martedì 16 settembre 2014

RECENSIONE: Patricia Highsmith, "Acque profonde"

Pubblicato nel 1957, “Acque profonde” è un romanzo di Patricia Highsmith, autrice di cui ho già avuto modo di parlare tempo fa, dopo avere letto e recensito qualcos’altro di suo.

La trama
Direi che non c’è inizio migliore della quarta di copertina, che riporterò testuale qui di seguito:

Victor è un marito ideale, l’uomo che tutte vorrebbero. Bello, colto, posato, ma amante della compagnia. Melinda è invece la donna che nessun uomo vorrebbe: la classica mogliettina insipiente, carina ma sciatta, superficiale e con pochi interessi, sempre pronta a flirtare con chi si mostra anche solo vagamente disponibile. Nonostante tutto, il loro menage familiare sembra solido e destinato a durare, forse per quegli strani equilibri che si creano all’interno delle coppie. Un giorno però l’equilibrio si spezza, senza preavviso. La razionalità, che aveva sempre guidato Victor, sembra imboccare altra via, e Victor si trasforma in un killer freddo e determinato pronto a farsi giustizia da sé. Un affascinante viaggio nei meccanismi più reconditi dell’inconscio che ci svela come talvolta l’autocontrollo sia solo la più infida delle nevrosi, capace di mutare un uomo apparentemente tranquillo in uno psicopatico omicida.

Vic è il titolare di una piccola azienda, o almeno così mi pare di capire. Melinda è una donna dedita all’alcool che non fa un accidente dalla mattina alla sera, a parte bere. I due hanno una figlia di sette anni, di cui soltanto Vic si occupa. Vic e Melinda in realtà più che una coppia vera e propria sembrano essere separati in casa. Lui la mantiene. Melinda ha una sfilza interminabile di corteggiatori altrettanto propensi all’alcolismo e altrettanto privi di spessore.
A una festa, dopo avere bevuto qualche bicchiere di troppo (nei romanzi della Highsmith TUTTI bevono come spugne) si diverte a far credere a un corteggiatore di Melinda di avere ucciso, in passato, un amante della donna, che è effettivamente morto. Qualcuno ci crede, ma sono di più quelli che non ci credono. Infatti si scoprirà, poco dopo, che quel tizio era stato assassinato da qualcun altro.
Poi, a un certo punto della narrazione, infastidito dalla presenza di un corteggiatore di Melinda particolarmente volgare e insulso, Vic lo affoga in piscina a una delle molteplici feste in cui tutti bevono come spugne. Melinda dà di matto e lo accusa di essere il colpevole, ma la morte passa per accidentale. Di fatto questo è solo l’inizio di un susseguirsi di eventi, che sfoceranno in un imprevisto(?) finale.

Considerazioni varie
In sintesi abbiamo Vic e Melinda, i personaggi principali, che non mi sembrano tanto diversi dai soliti personaggi della Highsmith.
Lui è un uomo che dovrebbe apparirci completamente normale, anche se nel corso del romanzo si lascia dietro tre cadaveri. Come tipico dei romanzi della Highsmith, il protagonista ritiene perfettamente normale lasciarsi dietro tre cadaveri.
Lei è una delle tante oche svampite che si incontrano nei romanzi della Highsmith stavolta più tendente all’alcolismo che di solito: di fatto la maggior parte degli psicopatici hanno mogli oche, nei suoi romanzi.
Di fatto ho avuto l’impressione, seppure finora abbia letto soltanto una minima parte della sua produzione, che la Highsmith abbia la tendenza a mettere in gioco elementi molto simili, tra un romanzo e l’altro.

Valutazione: 3,5/5
Il romanzo è scorrevole e rapido da leggere (l’ho iniziato ieri e, di fatto, l’ho letto soltanto nelle pause al lavoro, a parte stasera), ma a mio parere ha la pecca di farci capire molto in fretta dove l’autrice voglia andare a parare.
Il finale, inoltre, che forse avrebbe dovuto apparirci spiazzante, mi è sembrato non dico scontato, ma quantomeno prevedibile.
I personaggi, inoltre, dal primo all’ultimo mi sono apparsi, seppure ben caratterizzati, un tantino grotteschi e molto poco credibili.


martedì 2 settembre 2014

I Deja-vu dei nipoti della Zia Agatha

Avevo appena 12 anni il giorni in cui “Assassinio sull’Orient Express” mi trascinò nella tana della zia Agatha e fui abbastanza scaltra da evitare la tazza di cianuro corretto con tè che mi sono ritrovata davanti. Credo, circa quattordici anni più tardi, di avere letto circa i due terzi dei romanzi di Agatha Christie e devo dire che si suddividono in due categorie:
- i capolavori del giallo con trama brillante e soluzione brillante;
- i romanzi in cui le trame sono tutto un copia-copia di quelli precedenti in un'altra salsa, che però hanno una soluzione ugualmente brillante.
Questa vuole essere una raccolta di quelli che io chiamo i “cliché della zia Agatha”, che spesso e volentieri più che infastidirmi mi fanno un po’ sorridere.

GLI INGREDIENTI DEL ROMANZO:
- Uomo benestante (leggi: ricco sfondato) di mezza età che vive in una megavilla, generalmente è vedovo e almeno uno dei suoi figli è morto;
- parenti di ogni grado che vivono a sue spese o che vengono invitati a soggiornare a casa sua per un periodo minimo di sei mesi;
- parenti diseredati che vengono comunque invitati a casa sua;
- almeno una delle parenti donne è rimasta vedova prima dei trentacinque anni.

CARRIERA PROFESSIONALE:
- se sei ricco non lavori ma vivi grazie a una non precisata rendita;
- se sei povero/a lavori come maggiordomo / governante / giardiniere / autista / cuoca / cameriera e nel 95% dei casi sei tonto;
- se rientri nel 5% dei non tonti, sei una donna tra i trenta e i trentacinque anni e riceverai molte proposte di matrimonio;
- le uniche altre professioni esistenti sono: medico, agente di Scotland Yard, detective privato.

IL TESTAMENTO:
- l’attività preferita dei ricchi è cambiare di continuo il loro testamento, facendo fare da testimoni a membri del personale di servizio analfabeti;
- il motivo principale per cui diseredano i loro discendenti è che anziché farsi mantenere a vita preferiscono andarsene di casa e lavorare.

FORME DI CORTESIA:
- Ciascuno dà del lei o del voi ai propri amici intimi e a qualsiasi parente oltre il primo grado.

GENTE CHE SI SPACCIA PER QUALCUN ALTRO:
- Qualunque sconosciuto venga ospitato nella casa del ricco benestante, potrebbe nascondersi sotto una falsa identità;
- Gli uomini portano in casa la propria amante spacciandola per la sorella;
- Se un uomo e una donna, fratello e sorella, sono gli unici sopravvissuti a un bombardamento, in realtà lei non è la sorella, ma la cameriera che è anche l’amante di lui e si spaccia per la sorella.

INTENTO OMICIDA:
- Se vuoi uccidere qualcuno e ti presenti a casa sua armato quando è da solo, con tutta probabilità arriverai e scoprirai che è già morto;
- nella situazione di cui sopra, invece di dare l’allarme ti metterai a toccare tutto quello che trovi in giro, facendoti sorprendere con l’arma del delitto in mano proprio mentre sopraggiunge qualcuno.

ALIBI:
- il modo migliore per costruirsi un alibi fasullo è far credere che il delitto sia stato commesso prima o dopo rispetto a quando è stato commesso in realtà;
- il modo migliore per riuscire nell’intento di cui sopra è rompere l’orologio della vittima in modo che si fermi in quella che dovrebbe essere l’ora del delitto.

SCENA DEL DELITTO:
- la scena del delitto viene camuffata ad arte spargendo oggetti di proprietà di chi si vuole che venga accusato del delitto.

ARMA DEL DELITTO:
- nel 90% dei casi le donne avvelenano;
- nel 90% dei casi gli uomini strangolano, ma solo se devono uccidere una donna.

LE INIZIALI:
- tutti hanno oggetti con le loro iniziali, che possono smascherarli come ipotetici colpevoli del delitto;
- non raramente si scopre che l’oggetto in questione è di proprietà di qualcuno di nazionalità russa o di altro paese dove si usa l’alfabeto cirillico e che l’iniziale significava tutt’altro.

RELAZIONI SENTIMENTALI:
- è normalissimo che un uomo faccia una proposta d’amore a una donna che ha appena conosciuto e con cui ha scambiato poche parole;
- è normalissimo che la donna che riceve una proposta d’amore da un uomo che ha appena conosciuto la accetti;
- se una donna è particolarmente sveglia, generalmente riceve almeno tre proposte di matrimonio una di seguito all’altra e generalmente da membri della stessa famiglia.

NAZIONALITÀ:
- Se sei nato in un qualsiasi paese europeo che si affaccia sul Mediterraneo, sei il colpevole;
- Se sei nato in un qualsiasi paese avversario del Regno Unito in una delle guerre mondiali, sei ugualmente il colpevole;
- Se sei belga, ogni tre parole ne devi pronunciare una in francese.


Milly Sunshine per Scrittori della Notte.