia rifiutato perché non ricambiava il suo amore, Jin è ancora devastato dalla sua perdita a distanza di anni. La rincontra, profondamente cambiata, tre anni dopo la loro rottura, scoprendo che per lei il ritrovamento del fratello Taro è diventata una sorta di crociata personale.
Taro, convinto che lui e la sorella siano la coppia di fratelli protagonisti di un’antica profezia, la cerca a sua volta, perché è convinto che grazie a lei potrà aumentare a dismisura il proprio potere. Per rintracciarla è disposto a tutto, con il suo seguito di potentissimi demoni.
L’incontro tra Jin e Alex non è piacevole per nessuno dei due: entrambi sembrano nutrire un profondo risentimento nei confronti l’uno dell’altra; Jin perché è stato lasciato, Alex perché non è riuscita a dimenticarsi di lui... I due, però, saranno costretti ad allearsi per contrastare Taro e a rimettere in discussione i loro sentimenti.

La struttura del romanzo
Il romanzo è narrato in terza persona, alternando i punti di vista di più personaggi. Questo ci permette di avere una visione più chiara degli eventi e ci fa comprendere meglio le ragioni alla base delle scelte di ciascun personaggio.
L’alternarsi tra un punto di vista e l’altro è gestito a mio parere in modo molto ordinato, senza mai generare confusione.

Mitologia giapponese
Il romanzo è fondato sulla mitologia giapponese, che ne costituisce la base di partenza. Si tratta di una scelta molto originale, che però può mettere in difficoltà il lettore, specie nella prima parte del romanzo, in cui le spiegazioni in proposito sono veramente poche e l’eventualità di essere disorientati da ciò che si sta leggendo è alta.
Mi è sembrato di intravedervi un po’ la convinzione a mio parere comune a molti accaniti lettori di manga che tutti conoscano perfettamente la cultura giapponese e che quindi non abbiano bisogno di spiegazioni per orientarsi.

I personaggi
Nel romanzo ci sono molti personaggi secondari, ma è raro ritrovare qualcuno dopo tanti capitoli e farsi delle domande su chi fosse. Nessuno è solo un nome, tutti hanno una personalità.
È in particolare la personalità dei due protagonisti quella che ho apprezzato maggiormente, in quanto si discostano molto dagli stereotipi.
Jin potrebbe sembrare, in un primo momento, il classico ragazzo tormentato e infelice. In realtà si comporta in modo diverso dai molti protagonisti tormentati e infelici dei fantasy. Jin è un protagonista sicuro di sé, che spesso dimostra una grande fermezza e che non trascorre tutto il proprio tempo a piangersi addosso per la propria infelicità.
Alex si discosta ancora di più dalle classiche protagoniste dei fantasy. Ha l’aspetto e i modi di una “bad girl” ed è effettivamente una “bad girl”. È molto determinata, non ha problemi ad agire in prima persona e, anzi, spesso lascia intravedere che preferirebbe agire in prima persona. Anche lei, nonostante un passato profondamente spiacevole, non è una di quei personaggi che trascorrono tutto il proprio tempo a piangersi addosso.

Valutazione: 4/5
Mi sembra di avere già lasciato intendere che cosa ho apprezzato e che cosa invece ho apprezzato un po’ meno.
In complesso è stata una lettura molto piacevole, che consiglierei (sia a un pubblico femminile sia a un pubblico maschile), sia per la trama molto originale e per lo svolgersi degli eventi, sia per il finale non troppo scontato in cui per una volta non è tutto rose e fiori, sia per i personaggi che si incontrano tra le pagine di questo romanzo.
A livello di contenuti è sicuramente un romanzo più “maturo” rispetto ad “Alis grave nil”, il primo romanzo dell’autrice, che era quasi una “fiaba urban fantasy per adolescenti”. Dal punto di vista della scorrevolezza della trama, però, mi sembra che “Alis grave nil” fosse leggermente superiore, e che fosse più immediato seguire i vari passaggi.

domenica 27 aprile 2014

Mini-recensione: “Miss Marple e i tredici problemi”, Agatha Christie [Miss Marple #1,5]

Da molti non considerato un vero e proprio romanzo, ma una serie di racconti, “Miss Marple e i tredici problemi”(1930)  non sempre viene considerato uno dei romanzi della serie con Miss Marple (in cui vengono invece inclusi gli altri 12). In realtà i vari racconti sono, in modo piuttosto originale, legati da un filo comune.

La trama
Nel villaggio di St. Mary Mead varie persone organizzano raduni settimanali a casa della famiglia Bantry, amici di Miss Marple, in cui sfidarsi a risolvere enigmi ispirati a casi di cronaca realmente accaduti. Naturalmente non può mancare Miss Marple, che spesso si rivela la più sveglia e attenta di tutti e riesce a risolvere enigmi in apparenza complessi e, per molti altri partecipanti, irrisolvibili.
Visto il successo dell’ “esperimento” l’anno successivo, quando tornano in vacanza dai Bantry gli stessi ospiti, decidendo di riproporre una simile iniziativa e sfidandosi nuovamente alla risoluzione di casi di cronaca.

Struttura
Il romanzo è suddiviso in vari capitoli, in ciascuno dei quali viene presentato uno dei “problemi” a cui si allude nel titolo.
I fatti sono narrati per voce dei personaggi stessi, che interagiscono tra di loro raccontando, a turno, il caso in questione.

Personaggi
Una delle pecche che non posso fare a meno di notare è come i personaggi siano spesso poco caratterizzati. Spesso scopriamo un personaggio perché chi lo introduce lo descrive con una sfilza di aggettivi, che non ce lo fanno conoscere fino in fondo.
È purtroppo una pecca comune a molti racconti brevi, e ciascun caso, di fatto, costituisce un racconto breve.

Valutazione: 3,5/5
A mio parere la Christie ha scelto un modo originale per proporre dei casi brevi, ma appunto la brevità ha un po’ “rovinato” trame che avevano sicuramente un ottimo potenziale e che avrebbero potuto essere sviluppate in modo più elaborato.
Per quanto riguarda i casi, alcuni sono indubbiamente molto interessanti, ma ce ne sono altri che, nel confronto, passano un po’ in secondo piano.
In conclusione l’ho apprezzato per certi versi e per altri un po’ meno.

mercoledì 16 aprile 2014

RECENSIONE: "Eudeamon" di Erika Moak

Ecco un altro libro che ho letto in un solo giorno, il secondo libro che finisco in due giorni. ^^
Le pause al lavoro degli ultimi giorni di lavoro si stanno rivelando proficue, così come il tempo che trascorre da quando arrivo a casa a quando viene ora di cena.
Ma lasciamo stare i dettagli e concentriamoci su questo romanzo di fantascienza che ho preso in prestito nella biblioteca del mio paese.

La trama
Questo romanzo racconta di una storia di prigionia volontaria che diventa l'estasi d'amore di un'anima sola.
Nell'immaginaria città di Eudemonia, i criminali possono scegliere di scontare la loro pena in una sorta di prigione mobile - in banesuit - il cui perimetro è dato da una seconda pelle che li isolerà dal mondo.
Katrina Nichols, una giornalista caparbia e coraggiosa, decide di avviare un'inchiesta per verificare se non si tratti di una punizione disumana e ingiusta. Riesce a scambiare la propria identità con una ragazza in procinto di essere condannata e diventa così un Bane, un detenuto che vaga indisturbato ma che percepisce il mondo solo attraverso la voce del suo Custodian.
Eppure, in quell'isolamento, qualcuno le insegnerà l'Amore, quello stato di grazia dirompente che frangerà gli argini del passato.
Attraverso la sua protagonista, Erika Moak traccia un romanzo avvincente e malinconico come il riflesso più nitido dei nostri desideri, delle nostre fantasie e dei mille condizionamenti che ci impediscono di manifestare pubblicamente quello che siamo.
Eudeamon ci condanna a condividere i doni più straordinari della vita. Prendono il nome di una stagione commovente e piena di gioia che valica l'elaborazione del lutto, il desiderio di vendetta e, in ultima analisi, l'amore per il Prossimo.

Cara dolce illusione di avere tra le mani un romanzo di fantascienza in cui non ci fosse l'idealizzazione di un amore incondizionato che genera dipendenza, che va molto di moda anche nei romanzi di fantascienza contemporanei.
Cara dolce illusione di essere precipitata in una sorta di moderno "1984", in cui il tema dell'amore facesse solo da contorno.
Cara dolce illusione che l'amore di cui parlava il romanzo fosse qualcosa che nasceva in prima cosa dal rispetto per sé stessi.
E' durata per tutta la metà del romanzo, poi si è scoperto cosa fosse l'Amore.

L'Amore, per un Bane, è avere rapporti sessuali probabilmente solo immaginati con il proprio Custodian/Eden, lo stesso che era programmato per impartire dolore fisico quando il Bane commetteva qualche violazione alla legge. L'Amore, per un Bane, non è solo questione di piacere fisico, ma molto di più: è dipendenza assoluta dal Custodian/Eden, tanto che quando la protagonista viene "sbanizzata" vuole suicidarsi perché ritiene che la sua custodian/eden Inverno sia morta.
Alla fine decide di ribellarsi, per trasformare il mondo in qualcosa in cui tutti dovrebbero avere come massima ispirazione quella di essere un Bane, con tutto quello che comporta, ovvero la perdita dell'identità e dell'identità umana, l'estraneazione dal mondo e il disinteresse per tutto ciò che non sia il grande ammmmmmmore nei confronti del Custodian, che smette di farti del male solo quando riconosci il grande ammmmmmmore che provi per lui.

Di fatto questa situazione, messaggi subliminali compresi, non mi sembra tanto diversa dal desiderio di Bella Swan, già incontrata in altri lidi - proprio in senso stretto, dato che quei romanzi li lessi in spiaggia ai Lidi Ferraresi), di trasformarsi in un vampiro per ammmmmmmore del tizio sbrilluccicoso che può farle del male, ma solo per il suo bene.

Struttura e Personaggi
Il romanzo è suddiviso in capitoli, narrati in terza persona, in cui il punto di vista è più o meno quello di Katrina (anche se a volte mi sembra che il narratore diventi onnisciente), che è di fatto a mio parere l'unico personaggio caratterizzato del romanzo. Gli altri, purtroppo, sono solo comparse: quando servono vengono presentati frettolosamente poi, quando la trama si sposta verso un'altra direzione, vengono messi da parte.

Valutazione finale: 3/5
Per certi versi mi ha appassionata, ma non ne sono stata soddisfatta al cento per cento, per le motivazioni già precedentemente espresse.

martedì 15 aprile 2014

RECENSIONE: "La scelta" di Nicholas Sparks

Tempo impiegato per la lettura: 1 giorno.
Sensazioni dopo la lettura: contrastanti.

Attenzione: contiene molti spoiler.
Attenzione: non faccio parte dell’ampia parte di lettori che (legittimamente, è ovvio) vedono un capolavoro in qualunque cosa scriva Nicholas Sparks e stavolta sarò abbastanza critica.

La trama
Travis Parker è un giovane veterinario del South Carolina e la vita gli sorride: ha un lavoro appassionante, una villetta affacciata sull’oceano, un cane affettuoso e instancabile, dei cari vecchi amici... e fascino da vendere; ma ha anche la convinzione di non essere destinato alle relazioni a lungo termine.
Qualcosa cambia nel suo cuore quando Gabby Holland, assistente medico in una clinica psichiatrica, e Molly, la sua dolce collie, si trasferiscono nella casa accanto. Il primo incontro è burrascoso: Molly aspetta i cuccioli e la sua padrona incolpa il boxer del vicino. Eppure l’attrazione è forte e lentamente Travis riesce a conquistare la diffidente e fidanzatissima Gabby; pian piano i due si avvicinano, fino a rendersi conto di non poter fare a meno l’uno dell’altra.
Un giorno, però, accade l’irreparabile e la vita di Travis subisce una drammatica svolta. Straziato dal dolore e dal rimorso, e dilaniato dai dubbi, per settimane continua a domandarsi: fino a che punto si deve arrivare per amore? Un romanzo delicato e intenso, con tutti gli ingredienti del miglior Nicholas Sparks.

Parafrasando la quarta di copertina, anche in modo piuttosto provocatorio, mi dico: e se gli ingredienti fossero quelli del PEGGIOR Nicholas Sparks?
Abbiamo una giovane donzella in un paesino di campagna (che è un classico), un uomo che ha qualche anno più di lei suo vicino di casa (che è un altro classico), con un cane enorme (altro classico) che salta addosso e lecca gli sconosciuti in visita, che trovano normalissimo tutto ciò (altro classico).
Abbiamo l’uomo che ha qualche anno in più ma è comunque giovane che si innamora perdutamente della donzella (che è l’ennesimo classico) che però ha qualche dubbio perché è già impegnata con un altro (sempre un classico) che però non la convince a pieno (classico, nei casi in cui l’altro in questione non è uno stalker / uno psicopatico / un serial killer in incognito / un ubriacone violento). Seppure riluttante (grande classico) accetterà un appuntamento del vicino di casa e si spingerà troppo oltre con lui (altro classico), rendendosi conto, nonostante ci sia uscita appena due volte che lui è il grande ammmmmmmore della sua vita, dato che non ha fatto altro che parlarle della sua volontà di sposarsi e avere figli un giorno (ennesimo classico) mentre tutte le sue ex pensavano solo a divertirsi (e, ennesimo classico, nei romanzi di Sparks è demonizzato qualunque tipo di divertimento che non rientri nelle seguenti attività: andare in spiaggia, bonus se per portare cani enormi e bavosi a fare il bagno in mare; andare a pescare; andare a visitare acquari; assistere animali selvatici... o in alternativa andare al supermercato, che in realtà non è un supermercato ma un polveroso emporio - sì, fare la spesa è sicuramente la più divertente delle attività, è naturale...).
Delle 303 pagine del romanzo, questo è quanto succede nelle prime 210, con intermezzi in cui compiono una sorella matta e degli amici d’infanzia invitati a gite in barca e barbecue insieme a consorti e pargoli. Il peggio del peggio, però, è che in queste 210 pagine Gabby, la donzella poco più che ventenne protagonista femminile del romanzo, si fa più o meno tutte le saghe mentali delle protagoniste degli young adult. Subiamo numerose pagine di: “lo so, ho un ragazzo, ma è fuori città per lavoro ed è addirittura andato in un locale con i suoi colleghi... oltraggio terribile! Lui era a divertirsi in un locale, che poi ovviamente non si divertiva davvero... in una discoteca ci si diverte?! Giammai! È un luogo per depravati alcolizzati e pu**anieri! E lui ha osato fare una cosa del genere lasciandomi tutta sola a casa... che poi, sola a casa è tutto un dire, dato che ero a casa del mio vicino con cui stavo allegramente limonando... ma io amo il mio ragazzo e lo metterò in chiaro con il mio vicino... che però mi piace e, dato che il mio ragazzo non mi ha ancora fatto una proposta di matrimonio mentre lui sostiene che il sogno della sua vita è sposarsi, tra due pagine diventerà magicamente il mio grande ammmmore.”
Peggio del peggio, non abbiamo un ex fidanzato psicopatico che la perseguita, che almeno avrebbe animato un po’ la trama. L’unico ruolo che il suo ex pare avere è quello di essere nominato ogni tanto, telefonarle ogni ottanta pagine, a quanto si capisce adottare TUTTI i cuccioli della sua bavosa cagnetta destinata a finire ugualmente nel dimenticatoio, per poi sparire nel nulla.

A pagina 211 la storia entra nel sodo: 11 anni più tardi Gabby è in coma da mesi, dopo un incidente in macchina in cui guidava Travis.
Non c’è molto altro da dire, se non che per decine di pagine viene tirata per il lungo la questione della scelta menzionata nel titolo, forse per mantenere la suspense. Inutile dire che a mio parere la decisione tanto importante menzionata era scontatissima.
Alla fine Travis sceglie di bruciare il testamento biologico della moglie, che chiedeva di essere lasciata morire in caso fosse in coma irreversibile. Perché lo fa?
Perché ci sono speranze concrete che la moglie possa salvarsi? No.
Perché pensa alla situazione dalla prospettiva della moglie? No.
Perché non vuole che la madre delle sue figlie (nate negli undici anni di blackout) muoia senza tentare tutto il possibile? No.
Il motivo è che LUI STESSO sente che preferirebbe passare tutta la vita in clinica al capezzale di Gabby, piuttosto che ricostruirsi una vita insieme a un’altra donna, perché non sarebbe mai in grado di amare un’altra tanto quanto ha amato lei. Tradotto, io lo interpreto così: “tu sei il grande ammmmmore della mia vita quindi spero che tu sopravviva allo scopo di continuare ad allietare le mie giornate, se tu non fossi il mio grande ammmmmore ti augurerei di schiattare perché tanto tu non allieteresti le mie giornate”. Mah...

Comunque alla fine c’è l’happy ending: miracolosamente Gabby si sveglia magicamente dal coma vegetativo in cui si trovava (perché nessun segnale di vita nemmeno a livello di movimenti involontari + respirazione autonoma = coma vegetativo, non c’è molto da dire) dopo mesi e, nonostante fosse in coma vegetativo da mesi appunto, subito dopo essersi risvegliata ricorda perfettamente chi è, non dimostra difficoltà a parlare e nel riconoscere il marito.

Struttura
Il romanzo è costituito da una prima parte (oltre due terzi) e una seconda parte (un terzo scarso, quello conclusivo), narrate in terza persona. Nella prima si alternano i punti di vista di Travis e Gabby, nonostante all’inizio della seconda si dica che la prima parte erano i ricordi che Travis rievocava mentre si trovava al capezzale della moglie (come facesse a conoscere i suoi pensieri e le sue interminabili saghe mentali è alquanto incomprensibile, ma va beh, tanto è rommmmmmmmantico e nel genere rommmmmantico la simbiosi con l’amato è tale da renderlo possibile).

Valutazione finale: 3/5
Almeno a 3 ci devo arrivare, perché comunque è una lettura rapida e, per certi versi, coinvolgente. Non vado oltre il 3 perché, come buona parte dei romanzi di Sparks che ho letto (finora tutti quelli in cui non c’è qualche psicopatico a creare un po’ di suspense), non appena entra in scena l’elemento drammatico si capisce subito dove l’autore voglia andare a parare.

domenica 13 aprile 2014

Le Mary Sue del Medioevo - atto 2° (in collaborazione con Dany The Writer)

Proprio come facilmente intuibile, la mia trattazione di poche ore fa non è stata ritenuta esaustiva da DTW.
Pertanto, ecco i personaggi ulteriori da lui identificati, con tanto di mie note.


I generalissimi incapaci
La guerra contro <nome fazione> va avanti da secoli. Uno pensa che i comandanti del regno nemico di <nome fazione> un po' di esperienza, almeno quella necessaria ad avere il grado, l'abbiano fatta.
Noooope.
La loro migliore strategia è lasciare che i protagonisti facciano il loro lavoro, che spesso non può essere rivelato, offrendosi comunque di fare da nobili esche per loro.
Nota: come si confà a dei generali, loro devono comandare dall'ultimo posto dello schieramento.
Ora, ignorando totalmente logistica ed approvvigionamento (tanto è fantasy), l'ultimo posto di un esercito di 30.000 soldati non vedrà nemmeno una freccia.
L'esca, insomma, sarà prestata da quei contadinotti impoveriti che sono stati arruolati a forza, verranno mutilati orrendamente e tornando a casa avranno una squallida pensione militare.
Anzi.
Nemmeno quella.

NOTE: i generalissimi incapaci in genere sono maghi in incognito e magicamente, dopo un lungo dispendio di vite umane, decideranno di risolvere la guerra con le loro armi magiche.


L'ordine dei cavalieri di draghi
Ordine potentissimo, nobilissimo, altissimo...o è estinto oppure è una tana di bifolchi, arroganti, banditi e pazzi.
Non è MAI come lo si aspetta.
Viene detto per 876496 pagine che un Cavaliere dei Draghi è invincibile.
Muoiono per una freccia od un calcio nelle palle.

NOTE: anche quando non ha nessuna rilevanza il fatto che siano cavalieri dei draghi, il fatto che vi appartengano verrà menzionato ogni tre righe. Dopo la morte per una freccia o un calcio nelle palle probabilmente si reincarneranno nell'amica giapponese / texana / ebrea di turno e finiranno catapultati in una fanfic ambientata ai giorni nostri.


I tizi di "non funzionerà mai"
Il Supremo Signore del Male ha un esercito sterminato, numerosissimo, orribile e di soldati che non sentono dolore e sono fortissimi.
Cosa fanno le armate dei "Buoni"?
ATTACCARE! ATTACCARE! ATTACCARE!
Con spade e lance.
In un mondo dove esiste la magia e si potrebbe facilmente -almeno- ideare un moschetto.
Magari almeno una volta uno suggerirà "diamo fondi a quei pazzi che sostengono che un bastone di metallo possia sparare una palla a duecento metri!"
Ma nooooo...troppo poco nobile.
E, comunque, non funzionerà mai. Cos'è codesto "moschetto" davanti ad una spada affilata?
Oh, niente...tranne la possibilità che il povero disarcioni il cavaliere e dimostri di valere qualcosa! Ma così poi nasce la borghesia! A MOOOORTE!
Poi lo Stato, però, le pensioni a vedove ed orfani non le paga quindi...che i poveri muoiano pure!

NOTE: alla fine verranno sconfitti da avversari armati di moschetto.


Quelli de "malattie? What?"
Medioevo.
Anche se magico, è medioevo.
Nessuno -se non è povero- è mai ammalato.
Non esistono contraccettivi, eh. Nel Medio-evo l'igiene personale era così bassa che, dopo la peste e simili falcidianti malattie, il "mal francese" (sifilide) era una causa di morte non dimenticabile.
Ma va là! Questo è un fantasy!
Il sesso non è che un veicolo per premettere i personaggi sono nobili!
Quindi nessuno, se è nobile, si ammala e sicuramente non si ammala di malattie veneree!

NOTE: per "nobile" si intende sia il titolo nobiliare, sia la nobiltà d'animo, sia il fatto di possedere oggetti realizzati in metallo nobile. Pertanto la popolazione coinvolta in questa definizione è talmente tanta da rendere le malattie praticamente debellate.


Ordine dei Maghi
Antichissimo ordine che esiste per...boh, riempire pagine oppure farsi annientare in cinque minuti dal cattivissimo.
Ma santo cielo, se costui è così cattivo...a mali estremi, estremi rimedi! Andiamo!
Lui usa un esercito di zombie?
Noi diamo ai nostri soldati l'insensibilità al dolore!
No. Devono essere i cavalieri, morendo e faticando, a vincere contro le schiere oscure.
E noi, prima, dobbiamo prenderle di santa ragione!
'CAUSE IT IS FAAAAANTASYYY!

NOTE: anche loro, come l'Ordine dei Draghi, muoiono a causa di una freccia o di un calcio nelle palle; e con l'Ordine dei Draghi sono spesso intercambiabili.

Le Mary Sue del Medioevo

Prosegue la mia esplorazione del mondo delle Mary Sue, stavolta facendo una tappa nel contesto del “tanto è fantasy”, in ambientazione medievale.
Quindi tappatevi il naso, perché avrete a che fare con molta gente che non si lava, e buona lettura a tutti!


LA CONTADINELLA 12ENNE ANALFABETA
Munge le mucche.
Porta vestiti a fiori e copricapi che sembrano un mix tra un chador, un velo da suora e un foulard della nonna.
Salva il mondo, nonostante fino a due minuti prima non sapesse nemmeno che oltre al borgo di tre case in cui vive ci fosse un mondo.
Bonus se ha degli amici elfi. Doppio bonus se non sa che sono elfi nonostante siano nani con le orecchie a punta. Triplo bonus se prima di salvare il mondo deve percorrere un migliaio di chilometri a piedi tra i boschi.

IL PICCOLO MAGO 11ENNE
È orfano.
È vestito di stracci.
Come la contadinella 12enne salva il mondo, nonostante fino a due minuti prima non sapesse che oltre al rifugio popolato da barboni in cui vive ci fosse un mondo.
Come ricompensa per avere salvato il mondo gli viene data in sposa la contadinella 12enne.

L’ELFO
Ha le orecchie a punta.
Convince qualcuno a seguirlo in giro per i boschi.
Non fa altro, se non di tanto in tanto raccontare al/alla protagonista vecchie leggende metropolitane che generalmente si rivelano vere.

LA LOCANDIERA
Se il protagonista è di sesso maschile, prima o poi finisce in una locanda malfamata / taverna maleodorante, dove incontrerà lei.
La donna in questione è di solito è rozza ed è una sorta di tuttofare: spesso è una cuoca / cameriera / direttrice di sala / prostituta.
Bonus se il cibo che prepara viene descritto come disgustoso. Doppio bonus se cucina solo zuppe di verdure.
Di solito anziché vestirsi con i canoni di abbigliamento del medioevo, segue quelli del Far West.

IL BABY GIGOLÒ
Di solito lavora nella locanda di cui sopra e intrattiene sia uomini sia donne, ma in particolare uomini perché in un contesto medievale le donne non se ne vanno in giro per le campagne per i fatti loro.
Non si sa che età abbia, sembra un bambino delle elementari, ma ciò nonostante è già grande abbastanza per avere un’erezione.
Talvolta uccide i clienti che sono stati scortesi con lui.

IL MUSICISTA SQUATTRINATO
Suona il suo flauto / qualsiasi altro strumento musicale davanti alla locanda.
Chiede l’elemosina senza ricevere un soldo.
Di solito viene assassinato dal KKKKKKattivo di turno.

I BRIGANTI
Indossano cappucci come quelli del KKK.
Girano per i boschi.
Rapinano i passanti, nonostante sia palese che non hanno un soldo.
Non hanno nessun’altra caratterizzazione e il loro unico ruolo è quello di essere inseguiti da gente inferocita.
A volte vengono impiccati. Altre volte dopo la loro comparsa finiscono nel dimenticatoio.

LA REGINA KKKKKKKATTIVA
Indossa pellicce lunghe fino ai piedi e parrucconi tipo quelle del Re Sole. Ce l’ha a morte con il/la protagonista, nonostante non ci sia nessun motivo per cui lei, che comanda un impero grande quanto l’Unione Europea, conosca l’esistenza del/la protagonista.
In un contesto medievale una donna non sarebbe mai stata messa a capo di un impero, ma non importa perché tanto è fantasy. In un contesto medievale inoltre l’impero grande come l’Unione Europea sarebbe stato diviso in millemila feudi, ma non importa perché tanto è fantasy.

LA GUERRIERA BADASSSSSSS
È una 15enne che decide di dare il proprio contributo alla società prendendo parte a una guerra che dura da decenni o da secoli. Generalmente non fa nulla per imparare a combattere, ma è magicamente in grado di farlo così dal nulla, nonostante fino al giorno prima fosse stata una filatrice / pastorella / sguattera. Non solo ha queste abilità, ma sono anche necessarie per mettere fine alla guerra. In un contesto normale, non sapendo combattere, sarebbe durata non più di dieci minuti, ma non importa perché tanto è fantasy.
Di solito ha un cavallo con un nome estremamente badassssss o estremamente sdolcinato.
Bonus se è ispirata a Giovanna d’Arco. Doppio bonus se è ispirata a Fantaghirò. Triplo bonus se è ispirata contemporaneamente a Giovanna d’Arco e a Fantaghirò.
Bonus se si veste da uomo anche quando non indossa l’armatura. Doppio bonus se il protagonista maschile è l’unico a sapere che non è un uomo. Triplo bonus se il personaggio maschile più figo del racconto è attratto da lei anche prima di scoprire che non è un uomo. Quadruplo bonus se il tale personaggio non sa ancora che non è un uomo ma la salva da un tentativo di stupro.
Di regola in un contesto medievale sarebbe finita bruciata sul rogo, ma non importa, perché tanto è fantasy.

IL NULLAFACENTE CHE, PUR NON SAPENDO CHE LA GUERRIERA BADASSSSS È UNA DONNA, TENTA DI STUPRARLA
Di solito si vanta di essere un tipo furbo, eppure non si sa come tenta di violentare una ragazza armata di una spada lunga quattro metri.
Muore.
Di solito viene ucciso da un passante disarmato estremamente figo, mentre la guerriera badasssss, dimenticandosi di avere una spada a disposizione, piange in un angolo perché teme che il passante estremamente figo possa venire ferito nello scontro.

IL PASSANTE ESTREMAMENTE FIGO CHE SALVA LA GUERRIERA BADASSSS
Se è umano, è un individuo dolce e puccioso che alla fine si rivelerà essere l’erede al trono.
Se non ha natura umana, nonostante fino a quel momento fossero comparsi solo elfi e folletti lui è un angelo o un vampiro, perché un elfo o un folletto generalmente non può essere definito figo.

L’EVOCATORE
Non si sa bene che cosa evochi, ma è un evocatore, punto e basta. Il suo abbigliamento è composto da lunghi mantelli neri (non si sa bene che cosa indossi sotto al mantello, ma non importa), che arrivano fin sotto ai piedi ma stranamente non lo fanno inciampare, nemmeno quando si dedica alla sua attività preferita: correre nel cuore della notte lungo le scale costeggiate da tende di broccato del suo castello, tenendo in mano un enorme candelabro.
Di regola in un contesto normale si sarebbe come minimo fratturato entrambe le gambe e avrebbe dato fuoco al castello, ma tanto è fantasy quindi va bene così.
Di regola, inoltre, in un contesto medievale avrebbe un castello soltanto se fosse un nobile o un feudatario, ma tanto è fantasy quindi va bene così.

giovedì 10 aprile 2014

Recensione: "Adam's family" di John Ramster

“Adam’s family” di John Ramster è un romanzo uscito nel 2001, del genere che oggi verrebbe definito “m x m” (sarà poi un genere... mah!). In alternativa c’è chi lo definisce erotico ma dal momento che non c’è MAI nessuna scena di sesso esplicita, né gay né etero (Adam è un fervido sostenitore della teoria “basta che respiri, e se appartiene alla stessa famiglia è ancora meglio), direi che non è il modo migliore per definirlo.

La trama
Credo che la cosa migliore sia iniziare con la quarta di copertina:
Adam Fox è giovane, bello e un seduttore nato. Arriva a Londra dalla campagna con l'intenzione di iscriversi a un corso universitario e si trasferisce presso la famiglia Robbins che vuole un ospite pagante. Ma nella casa tutto viene sconvolto: Ben, il fratello maggiore, gli fa delle proposte indecenti; Carmel, la sorellina, decide di scoprire le gioie del sesso grazie all'ospite inatteso e persino la futura mammina non sa resistere al richiamo degli ormoni. Adam non si fa troppo pregare e cerca di rendere felice tutta la famiglia, ma si sarebbe cacciato in un grosso guaio se la scoperta di un oscuro segreto non lo avesse salvato dal ricatto. La tragedia sfiorata gli fa però capire che, a volte, amare troppo è pericoloso.

Detto sinceramente, della trama non penso che ci sia molto altro di cui parlare. Adam se la fa con chiunque respiri, in particolare con i membri della famiglia, di cui nessuno mi dà l’idea di essere sano di mente.
Ogni tanto c’è qualche personaggio secondario, che compare di tanto in tanto e che generalmente non ha più importanza.

I personaggi
A parte quelli principali, sono solo nomi che non hanno nessun ruolo ben preciso e che compaiono di tanto in tanto a mio parere al solo scopo di allungare il brodo.
A mio parere Adam è il classico ragazzo che si crede supersexy, la padrona di casa Diane è una donna di mezza età che controlla finché può il suo istinto sessuale e che poi lo libera quando non può più trattenersi, il figlio Ben è un ragazzo modello che lavora 12 ore al giorno e che si rivela un pazzo inconcludente e la figlia Carmel è una donna che ha il terrore di morire vergine e zitella.
Li ho trovati abbastanza stereotipati, in tutta sincerità, e anche abbastanza piatti. Se non altro molto spesso fanno ridere.

Struttura
Il romanzo è narrato in prima persona, anche se in certi momenti, quando i protagonisti della scena sono altri personaggi, non sembra nemmeno che a raccontare il tutto sia la voce di Adam.
Il romanzo è suddiviso in capitoli. Questa suddivisione mi è sembrata abbastanza coerente con i fatti narrati.

Valutazione finale: 2,5/5
La trama, tutto sommato, è abbastanza interessante. Solo che si susseguono 427 pagine, in cui è tutto un ripetersi e ripetersi delle stesse cose.
Sinceramente mi aspettavo di più e ci ho messo 10 giorni a finirlo...
Lo consiglio solo agli appassionati del genere.

martedì 8 aprile 2014

I personaggi stereotipati - 3^ parte

Si ringrazia il solito Dany The Writer per avermi suggerito parte di questi personaggi. :D


LA GIAPPONESE
Indossa il kimono, in qualunque epoca viva.
Trascorre giornate a inchinarsi servendo il tè, in un contesto da tragedia romantica.
Se ne va in giro armata di katana in un contesto urban fantasy o adolescenziale.
Saluta sempre in giapponese, anche se non sta parlando con dei giapponesi. Se la storia è ambientata in America potrebbe avere soltanto lontane origini giapponesi, che sarebbero menzionate ogni tre righe nonostante non abbiano nulla a che vedere con la trama.

IL GIAPPONESE
Se è un teenager, un ventenne o comunque ha meno di trent’anni: ha i capelli tagliati a caschetto, porta gli occhiali, è un genio dell’informatica e, pur essendo un nerd, alla fine la protagonista lasciata dal badboy si metterà insieme a lui.
Dopo i trent’anni: è un maestro di arti marziali, un mafioso o un hacker.

L’IRLANDESE UBRIACONE
Indossa il kilt, pur non essendo scozzese.
Beve litri e litri di birra.
Non fa altro, se non collassare davanti alla porta d’ingresso della casa di qualcuno.
Generalmente non ha un ruolo importante: serve solo per fare in modo che i protagonisti, attirati dalla sua voce mentre fa casino, si ritrovino per errore in una situazione che con lui non c’entra niente da cui verrà fuori il resto della trama.

LO ZIO INGLESE ARISTOCRATICO
È snob, si veste con lo stile degli anni ’30, in qualunque epoca viva, abita in una villa immensa piena di maggiordomi, governanti e cuochi.
Possiede un’auto d’epoca, che viene guidata dall’autista, che svolge anche il ruolo di maggiordomo e giardiniere. Non ha mai lavorato in vita sua e vive grazie a una non meglio precisata rendita. Racconta aneddoti interminabili (generalmente su qualche guerra combattuta nelle colonie) mentre tutta la famiglia è radunata in salotto per bere il tè delle cinque, servito da una fedele domestica con un grembiule in stile anni ’30.
In un giallo avrebbe appena cambiato il testamento, diseredando qualcuno (generalmente una nipote che ha disonorato la famiglia decidendo di mettersi insieme a uno squattrinato anziché a un parente alla lontana dello zio inglese), e nella sua tazza di tè sarebbe stato aggiunto dell’arsenico.

IL TEXAS RANGER
Porta un cappello da cowboy in testa anche quando dorme.
Porta sempre un fucile con sé.
Vive in un contesto in cui non ci sono donne, ma soltanto uomini armati che vanno in giro a cavallo (anche nei tempi attuali) o su fuoristrada scassati risalenti agli anni ‘40 e in cui tutti non fanno altro che gironzolare dalla mattina alla sera, ubriacarsi e scatenare risse.
Prima o poi spara a qualcuno, senza essere perseguito penalmente (o se finisce in carcere esce pagando la cauzione - non si sa come, dato che non ha nessuna fonte di reddito). In alternativa gli sparano.

LA COWGIRL
Cheerleader decaduta, è divenuta la nemica giurata delle nuove cheerleader ed è convinta di vivere nel Far West. Per questa ragione devasta le aule di scuola lanciando sedie, banchi e cattedre addosso a cheerleader e professori, senza per questo essere espulsa dalla scuola.
È la nipote del Texas Ranger di cui sopra.

L’INSEGNANTE DI DANZA CLASSICA CHE VIENE DALL’URSS
Addestra ragazze destinate a diventare le nemiche giurate delle cheerleader e il fatto che sia originaria dell’URSS (non di una particolare nazione o città, semplicemente dell’URSS), seppure per nulla rilevante, viene menzionato ogni tre righe (anche se la storia è ambientata dopo la disgregazione dell’URSS).
In realtà è una pronipote segreta dello zar che complotta per ripristinare l’impero russo, oppure è una visionaria convinta di esserlo.
In un contesto urban fantasy aiuterà la Mary Sue a sconfiggere il male.

IL FRANCESE
È un individuo estremamente raffinato e con la puzza sotto al naso, generalmente ha i capelli tirati indietro con brillantina o qualunque altra sostanza che li fa apparire unti e, quando parla, anche in modo fluente, in una lingua che non è la sua, ogni tre parole ne dice una in francese, e quelli che parlano con lui la ritengono una cosa perfettamente normale.
Generalmente è un sarto o un cameriere in un ristorante di lusso.
Se è parigino, da tutte le finestre di casa sua si vede la Tour Eiffel.

IL NEWYORKESE
Abita a New York e gironzola per Central Park a qualunque ora del giorno o della notte.
Non fa altro e non ha nessun altro ruolo, ma dalle finestre di casa sua si vede il ponte di Brooklyn o l’Empire State Building. In certi casi si vedono entrambi.

IL ROZZO CHE GUARDA LE PARTITE DI BASEBALL MANGIANDO HAMBURGER
Generalmente abita in una casa cadente, passa tutto il giorno stravaccato sul divano vestito con una tuta da operaio sporca di grasso (nonostante in genere sia disoccupato) e mangia cibi ipercalorici comprati in un take-away guardando partite di baseball, di basket o di qualunque altro sport sia seguito prevalentemente in America e per nulla nel resto del mondo.
Ha tra i quaranta e i cinquant’anni, è stato sposato, ma la moglie l’ha lasciato. È un morto di fi*a, ma sostiene di odiare le donne. Il vero motivo per cui non le sopporta è che non gliela danno.
Il suo sogno d’infanzia era diventare un campione del suo sport preferito e, nel caso abbia un figlio bambino, spera che possa essere suo figlio a diventare un campione.
In una storia con protagonisti badasssssss potrebbe essere un narcotrafficante in incognito.

LA GIOVANISSIMA INGEGNERA NUCLEARE CON LA QUARTA DI REGGISENO
Generalmente la Mary Sue puccettina, dopo avere portato a compimento il proprio percorso, ovvero quello di andare a scuola e perdere la verginità con il bad boy dopo il ballo scolastico, ha una vita davanti, nella quale diviene ingegnere nucleare o qualunque altra professione simile.
Il suo compito è quello di salvare il mondo dall’arrivo di un asteroide o dagli alieni, ma questo solo se vive e/o continua a vivere negli Stati Uniti: si sa, infatti, che le fiction-catastrofi avvengono soltanto nel territorio degli USA (o al massimo in Canada, ma dal momento che i canadesi convivono pacificamente sia con gli alieni sia con gli asteroidi e non hanno ingegneri nucleari che corrispondono ai requisiti, gli americani devono intervenire sempre).
Segni particolari: salva il mondo.
In un contesto urban fantasy salva il mondo senza avere bisogno di una laurea in ingegneria.

LA STRAFI*A BADASSSSSSS
Questo personaggio è una donna di età compresa tra i 20 e i 25 anni, generalmente non è mai stata una Mary Sue puccettina, ma al massimo una Mary Sue badassssssss che durante gli anni della scuola ha trascorso le proprie giornate a rompere il setto nasale alle cheerleader e ai badboy che non se la filavano.
Una volta abbandonata la scuola (dalla quale non si sa come non sia mai stata espulsa, visti i cadaveri che si è lasciata dietro) con un diploma preso a pieni voti, ha devoluto la propria vita al ruolo di badasssss intraprendendo una delle seguenti professioni:
- escort;
- wrestler;
- narcotrafficante;
- street-racer;
- agente segreto;
- agente segreto sotto copertura che si spaccia per escort, wrestler, narcotrafficante o street-racer.
Si distingue dalla Mary Sue puccettina per il fatto che, diversamente dall’altra, non ha bisogno di un uomo al proprio fianco, se non per rubargli il portafoglio o per evirarlo.
Inoltre diversamente dalla Mary Sue puccettina porta i tacchi a spillo anziché le Converse, fuma come una turca e beve come una spugna, ma non si ubriaca mai.
In un contesto urban fantasy è in realtà un angelo caduto, un demone o un vampiro.

LA MARY SUE RIBBBBBBBBELLE / LA METALLARA / LA PUNK
Questo tipo di Mary Sue è una variante alla Mary Sue puccettina, che dentro di sé è veramente buona, ma che non lo dà a vedere perché se no il bad boy non se la filerebbe.
La Mary Sue riBBBBBBelle è delusa dal fatto che i suoi familiari e i suoi amici non facciano nulla per cambiare il mondo, diversamente da lei, che cerca di raggiungere questo intento con atti sovversivi di prima qualità:
- tingendosi i capelli di colori strani;
- vestendosi di nero;
- insultando chi si veste di altri colori e ha acconciature più comuni;
- ascoltando musica metal / punk / hard rock a tutto volume e disprezzando chi non lo fa o le chiede di abbassare lo stereo;
- attaccando alle pareti di casa foto di cantanti alcolizzati e drogati morti di overdose da trent’anni sostenendo che sono esempi da seguire e che hanno cambiato il mondo;
- spingendo per terra le nonnine in coda alla cassa del supermercato;
- rispondendo male ai professori;
- non studiando;
- insultando i genitori che cercano di inculcarle il concetto di “concludere qualcosa di sensato nella propria vita”;
- ritenendo di essere una vera fi*a circondata da bimbiminchia.
Anche lei fuma come una turca e beve come una spugna, ma diversamente dalla strafi*a badasssssss si ubriaca al primo drink, dato che vive in un contesto in cui gli ubriachi sono fighi.
Sostiene di non rispettare le regole perché non rispettare le regole è stylish e la rende una strafi*a badassssss.
Questo tipo di Mary Sue non ha mai incontrato una strafi*a badassssss: se fosse accaduto, sarebbe corsa a nascondersi sotto al letto, terrorizzata, stringendo a sé il gatto della nonna, a cui nel tempo libero è solita tirare la coda.

GLI EMO
Si vestono di nero.
Si truccano, indipendentemente dal sesso.
Portano i capelli tagliati a caschetto con dei ciuffi enormi davanti agli occhi.
Sono depressi.
Non fanno altro, ma se l’autrice della fanfic è emo, sono presi di mira dalle cheerleader, nei confronti delle quali otterranno la loro rivincita.

I BIKERS
Vanno in moto, sono tatuati, mangiano hot-dog, bevono birra, non si radono, si lavano raramente e non hanno mai un’età ben precisa.
In un contesto adolescenziale potrebbero essere amici del badboy di turno, ma non fanno colpo sulla protagonista data la scarsa cura della persona.

IL LICEALE POLITICO
Alla base della sua esistenza ci sono due convinzioni:
1) il ruolo di rappresentante d’istituto è una carica importante più o meno come quella di leader del G20;
2) l’opinione politica di uno studente ha influenza sulle sue proposte per gestire una scuola.
Generalmente questo personaggio prima viene ridicolizzato da tutti, poi riesce a diventare rappresentante d’istituto e diviene un punto di riferimento per tutta la scuola.
Talvolta il suo ruolo può coincidere con quello di migliore amico della protagonista, oppure può essere impegnato con lei in una relazione platonica, almeno fino al momento in cui lei andrà a letto con il badboy di turno.
In un contesto urban fantasy il suo ruolo può consistere in:
- cercare di convincere la protagonista che i vampiri non esistono e che quindi il badboy che davanti ai loro occhi ha conficcato i denti nel collo alla loro compagna di classe non è un vampiro;
- cercare invano di convincere la protagonista a stare fuori dagli scontri tra vampiri / licantropi / angeli / demoni / fate / ecc...

IL MANGA-FAN
Scrive fan fiction in cui i personaggi hanno nomi asiatici, pur non essendo asiatici.
La maggior parte dei personaggi in questione praticano arti marziali.
Raramente compare in una fan fiction: è appunto colui/colei che la scrive.

LO SCACCHISTA
È un nerd, solo che anziché trascorrere il 100% del suo tempo al computer o a masturbarsi tenendo l’ultimo numero di Playboy davanti agli occhi, dedica a queste attività solo il 50% del tempo e occupa tutto il resto per giocare a scacchi.
Generalmente è un campione di scacchi.
Generalmente porta gli occhiali e viene ridicolizzato dal badboy, che gli rompe gli occhiali.
Talvolta è il migliore amico della Mary Sue puccettosa o del liceale politico. O di entrambi.

IL GIOCATORE DI RUOLO
Partecipa a giochi di ruolo da tavolo o online e ne parla di continuo anche con persone che non conoscono tali giochi.
Di solito è convinto di vivere nel medioevo o all’interno di un manga.
In un contesto urban fantasy potrebbe aiutare la protagonista ad ambientarsi in un’epoca in cui è finita viaggiando nel tempo, prima di essere messo da parte per il badboy.

LO SPORTIVO SCARSO
È un altro possibile candidato per il ruolo di migliore amico della Mary Sue puccettosa.
Gioca a baseball o a football americano.
È scarso, quindi sta sempre in panchina.
Lo chiamano a sostituire il miglior giocatore della squadra rimasto infortunato nel momento decisivo e, grazie a lui, la squadra vince la partita.
Spesso la cheerleader di turno si accorge di lui e accetta finalmente le sue avance, lui però ci ripensa all’ultimo momento e le preferisce la Mary Sue puccettosa.

IL POLIZIOTTO SOSPESO DAL SERVIZIO
Si prende una rivincita nei confronti dei suoi colleghi risolvendo un caso di omicidio.
Generalmente ha un’ex moglie con le fette di prosciutto davanti agli occhi che si è fidanzata con un serial-killer. Quando le aprirà gli occhi risolvendo il caso, lei tornerà insieme a lui. Quasi simultaneamente lui sarà reintegrato al lavoro. A quel punto può esserci un happy ending, oppure potrebbe essere ucciso subito dopo essere rientrato in servizio.