Si ricorda che
questa recensione è realizzata con il mio punto di vista e che non ho
intenzione di influenzare nessuno.
Prima impressione
Il primo effetto che mi ha fatto questo romanzo quando ho
letto la quarta di copertina? Sarò sincera: mi aspettavo un romanzo
strappalacrime, cosa che mi ha fatto rimandare un po’ la lettura, perché di
deprimermi proprio non ne avevo voglia. Non posso fare a meno, a posteriori, di
realizzare che mi sono sbagliata.
Segnalo che il titolo originale era “One upon a list”,
che suona bene in inglese, ma tradotto letteralmente avrebbe suonato da schifo,
detta come va detta.
La trama in breve
Clara, perennemente depressa da quando è rimasta
prematuramente vedova, si appresta a tornare a casa di sua madre in occasione
della celebrazione della festa del Ringraziamento.
Proprio a casa di sua madre riceve un pacco postale:
glielo ha spedito la sua maestra delle elementari, contiene un lavoro fatto
quando aveva dieci anni, nel quale è inclusa una lista di desideri che si poneva
di realizzare entro il suo 35esimo compleanno, in quanto credeva che fosse
quella l’età massima che avrebbe potuto raggiungere, dal momento che suo padre
aveva soltanto 35 anni quando morì a causa di un attacco di cuore.
Clara aveva ovviamente dimenticato quella lista di
desideri, alcuni dei quali sono decisamente infantili. L’ultimo della lista è
quello di riuscire a baciare il ragazzino che le piaceva all’epoca. È proprio
incontrando quest’ultimo, ora ultratrentenne, in una bottega, che Clara istintivamente
lo bacia, riuscendo a realizzare uno dei suoi desideri di un tempo.
Quell’azione la fa sentire più viva di quanto avrebbe potuto immaginare e,
spinta anche dal fratello, decide di realizzare tutti i suoi desideri entro il
35esimo compleanno, al quale mancano ormai pochi mesi.
Al suo fianco, a sostenerla in questa impresa, sono
sempre presenti non solo suo fratello Leo, ma anche il suo amico d’infanzia
Lincoln (anch’esso rimasto prematuramente vedovo).
Struttura, testo e
personaggi: commenti
Il testo, scritto in terza persona, è sempre scorrevole,
anche se ho avuto l’impressione che in certi momenti l’autrice pasticciasse un
po’ con il punto di vista, che è pressoché sempre quello di Clara... a parte in
certe occasioni in cui si passa ad altri personaggi. Questo, comunque, non
dovrebbe essere un problema: è che io con certi dettagli ultimamente sono
fissata!
La suddivisione dei capitoli, 36 in totale, tutti
piuttosto brevi, mi sembra sempre ragionevole: non mi sono mai ritrovata, nel
corso della lettura, a ritenere che qualche passaggio da un capitolo all’altro
fosse poco coerente.
La trama, in generale, potrebbe sembrare abbastanza
banale, ma l’autrice è riuscita a renderla interessante sia tramite l’ironia
che utilizza sia grazie a una protagonista ben caratterizzata, che si evolve in
maniera notevole nel corso del tempo.
È interessante anche il personaggio di Lincoln, mentre
c’è da dire che gli altri fungono più da “contorno” piuttosto che essere
veramente rilevanti per la trama. Quelli più importanti sono ovviamente i
meglio caratterizzati, mentre l’autrice non si spinge molto in là con la
caratterizzazione di quelli secondari, tranne che per poche eccezione. Approvo
comunque il fatto che l’autrice non abbia appesantito la narrazione dando troppo
spazio a personaggi non troppo connessi alle vicende.
Valutazione: 3/5
Ritengo che, nel complesso, questo romanzo sia stata una
lettura piuttosto piacevole e scorrevole, dopo averlo iniziato e averne letto
una cinquantina di pagine, per leggere le restanti circa 300 pagine ci ho messo
poche ore senza mai trovarlo stancante.
Non sarà un capolavoro della letteratura ma, pur essendo
un romanzo pressoché sconosciuto, a mio parere è sicuramente migliore di alcuni
romanzi ben più celebri. Rimane però un punto a sfavore: mi sembra tutto
abbastanza scontato e, fin dal primo momento in cui la protagonista si ritrova
a interagire con Lincoln, si intuisce fin da subito dove si andrà a parare.
Nessun commento:
Posta un commento