mercoledì 16 ottobre 2013

Recensione: "Buick 8" di Stephen King

“From a Buick 8”, tradotto in italiano semplicemente come “Buick 8” è un romanzo di Stephen King pubblicato nel 2002, classificabile come horror, genere nel quale l’autore ha ormai una pluridecennale esperienza.

Prima impressione
Ho deciso di prendere in prestito questo libro quando l’ho visto nella biblioteca comunale del paese in cui abito. Tempo fa ne avevo già sentito parlare da un amico che, da grande appassionato di auto, non se l’era lasciato sfuggire. Me l’aveva consigliato, ma non essendo molto amante dell’horror all’inizio ero un po’ riluttante. Leggendo la quarta di copertina, però, mi sono convinta.

La trama
Una vecchia automobile comparsa misteriosamente in una stazione di servizio viene presa in custodia presso la stazione di polizia locale. È un’auto molto strana che, anzi, sembra non essere una “vera” auto. Iniziano a capitare strani episodi e ben presto la vecchia Buick diviene un segreto di cui è meglio che gli estranei non vengano a conoscenza, per evitare di dover dare troppe spiegazioni.
Quando alla stazione di polizia giunge un giovane tirocinante, figlio di un agente deceduto, che a suo tempo ebbe una forte attrazione nei confronti della Buick, e inizia a fare domande, finalmente i segreti iniziano a emergere. In particolare Sandy, il principale tra le voci narranti, inizia a raccontare al ragazzo la storia della Buick: dal suo bagagliaio escono strane creature (una volta uscì addirittura un umanoide), un agente scomparve mentre era nei pressi del bagagliaio... insomma, sembra che l’auto in realtà sia un portale tra due mondi e che l’attrazione magnetica che esercita sia ancora pericolosa.

A metà tra il thriller fantascientifico e l’horror
Pur essendo classificabile come horror, “Buick 8” somiglia più a un mix di thriller e fantascienza. Diversamente dalla parte degli horror, infatti, non contiene descrizioni molto macabre.
Personalmente apprezzo quest’ultimo dettaglio, così come è plausibile che sia apprezzato da tutti i deboli di stomaco!

Struttura e personaggi
Il romanzo è costituito da una lunga serie di flashback, attraverso varie voci narranti. Talvolta la voce narrante rimane la stessa per più capitoli, talvolta cambia. In particolare, superata la parte centrale, le voci narranti si susseguono. È proprio quest’ultima, a mio parere, la pecca principale del romanzo: mentre Sandy (voce narrante principale) e il giovane stagista sono personaggi ben inquadrati, così come il padre di quest’ultimo e i suoi vecchi colleghi, alcuni personaggi che in un primo momento sembrano di contorno e poi divengono voci narranti sono più nomi che personaggi e di loro tende a rimanere ben poco.

Le spiegazioni che non ci sono...
A conti fatti non scopriamo né da dove venga la Buick, né che fine abbia fatto l’uomo incappucciato che l’ha portata alla stazione di servizio, né come funzioni il portale, né dove conduca.
Abbiamo un solo dettaglio: l’auto continua a ripararsi da sola per tutta la sua “vita” e, quando smette di farlo, è prossima alla morte. L’autore lascia intendere che ci sono misteri che nessuno può risolvere. Devo dire che non ho apprezzato particolarmente questo escamotage: credo che, se anche i protagonisti non possono sempre scoprire tutto, ai lettori dovrebbe essere concesso, magari con un epilogo narrato con un differente punto di vista, che possa sciogliere i molti dubbi che i lettori continueranno ad avere.

Valutazione finale: 4/5
Lo ritengo un ottimo lavoro, anche se certi dettagli, di cui ho già detto, non mi hanno convinta al cento per cento.
Si tratta di un romanzo che può essere apprezzato sia da chi ama l’horror sia da chi non lo ama particolarmente. Mi sento di consigliarlo a chiunque ami la lettura.


Recensione scritta per il Corriere della Notte #11 del forum Scrittori della Notte.

Nessun commento:

Posta un commento