domenica 30 marzo 2014

I personaggi stereotipati - 2^ parte - collaborazione con Dany The Writer

Visto il suggerimento di Dany The Writer, provvedo ad aggiornare i personaggi stereotipati che spesso capita di incontrare.
Non c’è niente di meglio da fare che inserire l’elenco stilato da lui stesso. Sono i vari “NB” sono opera mia.



PERSONAGGI STEREOTIPATI: PARTE SECONDA

di Dany The Writer
con la collaborazione dell'Autrice


Il professore GGGGgiovane, che in genere è di storia oppure di -materia dimenticabile- e che ha:
A) una doppia vita da agente segreto del KGB
B) è un cacciatore di streghe/demoni/vampiri/tronisti di Amici (quali?!) di Maria de Filippi
C) vedovo per un incidente e vede nella protagonista un misto pseudo-incestuoso tra la moglie e la figlia morte in ventre.
In genere si veste trendy secondo gli standard degli anni '90, fallisce miseramente nel tentativo di parlare GGGGGGgiovane, ha l'agilità di uno spadaccino professionista, una macchina sportiva davvero c0000l e gli occhiali da sole risalenti a quando è stato uno Hippie. Diventa per la protagonista pucciosa una sorta di padre adottato.
A VOLTE ANCHE IL RAGAZZO! Se è donna, in gioventù è stata una libertina esperta di marciapiedi e tira-erba che ha messo la testa a posto ma si ricorda come vivere GGGGGGgiovane.

NB. Ovviamente vivere ggggggiovane è considerato imbottirsi di droghe; il professore gggggiovane inoltre spesso da adolescente è stato un hippy, anche se è stato adolescente in un periodo che non c’entra nulla con l’epoca hippy.


Il professore/la professoressa di matematica, della quale nessuno segue le lezioni. Caratterizzata come una ex-nazista dall'accento smacchiato, costei è ignorata H24 ma all'ultimo secondo aiuterà la protagonista con i suoi esami.

NB. Se si tratta di una professoressa, è molto probabile che il migliore amico nerd della protagonista, dopo essere stata rifiutato dalla protagonista, si innamori di lei.


L'amico nero, stylist e rapper, che più o meno nessuno conosce ma che tutti vedono come IL punto di riferimento. Nomi? Jake, Steeeeve, John Johnson III...
In segreto è un super-eroe.

NB. Come tutti i neri stereotipati, ovviamente, si rivolge a chiunque chiamandolo “ehi, amico”.


L'amico/conoscente figlio di un padre che è stato nel Vietnam e ne è uscito shell-shocked. Sa tutto della vita militare e, nel corso della fatale gita di classe che va male, s'improvviserà un misto tra Action Man e Il Tizio sullo Sfondo. Veste "cooool" oppure veste "militaaaaary style".

NB. Eventualmente, in epoca più recente, il padre è stato in Iraq o in Afghanistan.


Il genio portatore di handicap, più o meno leggero. La protagonista lo porterà a lasciare perdere la sua vita da MENTE PERFETTA in cambio di una patetica imitazione del bad boy...che non riuscirà.
30 anni dopo, l'amico portatore di handicap sarà stra-ricco.

NB. E trent’anni dopo è anche riuscito, in qualche modo, a curare il proprio handicap.


La ballerina, rivale delle cheerleader e raffinatissima. Bonus se è russa. Doppio Bonus se è francese. Triplo bonus se è figlia di un francese e di un russo. Quadruplo bonus se sa combattere e ballare il Cigno Nero ALLO STESSO TEMPO.

NB. Questo personaggio, devo ammetterlo, non lo conoscevo. Potrebbe avere risvolti piuttosto interessanti...


L'amica di fede ebraica/ Israeliana nata negli U.S.A.
Probabilmente è una One-Woman-Army che invece di giocare con i trucchi o con le bambole giocava con le mitraglitrici UZI, imparava la Torah tra un calcio volante ed un pugno a gancio e gioca nella squadra di basket.
Fa salti chilometrici perché lei può. Ah, ogni tanto infila una parola di ebraico (MISERAMENTE SBAGLIATO) per precisare "io sono di una fede diversa".

NB. In una commedia romantica non combatte, non gioca con le mitragliatrici UZI, non sa nulla della Torha e non gioca in una squadra di basket. In compenso fa un’apparizione ogni tre pagine, dove generalmente viene ricordato il fatto che è ebrea, nonostante non abbia nessuna rilevanza con la trama.


L'amica cinese.
O è una brutta anattroccola oppure è una bellissima modella teen-ager dal nome "Sarah Lin" o varianti.
In segreto è una W.I.T.C.H. oppure, se il setting non è YA, sa 96678 arti-marziali ed ha una nonna che le fornisce (qualsiasi variante sia) miscugli tra pasticche di saggezza orientale e stoccate di comunismo di Mao.

NB. L’alternativa è l’amica giapponese, che combatte con qualunque tipo di arma.


La sciatrice/le sciatrici tedesche.
Sono bionde, sciano. La loro caratterizzazione finisce qui.
Però ricordiamo ogni 3x2 che sono/è tedesca.

NB. Generalmente si ritrovano in vacanza insieme alla protagonista e al bad boy e il bad boy perde momentaneamente la testa per loro. Alla fine tornano a casa dalle vacanze e non la rivedranno mai più.


L'amico gay che non si rivela.
Niente da dire; da più consigli delle amiche, è BELLIXXIMO e tutte le vogliono ma lui è gay ed il suo sogno è il bad-boy che l'amica gli ruberà.
Da allora odierà le donne e, nel vicino futuro, diventerà un serial Killer xD.

NB. Generalmente il bad boy, terrorizzato dall’idea di essere corteggiato da un uomo, lo perseguiterà dopo avere scoperto che è innamorato d lui.


L'insegnante di danza latino-americana che obbligatoriamente è Caraibico/brasiliano, un seduttore incallito ed è fedele alla protagonista quanto una scarpa sfondata ti protegge dalle pozzanghere alte tre metri nel mezzo di un temporale apocalittico.
Sarà lui che le insegnerà la "dansa dell'ammmòr!" e che la cornificherà miseramente perché "chick-a, tu es troppo jouvane por me!"

NB. Spesso alla fine si pentirà della sua scelta, ma la protagonista sarà felicemente fidanzata col bad boy, con l’aiuto del quale si vendicherà di lui.


Lo spagnolo.
Hai presente Zorro? Spada ed accento caliente? Ecco.
Tutti quelli che vengono dalla spagna sono così secondo l'immaginario delle internazionali fan-fiction becere.
Sono tutti spadaccini con stivali ed accenti calienti usciti fuori dal 1700 (grazie all'Inquisizione, in Spagna è ancora il 1700) e pur essendo nati negli U.S.A. ed essendo andati per tutta la vita in scuole americane, loro parlano con l'accento spagnolo secondo gli italiani (buttaci un secchio di s e quelle due lezioni che ti ricordi dai tempi delle medie).
Quando parlano od agiscono hanno il potere sovrannaturale di innalzare una colonna sonora che nell'immaginario comune suona come una sorta di Carmen affogata di steroidi, tipo questa
Se sono in un setting Urban Fantasy, probabilmente sono eternamente giovani e magici perché maledetti da una zingara...e probabilmente hanno ispirato loro la stesura della Carmen.
E sanno tirare di spada ma con una spada magica e con qualche magia del fuoco perché, essendo spagnoli, sono calienti.
Se fossero russi, spararebbero vodka congelata dagli occhi.
Generalmente si chiama Rojè Maria y Ernandez Fernando y Alonso y Miguèl Caballero y Don Rodrichisciotte.
Oppure Inigo Montoya.
Olè!

NB. Lo spagnolo è generalmente identico a Ricky Martin, nonostante Ricky Martin non sia spagnolo.


Il latino-americano.
La versione "thug" dello spagnolo. Ne incarna i lati peggiori; è uno zoccolaio di prima categoria, spara come un gangster senza colpire un ca***, è un narco-trafficante, è tatuato ed almeno una volta è stato buttato in prigione.
Ha il piglio del duro, ma in carcere era chiamato "Dorothy" dai blacks.
In gruppo.

NB. Generalmente scapperà in Messico e nessuno scoprirà più niente di lui.


L'americano che viene dall'Alabama: costui vive nel mondo dei sogni, ama il suo gran-turco, è già sposato ad una Betty Bell vestita di bianco ed azzurro e giunta vergine (PFTTTTT!) al matrimonio.
La cornifica con il gran turco.
Ha un fucile a canne-mozze, la saggezza della campaga (che spartisce con il farm-boy del Kansas) e sa che "ci sono cose nella palude".
Suo padre, se il setting è Urban Fantasy, ha combattuto: nella seconda Guerra Mondiale, nella prima, nella guerra d'indipendenza e nella guerra civile americana. Aveva degli schiavi e pensa ancora che la canapa sia il più grande materiale tessile della storia.

NB. È identico all’americano che viene dal Texas, con la sola eccezione che porta il cappello da cow-boy soltanto di giorno e, almeno per andare a letto, se lo toglie.


Il farm-boy del Kansas: fortissimo, solare, saggio, giocatore di foot-ball...
Praticamente è Clark Kent di Smallville, ma non è nato su Krypton. Se il setting è Urban Fantasy, lui è un lupo mannaro.

NB. È anche l’altro grande ammmmmore della protagonista, che però alla fine lo mollerà per tornare insieme al bad boy.


L'amico indiano.       
Boh, di lui non sappiamo niente perché sono tutte copie di Jake di Twilight...IL CHE è TUTTO DIRE.
Esiste per i diritti dei nativi americani e poco più.
Urban Fantasy: è uno sciamano. Oppure un muta-forma. Oppure uno sciamano muta-forma. Se la situazione lo richiede lui può evocare un bufalo, estrarre l'ascia di guerra e lasciare che la polvere degli antenati (cocaina) lo guidi a salvare la sua bella.
Bella che gli verrà fregata dal Bad Boy inutile.

NB. Se il setting è un’epoca passata anziché i giorni nostri, è uno sgrammaticato che in qualunque frase, anziché coniugare i verbi, li lascia all’infinito.


Il geek della fantascienza.
Non sappiamo perché sia con noi, ma nel setting Urban Sci-fantasy è un alieno in incognito.
Alieno che è più magico che altro, ma vabbè. Probabilmente voleva nascere in Solaria, ma all'anagrafe Solariana l'hanno scartato perché non li servono mezze cartucce ma soldati da mandare al macello.

NB. Non sarebbe stato un buon fantaccino! :D


La founder di un forum di scrittura:
Si vociferi esista, ma non abbiamo prove concrete. Alcuni dicono sia dotata di POTERI IMMENSI, altri che sia dotata di POTERI IMMENSI e di una SFIGA INESAURIBILE al volante.
Ogni tanto potrebbe apparire, stile pokèmon leggendario, e...boh, stare sullo schermo. In realtà scrive gialli.
Che crea in vita reale, lei stessa.
Sul capo le pendono 76697708 condanne per omicidio.

NB. Io invece sono convinta che sia una creatura leggendaria...


L'amica rossa.
...si chiama fan-service. Esiste solo per ricordare che, si, ci sono persone rosse di capelli.
E tanto per non deludere il detto, nel 90% dei casi è una ZOCCOLONA.

NB. Se è un’amica della protagonista, va a letto con tutti tranne che con i ragazzi che piacciono alla protagonista.


L'amico italiano o italo-americano.
Cuoco nato, amatore, cornificatore, probabilmente si chiama "Joey" o "marcoou" ed esiste per...non ne ho idea, alle volte appare soltanto perché bisogna ricordare al pubblico statunitense che in America ci sono tanti italo-americani.
Può essere un ganster.
Urban Fantasy: è il figlio di un legionario immortale che non può morire finché non recupera l'aquila della sua legione. Perché i romani sono arrivati in America, eh! Sono arrivati ovunque, anche in altri mondi.
Se Roma avesse chiamato tutte le legioni disperse in fiction e fantasy, avrebbe disintegrato i barbari con testuggini spara-fuoco e gladi in acciaio-diamante.
Se la protagonista scopre che è un antico romano, lui si presenterà dicendo "Ego sum Maximo Aquila Meridio, Filius Maximus Aquilion Meridio, prefectus IXXX legio Vesturiis et..."
La protagonista lo userà per avere la sufficienza in latino.

NB. Se ha origini italiane è necessariamente siciliano o napoletano, oppure è un gondoliere veneziano che mentre è in gondola canta canzoni napoletane.


Il Reiner.
Costui parla tedesco, sembra tedesco ma non è tedesco.
No, lui è PRUSSIANO.
Lo vorrà ricordare sempre. Biondo, alto, filosofo guerriero...se non ci fosse stata quella piccola cosa chiamata Seconda Guerra Mondiale, la sua famiglia sarebbe la famiglia -nome tedesco- von -cosa tedesca- baronen di Berlinen.
Purtroppo...
Nello Urban Fantasy è un gigante; può trasformarsi in un gigante corazzato alto 18 metri e seminare morte e distruzione urlando "REINEEEEEEEEER!"
Cognome solito? Van Basten, Van Dyke, Von Buren, Van Aufauchesghetllhemm, Van Ackermann, Van Jager, Pinco Pallo, Hitler...

NB. L’alternativa più probabile è che il nome sia Van Dyke, che viene pronunciato “VAN DAIK”, anche se in tedesco dovrebbe pronunciarsi più o meno “FAN DIUKE”.


sabato 29 marzo 2014

Recensione: "La mummia" di Anne Rice

Pubblicato alla fine degli anni '80, "La mummia" di Anne Rice al giorno d'oggi potrebbe essere catalogabile come urban fantasy, definizione che credo non fosse usata a quell'epoca.

Trama
1914. L'egittologo Lawrence muore, avvelenato dal nipote Henry, proprio dopo avere scoperto la tomba di Ramses II il Dannato, faraone egizio vissuto molti millenni prima. Il sarcofago e la mummia del faraone finiscono nella casa londinese di Lawrence, dove vive la figlia ventenne Julie. Oltre a sarcofago e mummia, giungono lì anche degli antichi scritti di Ramses, tradotti da Lawrence, nei quali sosteneva di essere il faraone Ramses I, sopravvissuto alla morte grazie a un filtro di immortalità e risvegliato dalla regina Cleopatra.
Julie non crede a quella storia almeno finché, mentre il sarcofago è aperto per permettere agli ospiti in visita di vedere la mummia, rimane da sola col cugino Henry. Quando lui cerca di ucciderla come ha fatto con lo zio, per questioni di eredità, Ramses si risveglia e le salva la vita.
Henry fugge e racconta la strana storia, a cui nessuno crede... a parte Elliot, amico ed ex amante di Lawrence, nonché padre di Alex, il fidanzato di Julie, e Samir, assistente egiziano di Lawrence.
Ramses, in un primo momento in difficoltà ad ambientarsi in un mondo molto diverso da quello in cui era vissuto, si spaccia per un egittologo amico di Lawrence e chiede a Julie di accompagnarlo in Egitto, dove è intenzionato a ritrovare la sua amata Cleopatra e riportarla in vita grazie al filtro di immortalità che lei aveva rifiutato di prendere millenni prima.
Accompagnati da Elliot, Alex, Samir e Henry (che poi li abbandonerà per stabilirsi a casa di una sua nuova amante), i due intraprendono il viaggio.
Ramses, nonostante allacci una relazione con Julie, è ancora intenzionato a riportare in vita Cleopatra e, quando finalmente ci riesce, le cose non vanno proprio come credeva e Cleopatra inizia a seminare vittime...

I personaggi
JULIE: ha una ventina d'anni e, grazie al lavoro del padre, si è appassionata a sua volta all'antico Egitto (al punto tale da essere disposta a tenersi una mummia in casa). Si ritiene una donna emancipata e, per la propria epoca, probabilmente lo è. A me sembra anche un po' svampita, perché se io vedessi una mummia viva che si toglie le bende, non penso che per prima cosa penserei "quest'uomo è dannatamente sexy".
RAMSES: è vissuto millenni prima e, fingendo di essere morto ed essere stato mummificato, ha dormito a lungo nella sua tomba. Una volta che si ritrova nel Novecento, non sempre riesce ad adeguarsi alle usanze della nuova epoa.
ELLIOT: è un uomo di mezza età gravemente malato, che spera, più che altro per motivi economici, che suo figlio Alex possa sposarsi al più presto con la ricca Julie. E' stato un grande amico del padre di quest'ultima, con il quale ebbe anche una relazione clandestina. Il suo più grande desiderio è, da un certo punto in poi, quello di procurarsi l'elisir di vita eterna.
HENRY: giocatore d'azzardo che ha dilapidato tutto il proprio patrimonio, continua a sperperare con le proprie amanti e con il gioco d'azzardo i soldi che gli passa il padre. Non è benvisto da nessuno e tutti sembrano intuire fino a che punto sia disposto a spingersi per denaro.
SAMIR: assistente egiziano che lavorava insieme a Lawrence, è uno dei personaggi che credono con meno difficoltà alla storia di Ramses. Una volta scoperto che si tratta di un antico faraone, diviene un suo devoto sostenitore.
ALEX: unico(?) figlio di Elliot, è un ragazzo piuttosto spensierato... e anche piuttosto svampito, visto che, quando viene sedotto da Cleopatra, sembra non essere più capace di pensare con la testa...
CLEOPATRA: personaggio in assoluto meno caratterizzato, mi è sembrata il tipico personaggio stereotipato per cui tutti gli uomini perdono la testa (indipendentemente dal loro orientamento sessuale - vedi Elliot, che peraltro è gravemente malato ma pare non avere difficoltà di erezione)... infine uccide chiunque senza un motivo ben preciso...

Valutazione finale: 4/5
L'ho trovato un romanzo molto piacevole, soprattutto nella prima parte ambientata in Inghilterra, mentre viene un po' a scadere, secondo me, in quella ambientata in Egitto, dove talvolta inizia a divenire ripetitivo e un po' banale.
Ho qualche perplessità anche sul finale (peraltro molto frettoloso, a mio parere): Julie decide che, per rimanere accanto a Ramses, ATTENZIONE SPOILER!, prenderà anche lei il filtro di vita eterna... questo sebbene conosca Ramses da pochissimo tempo e non ci sia nessuna fretta (dato che Ramses viene comunque descritto come un uomo che ha parecchi anni più di lei) di decidere se rimanere immortale per lui oppure no. Mi è sembrata un po' un'anticipazione delle attuali protagoniste degli urban fantasy, che dopo avere incontrato il loro grande ammmmmmmmore, rinunciano a tutto per lui.

domenica 23 marzo 2014

Personaggi da fanfic ispirata dalla famigerata sindrome della Mary Sue (AKA trasposizione su carta dei peggiori teen drama americani)

Addentriamoci oggi nei personaggi tipici delle fan fiction poco originali che talvolta si leggono su EFP o siti affini. Mi riferisco a quei racconti ambientati nel mondo di oggi, generalmente ispirati ai teen drama americani, che vengono scritti generalmente da ragazzine delle scuole medie.

Let’s go!

LA MARY SUE PUCCETTINA
La protagonista è generalmente una versione idealizzata dell’autrice della fan fiction, catapultata in un mondo di balli scolastici, cheerleader e gente che a scuola fa di tutto tranne che studiare. A seconda dei risultati scolastici dell’autrice potrà essere una studentessa mediocre che ritiene di essere vittima di complotti ingiustificati per il fatto che riceve voti mediocri oppure una studentessa brillante che, anziché essere benvista dai compagni di scuola desiderosi di copiare, è detestata da questi ultimi.
Generalmente è:
- né bionda né mora, con i capelli di tonalità tra il castano chiaro e il castano scuro;
- né alta né bassa, né magra né grassa;
- né bella né brutta, viene vista come brutta dalle sue rivali e come bellissima dai ragazzi.
Il vestiario di questa ragazza estremamente pucciosa in genere è composto da:
- magliette e felpe extralarge;
- jeans (spesso strappati);
- Converse (non importano le condizioni meteo: le Converse non vengono utilizzate soltanto in primavera in città, ma anche d’estate in spiaggia o d’inverno al posto degli scarponi da sci).
La Mary Sue puccettina è sempre buona e gentile con tutti, a meno che non sia una Mary Sue puccettina e sofisticata che in tal caso sarà buona e gentile con tutti tranne che con i seguenti individui (di sesso femminile, oppure di sesso maschile se non hanno un bell’aspetto):
- chi ascolta musica ritenuta da lei troppo commerciale;
- chi non legge romanzi classici;
- chi non ha l’abitudine di guardare film strappalacrime della durata minima di tre ore e mezza.

L’AMICO D’INFANZIA E/O FIDANZATO NERD CON GLI OCCHIALI
La Mary Sue puccettina, in genere se la sua età è inferiore a 16 anni, ha generalmente un amico inseparabile o in alternativa un ragazzo (i due ruoli sembrano essere intercambiabili) secchione, appassionato di videogiochi, che si veste in modo poco curato, che porta gli occhiali e a cui non è ancora spuntata la barba.
Generalmente l’amico è innamorato di lei fin da quando la conosce, ovvero dalla primissima infanzia (perché ovviamente ai bambini in fasce è perfettamente chiaro il concetto di innamoramento) ed è disposto a seguirla ovunque vada.
Contrariamente agli altri ragazzi non è uno stalker, non compie azioni pericolose e non la stressa ogni cinque minuti. Ciò nonostante le sue speranze di essere preso in considerazione sono meno di zero, non appena la Mary Sue puccettina si renderà conto che i nerd con gli occhiali non sono fighi.

LA MIGLIORE AMICA CHE DEVE DIMAGRIRE
La migliore amica della Mary Sue puccettina generalmente ha sempre la testa tra le nuvole, ha i capelli biondi, è generalmente in sovrappeso di almeno venti chili e anziché vestirsi in modo da camuffare le proprie rotondità finisce per metterle in mostra dato che ha poco stile (per la descrizione di questo tipo di personaggio viene probabilmente presa come guru René Zelwegger all’epoca della serie di “Bridget Jones”).
I suoi argomenti di conversazione sono:
- diete improbabili;
- ragazzi fighi con cui la Mary Sue puccettina dovrebbe provarci;
- risse in cui è stata coinvolta con le rivali della Mary Sue puccettina.
Generalmente il suo ruolo è quello di ruota di scorta per il nerd con gli occhiali, che con lei consolerà il proprio cuore spezzato dalla Mary Sue puccettina.

LE CHEERLEADER
Le cheerleader avversarie della Mary Sue puccettina in genere sono un gruppetto composto tra tre o quattro elementi, in cui c’è comunque una leader, nemica principale della protagonista.
La leader delle ragazze pon-pon in genere corrisponde ai seguenti requisiti:
- ha i capelli tinti (in genere di biondo platino, oppure castani con mèche bionde);
- ha il seno prosperoso;
- si veste sempre e comunque con la divisa da cheerleader, in qualunque condizione atmosferica e in qualunque luogo;
- nelle fanfic di un tempo portava i tacchi a spillo sempre e ovunque, da quando sono tornate di moda le Converse invece anche lei porta sempre le Converse;
- ama lo shopping ed essendo ricca può comprare tutto quello che vuole (se invece non è ricca finge di esserlo e, fuori dalla scuola, lavora tutta la sera per potersi pagare quello che compra).
In pratica la cheerleader classica è identica a Pamela Anderson, si veste come Avril Lavigne e trascorre tutto il proprio tempo in giro per i negozi.
Le sue amiche, a seconda del tipo di scenario, possono essere:
- identiche a lei con i capelli tinti dello stesso colore;
- una mora e una rossa;
- un’afroamericana e un’asiatica se la fanfic è ambientata in America.
Tra la Mary Sue puccettina e le cheerleader corre un odio viscerale che risale a molto tempo prima, che raramente ha un vero e proprio fondamento.

IL BAD BOY FIGO ED ESTREMAMENTE STYLISH
Il bad boy di turno è generalmente un individuo particolarmente sexy, che generalmente si trasferisce nella scuola frequentata dalla Mary Sue puccettina (o in alternativa lei lo conosce da quando hanno iniziato la scuola, ma non ha mai avuto il coraggio di parlargli), della quale quest’ultima si innamora follemente, nonostante lui sia già felicemente fidanzato (generalmente con la cheerleader).
Il bad boy figo ed estremamente stylish generalmente corrisponde a questi requisiti:
- usa un intero barattolo di gel per acconciarsi i capelli;
- si veste di nero, generalmente firmato;
- ha una moto e il motivo principale per cui ce l’ha è perché il fatto di possederla lo rende figo;
- se non ha una moto, ha un’auto di lusso, per lo stesso motivo di cui sopra;
- spesso usa la moto di cui sopra (o in alternativa l’auto) per partecipare a corse clandestine (che ovviamente vince sempre lui);
- è straricco, oppure se non lo è, è un giocatore d’azzardo che vince sempre;
- fuma come una ciminiera;
- beve come una spugna, ma non si ubriaca mai;
- si comporta da stalker con la protagonista;
- a scuola non fa un emerito cavolo dalla mattina alla sera (ma spesso ha voti alti).
In pratica è un immenso tamarro a cui tutte cadono ai piedi.

LA MADRE ASSENTE E LAMENTOSA
La Mary Sue puccettina ha in genere una madre (vedova, divorziata o ragazza madre) che non è mai in casa, o perché svolge un lavoro per cui è spesso fuori casa quando la protagonista non è a scuola (es. medico o infermiera in ospedale), o perché semplicemente preferisce andare in giro per i cavoli propri.
In genere il suo ruolo principale è quello di fare prediche interminabili alla figlia o impedirle di uscire di casa perché l’ha vista parlare con un suo compagno di scuola di sesso maschile (a parte l’amico d’infanzia nerd con gli occhiali, che è naturalmente tollerato dalla madre, che spesso vorrebbe vederlo fidanzato con sua figlia).

IL PADRE CHE LAVORA 20 ORE AL GIORNO
Il padre che lavora 20 ore al giorno è vedovo (la Mary Sue puccettina generalmente ha solo un genitore vivente e se ne ha due uno dei due è sparito nel nulla da molto tempo) da molti anni e l’unico interesse che ha è la vita professionale (generalmente questo tipo di personaggio è un imprenditore, un manager o qualcosa del genere), tanto da rendersi a malapena conto di avere una figlia (che generalmente ha come unica figura di riferimento una vecchia donna delle pulizie).
Di solito da un giorno all’altro, tornando a casa e trovando sua figlia in atteggiamenti intimi con il bad-boy tamarro di cui sopra, si rende conto che la figlia è cresciuta. A quel punto deduce che lui non capisce niente dell’universo femminile e, sicuro che il bad-boy tamarro non è il ragazzo ideale per sua figlia, alla quale ha già combinato un matrimonio con il figlio del suo socio in affari, affida alla donna delle pulizie l’incarico di spingere la ragazza tra le braccia di quest’ultimo.

LA DONNA DELLE PULIZIE VINTAGE
Visto che i genitori spesso non sono partecipi nella vita della figlia e che c’è bisogno di qualcuno che si occupi di lei, di solito è una donna delle pulizie avanti con gli anni a occuparsene.
I requisiti a cui questa figura corrisponde sono questi:
- ha più o meno 50 anni;
- ha i capelli grigi e si veste con uno stile dei primi del Novecento;
- quando parla dell’epoca in cui era giovane, sembra che anziché parlare degli anni Ottanta stia parlando del medioevo;
- in giovane età anche lei sognava segretamente di essere posseduta selvaggiamente da un bad-boy tamarro e di annientare le cheerleader perciò, nonostante disapprovi a parole gli intenti della Mary Sue puccettina, finge di non accorgersi di niente quando quest’ultima si inventa delle scuse per uscire e andare a incontrare il ragazzo dei suoi sogni.

sabato 8 marzo 2014

Recensione: "La seduzione dell'acqua" di Carol Goodman

Ho un'altra recensione da presentarvi, di un romanzo che ho letto questa settimana.

La trama
Iniziamo dalla quarta di copertina:
Secondo una leggenda irlandese, una volta l’anno la selkie abbandona la sua pelle di foca e viene a riva nelle sembianze di una bellissima fanciulla. S’innamora dell’uomo che trova la sua pelle, ma per amarlo deve rinunciare alla felicità.
La favola della selkie ossessiona Iris. Sua madre gliela raccontava ogni sera, nel grande albergo di proprietà della famiglia, prima di morire in circostanze misteriose. Trent’anni dopo, questa madre perduta è ancora molto presente nella esistenza irrisolta di Iris, che vive a New York e aspira a diventare, come la madre, una scrittrice di successo. È per inseguire questo sogno che Iris fa ritorno all’Hotel Equinox. Cercherà di ritrovare l’ultimo manoscritto della madre, l’episodio finale di una trilogia dedicata alle fate foca.
Così, nel grigio presente di Iris irrompe un passato indecifrabile, in cui la verità sulla madre si confonde con il triste destino della selkie. Ma nell’atmosfera rarefatta e decadente dell’albergo, che da un dirupo si affaccia sulle acque scintillanti del fiume Hudson, qualcun altro sta seguendo la stessa pista, e lo fa senza troppi scrupoli.

Iris è una scrittrice, ma per guadagnarsi da vivere fa l'insegnante, per gli immigrati che vogliono imparare la lingua e per i carcerati che vogliono prendere il diploma. Tra questi ultimi c'è Aidan che, quando viene rilasciato, chiede aiuto a Iris per trovare un lavoro. Iris lo porta con sé all'hotel, che è appena stato comprato da un nuovo proprietario, dove lei lavorerà come direttrice e lui come giardiniere - e dove tra i due nasce una relazione.
All'Hotel sono presenti anche molte persone che hanno avuto a che fare con la madre di Iris, sulla cui morte ci sono ancora tanti interrogativi aperti.
Nel frattempo Iris cerca nei romanzi di sua madre un indizio... e lo trova: c'è un gioiello di inestimabile valore, che potrebbe essere stata la causa della sua morte; c'è inoltre una ragazza morta suicida molti anni prima, che con la madre di Iris sembrava avere qualcosa a che fare...

Struttura e personaggi
Il romanzo è narrato in prima persona, al presente, ma ci sono numerosi flashback, di un passato lontano oppure recente, al passato remoto. Si alternano spesso stralci dei romanzi della madre di Iris, in cui la protagonista cerca indizi per scoprire qualcosa su di lei.
A mio parere, però, è piuttosto lento: dovrebbe essere un thriller, con un'ampia parte introspettiva, ma fino a tre quarti di romanzo non solo non si vede un cadavere (quando ci sarà, sarà quello di Joseph, un anziano dipendente dell'hotel, e i sospetti cadranno su Aidan, che invece era lì per caso e si è pure preso una botta in testa dall'assassino), ma nemmeno si ha l'impressione che possa accadere un delitto.
Per quanto riguarda i personaggi, quelli principali sono ben caratterizzati; a loro si alternano però parecchi personaggi a mio avviso abbastanza inutili (come Jack, il fidanzato(?) pittore di Iris, che fa due comparse in tutto, nel romanzo).

C'è un po' troppa confusione...
Secondo me mancano un po' di spiegazioni, oppure non sono sufficientemente chiare. In particolare mi pongo due domande. Una riguarda le dinamiche alla base dell'omicidio della madre e spoilererei troppo se ne parlassi, mentre l'altra posso pormela senza eccessive difficoltà: se attraverso una vetrata Iris e Jack hanno visto Aidan andare nella stanza di Joseph e Joseph che veniva buttato fuori da una vetrata(?), com'è possibile che non abbiano visto anche l'assassino? Sospetto fortemente che la risposta sia "perché è più stylish se Aidan viene ingiustamente incolpato del delitto".

Valutazione: 3/5.
Della Goodman avevo già letto "Il lago delle lingue morte" (che ho recensito l'anno scorso CLICK) e l'avevo trovato molto più avvincente.
Inoltre questa è stata una rilettura. Molte cose non me le ricordavo affatto, quindi credo che sia un romanzo che, a distanza di anni, non ha avuto il potere di farsi ricordare.

venerdì 7 marzo 2014

Recensione: "ARCANA" di Maxime Chattam

"Les Archanes du Chaos", questo è il titolo originale, è un romanzo dell'autore francese Maxime Chattam che, a quanto ho avuto modo di scoprire, è autore di una trilogia thriller che non ho letto.
"Arcana" è invece un romanzo autoconclusivo, uscito nel 2006 in Francia e giunto in Italia un anno più tardi.

La trama
Quella riportata di seguito è la quarta di copertina:
Yael Mallan è una giovane donna come tante. Nubile, ha un lavoro e vive a Parigi nell’appartamento che le hanno lasciato i genitori dopo il loro divorzio. Una vita quasi normale la sua, se non fosse per quegli strani fenomeni che all’improvviso la fanno precipitare nel caos...
Da qualche tempo in casa vede ombre riflesse dentro gli specchi, avverte suoni vagamente minacciosi di cui non riesce a individuare la fonte e legge oscuri messaggi sullo schermo del computer: “Siamo qui, accanto a voi. Siamo dall’altra parte”.
Cosa le sta succedendo? Chi sono le misteriose entità che la invitano a “guardare dietro le apparenze”? Yael è terrorizzata e si domanda se per caso non stia diventando pazza. D’impulso decide di chiedere aiuto a Thomas, un simpatico giornalista canadese conosciuto da poco. No, Yael non è pazza. Anche lui vede gli enigmatici messaggi in codice che contengono riferimenti a misteriose sette del passato. Gli Illuminati, l’Ordine dei Teschi e delle Ossa... Yael e Thomas accettano la sfida delle fantomatiche Ombre ma ben presto, braccati da sicari che hanno l’ordine di eliminarli, sono costretti alla fuga, da Parigi a Ginevra fino negli Stati Uniti, sulle tracce di indizi sempre più intricati e inquietanti. Le loro scoperte fanno emergere un’ipotesi tanto agghiacciante quanto realistica: quella di una cospirazione a livello planetario per condizionare gli eventi della storia e della politica. Solo una persona crede a questa teoria: un amico di Thomas, che nel suo blog ha raccolto un’impressionante documentazione per suffragarla. E se davvero la realtà in cui viviamo non fosse altro che illusione, menzogna, manipolazione?

Di fatto non c'è molto di più da dire, se non che mi è sembrava una puntata di "Voyager". Si passava dall'affondamento del Titanic, all'omicidio di Kennedy, all'attentato al World Trade Center... Insomma, ci mancavano soltanto i Maya, gli alieni, gli Antichi Egizi, Hitler emigrato in Brasile e i messaggi subliminali nelle canzoni e poi tutto era al completo....

Struttura e personaggi
Il romanzo alterna vari capitoli di azione con singoli capitoli, piazzati a mio parere senza una particolare logica, che dovrebbero essere estratti del blog di uno dei personaggi, che parlano della politica americana, del presidente Bush e delle motivazioni economiche alla base delle guerre in Afghanistan e in Iraq.
Questo a mio parere rende il romanzo meno scorrevole di quanto avrebbe potuto essere e tende anche a confondere le idee dato che:
- il romanzo è ambientato diversi anni prima rispetto ai fatti di cui si parla nel blog di quel personaggio;
- i fatti di cui si parla nel blog di quel personaggio sono collegabili soltanto lontanamente al resto della trama.
I personaggi a mio parere sono spesso poco sviluppati e agiscono in modo tutt'altro che verosimile. La giustificazione che viene utilizzata è che Yael (che racconta di avere allucinazioni e invita a casa sua per questo un perfetto sconosciuto!) è una pedina manovrata da membri di un'organizzazione superiore e che quindi non si comporta come vuole lei, ma come vogliono loro.
Questo comunque è niente: ATTENZIONE SPOILER... quando uno dei vari cospiratori appartenenti a un'organizzazione segreta (sulla quale ho le idee poco chiare dato che, a mio parere, non è mai stato spiegato molto bene come funzionino le cose in questo romanzo) vuole uccidere Yael nel finale, che cosa fa? Le offre da bere... e la avvelena, come in un buon vecchio romanzo della zia Agatha? Ma neanche per sogno! Le mette un sonnifero e se ne va, lasciandola lì a risvegliarsi con delle buste chiuse da aprire in un'occasione speciale. Poi, spacciandosi per Thomas (con cui Yael non vuole più avere niente a che fare), le dà un appuntamento in un ristorante in cima al World Trade Center, che sta per essere attaccato (non si capisce bene se l'attentato l'abbia organizzato lui o ne sia al corrente)... A rendere il finale ancora più trash, un attimo prima dell'attentato Yael apre le buste, in presenza di Thomas anche lui chiamato lì con l'inganno, realizzando quello che sta per accadere.
Quando sono arrivata all'ultima pagina, lo confesso, sentivo veramente la mancanza di un'astronave aliena atterrata per caso.

Valutazione finale: 2/5
Per come era iniziato, poteva essere un romanzo avvincente e carico di suspense. Per come è finito, mi è sembrato un calderone in cui infilare teorie del complotto tra l'altro non sempre funzionali alla trama.