domenica 17 febbraio 2013

Recensione: “Soldi, Misteri e Altre Conseguenze” di Federico Negri


Innanzi tutto credo di dovere chiedere scusa per il ritardo all’autore. Era da mesi che gli avevo promesso una recensione per il suo romanzo, ma per un motivo o per l’altro ho dovuto rimandare fino a ora. Il mese scorso, comunque, mi sono potuta finalmente mettere all’opera e ho letto il suo romanzo.
Veniamo al punto: Federico Negri è un autore emergente che ho conosciuto grazie al forum di scrittura su cui sono tra tre anni. Già su Scrittori della Notte ha accettato di sottoporsi a un’intervista da parte del forum, dove ci ha parlato della sua esperienza.
Passiamo però al romanzo, adesso. Il titolo è “Soldi, Misteri e Altre Conseguenze”, ed è un... ehm, un thriller? È difficile, sinceramente, stabilire univocamente il genere, penso che più di un genere si fondano in questo romanzo.
Direi di passare alla mia valutazione, che come al solito rispecchia solo ed esclusivamente il mio punto di vista e che non pretende di essere né esaustiva né infallibile.

Prima impressione: il titolo, a mio parere, colpisce; lascia intendere che ci saranno molte cose da svelare e, per un amante delle trame non troppo lineari, può sicuramente essere invitante.
Dopo avere ultimato il romanzo alla fine si può desumere che sia un titolo sicuramente azzeccato e che segua un ordine lineare. Tutto inizia con i soldi e con analisi finanziare, per poi essere accantonati, in un certo senso, per i misteri e le altre conseguenze.

ATTENZIONE: la presente recensione può contenere spoiler.

Trama: la storia inizia con i due protagonisti, Anna e Rino, in Sudafrica per svolgere un incarico relativo alla loro professione, incentrata sulla finanza. Le cose, però, non vanno lisce come avrebbero dovuto essere: mentre da un lato Samuele, il datore di lavoro (più o meno, mi pare di capire) di Anna, viene misteriosamente rapito, dall’altro lato anche l’esistenza di Anna e Rino non è affatto tranquilla. I due infatti incrociano la loro strada con quella di Lisander, un enigmatico individuo che, per quanto ne sanno loro, fugge dopo essere stato tenuto prigioniero da un’organizzazione chiamata Fratellanza.
I tre si ritrovano costretti prima a fuggire in Namibia, laddove avranno ulteriori complicazioni (per esempio Anna e Rino finiscono in carcere) e successivamente le loro vicende si sposteranno in giro per il mondo: Spagna, Messico, Svezia e Tailandia solo per citare i paesi più significativi, quelli in cui capiteranno gli eventi prevalenti...
A questo punto per evitare spoiler eccessivi credo sia meglio non aggiungere altro, se non che quella che sembrava essere soltanto una questione di finanza si trasformerà in tutt’altro; a cui appunto richiamano i “misteri” e le “altre conseguenze” di cui si è già detto.

Testo e struttura: il romanzo non è suddiviso in veri e propri capitoli, ma prevalentemente in “macro-parti”, a seconda del continente in cui si svolge la narrazione. A mio avviso questa scelta era la migliore possibile e contribuisce sia a dare ordine sia a permettere al lettore di avere più chiaro il “percorso” lungo il quale la storia si svolge.
Il testo l’ho trovato scorrevole, con la sola piccola pecca, forse, dei dialoghi. Spesso questi sono costituiti da un elenco di battute tra virgolette, senza altro, un po’ come se i personaggi fossero “immobili”... Oltre a questo, il lettore può rischiare di perdere un po’ il filo. A lungo andare in certi punti ho finito per chiedermi “ma chi è che sta parlando?” È comunque un difetto (se mi è permesso chiamarlo così) sul quale si può sorvolare: in una trama contorta conta anche e soprattutto che questa trama sia chiara, almeno per quanto è stato svelato. Questo accade sempre: le vicende sono complesse, ma la mia sensazione è che siano presentate in modo da riuscire a seguirle senza problemi.

Personaggi: i personaggi principali sono, di fatto, Anna, Rino e Lisander; seppure ve ne siano altri sono sicuramente questi tre quelli che assumono un rilievo maggiore.
ANNA: la mia impressione è che sia una donna determinata almeno dal punto di vista professionale (nella sua vita privata, da quanto viene mostrato, non lo è altrettanto), talvolta però disposta a cedere un po’ troppo alle sue debolezze, che rischiano di esserle fatali (per chi ha letto o leggerà il romanzo: basti pensare a una foto di un certo cottage). Personalmente la ritengo un personaggio ben costruito, che attira l’attenzione fin da subito. Non è un caso, infatti, che sia proprio lei la protagonista assoluta.
RINO: collega di Anna, diversamente da lei la sua presenza è un po’ meno costante, ci sono infatti momenti in cui “sparisce” lasciando spazio agli altri personaggi. Specie nella prima parte del romanzo mi è sembrato che facesse un po’ da “spalla” ad Anna, per poi assumere una maggiore personalità con il procedere degli eventi.
LISANDER: individuo enigmatico, si rivela ben presto essere un genio della finanza... e a quanto pare, come si avrà modo di vedere, non soltanto della finanza, ma un genio a trecentosessanta gradi; tutto questo, pare, a partire da un incidente in cui è rimasto coinvolto. In certi momenti sembra rimanere dietro le quinte, ma si scoprirà che lui c’è sempre, anche quando non lo si vede! In definitiva: tutto ruota intorno a Lisander.

Impressioni post-lettura: credo che non ci sia molto altro da dire, se non che, considerato in ogni suo punto, questo romanzo a mio parere vale la pena di essere letto; almeno dagli amanti del genere (o della somma di generi) a cui appartiene.
Mi permetto, però, di fare una piccola annotazione sul personaggio di Lisander. Infatti chi ama i misteri, ma non quelli destinati a rimanere insoluti anche alla fine del romanzo, potrebbe considerare proprio questo personaggio la pecca delle vicende narrate: viene svelato nel corso del romanzo che ha un’intelligenza superiore e che presumibilmente è riuscito a scoprire come rendersi immortale. Certo, tutto questo è molto interessante, ma il lettore potrebbe chiedersi: come è successo? Che cosa c’è dietro all’“incidente” in cui è rimasto coinvolto? Inoltre una password che “usa sempre” è 150877. “Devo ricordarmi di chiedergli perché” dice Katia, collega di Anna e Rino che con Lisander allaccia una relazione. Il problema è che non lo farà e che quella password potrebbe essere un’abbreviazione di 15/08/77. La data dell’incidente? Questo è un mistero destinato a non essere risolto. Insomma, in definitiva quella di non svelare tutto può rivelarsi una scelta molto originale, ma anche un po’ deludente per certi lettori che magari sarebbero disposti a una scelta un minimo meno originale, ma scoprire tutto ciò che ha portato origine alla storia che hanno letto.


Naturalmente invito tutti quanti a leggere questo romanzo e, qualora vogliate, a intervenire dandomi il vostro parere in proposito.

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