Questa è una di quelle recensioni che sicuramente fanno
discutere. Nella mia ignoranza in fatto di TV, quando mi sono ritrovata tra le
mani questo libro (regalo di compleanno della mia amica che già mi ha regalato
altri romanzi che ho recensito per il blog) non avevo idea di chi fosse l’autore.
Si tratta di un personaggio televisivo, quindi ovviamente il mondo si spacca in
due: ci sono quelli che lo elogiano a priori e quelli che lo denigrano a
priori.
Premessa
Non ho idea di che ruolo televisivo ricopra l’autore e
sinceramente non me ne frega niente di chi sia: credo di essere in grado di
valutare – ovviamente basandomi sul limite del mio personale punto di vista,
che non vuole influenzare quello degli altri – un romanzo senza avere
pregiudizi su chi sia l’autore.
Prima impressione
Quando ho letto la quarta di copertina la trama non mi ha
detto granché. Per chiarirci: se avessi dovuto essere io a scegliere quel
romanzo, non so se l’avrei scelto. Dato che qualcuno ha scelto per me, però, ho
pensato che valesse la pena di leggerlo, almeno per poter vedere se mi
sbagliavo oppure no. A posteriori l’impressione che ho avuto... beh, la
troverete nelle valutazioni.
La trama in breve
Steve Nigiotti è un attore trentenne che soffre di
attacchi di panico, che cambia una ragazza al giorno e che non vorrebbe mai
crescere o prendersi delle responsabilità.
Le responsabilità, però, gli piovono addosso da un
momento all’altro, quando alla sua porta suona una sconosciuta che lo informa
che una ragazza che conobbe in un locale, anni prima, e con la quale ha avuto
una relazione durata soltanto una notte, ha avuto una figlia. La bambina, di
sette anni, è figlia sua; ma soprattutto Michi, la madre, è finita in carcere
per traffico di droga.
La vita di Steve cambia radicalmente: la piccola Sara è
figlia sua e lui non può abbandonarla. Non gli resta che prenderla in casa e
cercare di trasformarsi in un buon padre. Non è un compito facile, ma Steve si
renderà conto ben presto che anche lui, dalla convivenza forzata con la figlia
che gli è “piovuta dal cielo”, può imparare molte cose e finalmente riuscire a
risolvere i propri problemi.
Struttura, testo e
personaggi: commenti
Sarò sincera: non ho apprezzato il testo in quanto tale. È
scritto in un linguaggio estremamente colloquiale. È vero che l’autore deve
raggiungere il lettore, ma a mio parere non significa farlo in questo modo. Un romanzo
è un romanzo, non è una conversazione, e rivolgersi al lettore in modo troppo
diretto può significare raccontargli una storia anziché fargliela vivere. Per quanto
riguarda i capitoli, niente da dire, invece: mi sembrano suddivisi con un
criterio abbastanza logico; talvolta hanno dei titoli che non mi sembrano poi
così comprensibili, ma è questione di gusto personale sul quale si può essere d’accordo
oppure no.
Passando oltre devo notare come talvolta il testo venga
utilizzato, tramite il punto di vista del protagonista, per fare una sorta di
predicozzo dal quale si evince che il male del mondo sono Justin Bieber, Lady
Gaga, gli One Direction, la gente che non usa la punteggiatura, blog che “denigrano”
grazie all’anonimato, eccetera... Premetto che sulla punteggiatura e sul
linguaggio SMS sono d’accordo (sulla musica un po’ meno: ognuno è libero di
ascoltare quello che gli pare e, a meno che uno non arrivi al livello dell’ultrà,
onestamente non me ne può fregare di meno di che cosa ci sia nel lettore MP3
della gente che ho intorno, non vado certo a pensare che chi ascolta cantanti che
a me non piacciono o troppo “commerciali” sia una persona peggiore di me),
mentre sui blog che denigrano possiamo parlarne. È vero che certi blogger ci
vanno giù molto pesante e che sembra che scrivere un blog al solo scopo di
denigrare, ma credo che sia limitativo suggerire che utilizzino l’anonimato al
solo scopo di denigrare. Io stessa non metto il mio nome e cognome in quello
che scrivo, perché non sono obbligata a farlo e perché non voglio che le
persone che mi conoscano “dal vivo” possano, tramite Google, fare ricerche sui
miei veri dati e scoprire quello che scrivo. D’altronde per parlare di un libro
o di un film non credo di avere bisogno di esporre la mia carta d’identità. Ritengo
però che la sincerità sia d’obbligo: scrivere critiche costruttive, basati su
elementi precisi, nei confronti di qualcosa non è né denigrare né sparare
sentenze.
Per quanto riguarda i personaggi non sono originalissimi,
ma nella trama in cui sono inseriti non sembrano sfigurare nel contesto in cui
sono inseriti. Il romanzo è narrato in prima persona con il punto di vista di
Steve, ma a mio parere è Sara quella che diviene ben presto il personaggio “principale”,
intorno al quale ruota l’intera vicenda. Apprezzo molto la scelta dell’autore
di avere scelto la prima persona: questo permette di mantenere lo stesso punto
di vista per tutta la durata del romanzo, e questa è sicuramente una scelta che
condivido.
Ciò che continua a non essermi chiaro è quale sia il
pubblico target: la storia viene raccontata come una sorta di favola, e quindi
sembrerebbe in questo adatta a un pubblico giovane, peri l quale potrebbero non
essere particolarmente indicate le scene di sesso descritte in certi tratti. Da
questo punto di vista c’è forse un po’ di confusione.
Valutazione:
2/5
L’ho letto mentre ero al mare, senza aspettarmi niente di
particolare. Non credo di avere altro da aggiungere rispetto a quello che ho
detto: la trovo una lettura da spiaggia, ma niente di più.
È una trama un po’ banale, ma che in certi momenti fa
ridere ed emozionare. E, se questo romanzo non mi ha convinta su tutto il
resto, non posso fare a meno di riconoscergli almeno questo: non sempre, ma in
certi punti coinvolge, e questo è sicuramente un lato positivo.
Per concludere: ho letto sia di meglio sia di peggio. Se l’autore
permette un consiglio da parte di una blogger
sparasentenze, che in qualità di lettrice ritiene comunque di avere un
minimo di voce in capitolo, gli suggerisco due cose:
1) evitare il linguaggio colloquiale nello scritto,
perché può risultare fastidioso (quasi quanto il linguaggio SMS e l’assenza di
punteggiatura);
2) fare maggiore chiarezza su quale sia il suo pubblico di
riferimento.
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