sabato 8 marzo 2014

Recensione: "La seduzione dell'acqua" di Carol Goodman

Ho un'altra recensione da presentarvi, di un romanzo che ho letto questa settimana.

La trama
Iniziamo dalla quarta di copertina:
Secondo una leggenda irlandese, una volta l’anno la selkie abbandona la sua pelle di foca e viene a riva nelle sembianze di una bellissima fanciulla. S’innamora dell’uomo che trova la sua pelle, ma per amarlo deve rinunciare alla felicità.
La favola della selkie ossessiona Iris. Sua madre gliela raccontava ogni sera, nel grande albergo di proprietà della famiglia, prima di morire in circostanze misteriose. Trent’anni dopo, questa madre perduta è ancora molto presente nella esistenza irrisolta di Iris, che vive a New York e aspira a diventare, come la madre, una scrittrice di successo. È per inseguire questo sogno che Iris fa ritorno all’Hotel Equinox. Cercherà di ritrovare l’ultimo manoscritto della madre, l’episodio finale di una trilogia dedicata alle fate foca.
Così, nel grigio presente di Iris irrompe un passato indecifrabile, in cui la verità sulla madre si confonde con il triste destino della selkie. Ma nell’atmosfera rarefatta e decadente dell’albergo, che da un dirupo si affaccia sulle acque scintillanti del fiume Hudson, qualcun altro sta seguendo la stessa pista, e lo fa senza troppi scrupoli.

Iris è una scrittrice, ma per guadagnarsi da vivere fa l'insegnante, per gli immigrati che vogliono imparare la lingua e per i carcerati che vogliono prendere il diploma. Tra questi ultimi c'è Aidan che, quando viene rilasciato, chiede aiuto a Iris per trovare un lavoro. Iris lo porta con sé all'hotel, che è appena stato comprato da un nuovo proprietario, dove lei lavorerà come direttrice e lui come giardiniere - e dove tra i due nasce una relazione.
All'Hotel sono presenti anche molte persone che hanno avuto a che fare con la madre di Iris, sulla cui morte ci sono ancora tanti interrogativi aperti.
Nel frattempo Iris cerca nei romanzi di sua madre un indizio... e lo trova: c'è un gioiello di inestimabile valore, che potrebbe essere stata la causa della sua morte; c'è inoltre una ragazza morta suicida molti anni prima, che con la madre di Iris sembrava avere qualcosa a che fare...

Struttura e personaggi
Il romanzo è narrato in prima persona, al presente, ma ci sono numerosi flashback, di un passato lontano oppure recente, al passato remoto. Si alternano spesso stralci dei romanzi della madre di Iris, in cui la protagonista cerca indizi per scoprire qualcosa su di lei.
A mio parere, però, è piuttosto lento: dovrebbe essere un thriller, con un'ampia parte introspettiva, ma fino a tre quarti di romanzo non solo non si vede un cadavere (quando ci sarà, sarà quello di Joseph, un anziano dipendente dell'hotel, e i sospetti cadranno su Aidan, che invece era lì per caso e si è pure preso una botta in testa dall'assassino), ma nemmeno si ha l'impressione che possa accadere un delitto.
Per quanto riguarda i personaggi, quelli principali sono ben caratterizzati; a loro si alternano però parecchi personaggi a mio avviso abbastanza inutili (come Jack, il fidanzato(?) pittore di Iris, che fa due comparse in tutto, nel romanzo).

C'è un po' troppa confusione...
Secondo me mancano un po' di spiegazioni, oppure non sono sufficientemente chiare. In particolare mi pongo due domande. Una riguarda le dinamiche alla base dell'omicidio della madre e spoilererei troppo se ne parlassi, mentre l'altra posso pormela senza eccessive difficoltà: se attraverso una vetrata Iris e Jack hanno visto Aidan andare nella stanza di Joseph e Joseph che veniva buttato fuori da una vetrata(?), com'è possibile che non abbiano visto anche l'assassino? Sospetto fortemente che la risposta sia "perché è più stylish se Aidan viene ingiustamente incolpato del delitto".

Valutazione: 3/5.
Della Goodman avevo già letto "Il lago delle lingue morte" (che ho recensito l'anno scorso CLICK) e l'avevo trovato molto più avvincente.
Inoltre questa è stata una rilettura. Molte cose non me le ricordavo affatto, quindi credo che sia un romanzo che, a distanza di anni, non ha avuto il potere di farsi ricordare.

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