sabato 20 aprile 2013

Maxi-recensione: Elizabeth Chandler, serie “BACIATA DA UN ANGELO”, Vol.4-6

Tutto avrei potuto immaginare, tranne che la doppia trilogia “Baciata da un angelo” potesse non deludermi. Vedevo i tre romanzi conclusivi come un tentativo di allungare il brodo, temevo che non si sarebbero rivelati coinvolgenti quanti i primi tre e che sarebbero stati incoerenti con la trilogia originaria, di cuiho scritto una recensione proprio pochi giorni fa. Ebbene, devo dire che mi sbagliavo.

Riepiloghiamo:
1. L’amore che non muore (pubblicato negli anni ’90);
2. Il potere dell’amore (pubblicato negli anni ’90);
3. Anime gemelle (pubblicato negli anni ’90);
4. In fondo al cuore (pubblicazione recente);
5. L’amore e l’odio (pubblicazione recente);
6. Sarà per sempre (uscito in America nel 2012, arriverà in Italia il prossimo mese).

ATTENZIONE! Questa recensione contiene spoiler grandi come una casa a proposito dei primi tre romanzi, quindi se non li avete letti vi suggerisco vivamente di evitare di continuare a leggerla. Altrimenti fate come vi pare, ma non venite a dire che non vi avevo avvertiti.

Background
Nei primi tre romanzi, scritti negli anni ’90, ma ancora piuttosto attuali (eccetto il fatto che nessuno accennava a cellulari, internet e facebook ogni tre secondi, niente ancorava Ivy, Tristan e company a un’epoca ben precisa) nasceva l’amore tra Ivy e Tristan, che veniva stroncato con la morte di lui in un incidente stradale.
Ivy non se ne rendeva conto, inizialmente, ma l’incidente era stato provocato tramite la manomissione dei freni dell’auto del suo fidanzato. Ma da chi e perché? Intanto Tristan, rimasto sulla Terra come angelo custode di Ivy, grazie all’angelo Lacey, a Beth e Will, amici di Ivy, e a Philip, il fratellino di quest’ultima, che peraltro è nato il 29 maggio proprio come me, cercava di rimanere al suo fianco e di proteggerla.
Il pericolo, si scopriva nel corso dei tre romanzi, proveniva da Gregory, figlio di Andrew, ricchissimo marito della madre di Ivy: Gregory ha ucciso la propria madre Caroline simulandone il suicidio, infatti, dopo avere scoperto di essere frutto di una relazione extraconiugale (per paura che Caroline potesse rivelarlo a suo padre e che quest’ultimo, con cui i rapporti non erano idilliaci, potesse diseredarlo, soprattutto alla luce dell’affetto che Andrew prova nei confronti del figliastro Philip) ed era convinto che Ivy, ritrovandosi a passare di fronte alla casa di Caroline al momento dell’omicidio, potesse averlo visto. Anche se in realtà non era così, Gregory aveva l’intento di eliminare anche Ivy e, soltanto nel finale, Tristan e Will (che come Beth e Philip, e come da un certo punto in poi anche Ivy, può vederlo) riescono a salvare Ivy dalla follia di Gregory, che tentava di farla investire da un treno dal quale è poi stato travolto lui stesso.
Nel finale Tristan riusciva a vedere Ivy un’ultima volta, le confidava di avere ormai compiuto la propria missione e di essere destinato al paradiso, e dava la propria benedizione all’amore nascente tra Ivy e Will.

Prima impressione
La prima impressione, quando ho letto la trama del quarto romanzo, è stata pessima, sarò sincera. Mi chiedevo che cosa c’entrassero angeli caduti e demoni con la serie iniziale e, anche per tutto il quarto romanzo, non ho capito dove si volesse andare a parare. Il mio giudizio sembrava essere sostanzialmente negativo... ma il quinto e il sesto mi hanno fatta ricredere: tutto combaciava!

La trama
Un anno dopo la morte di Tristan, terminata la scuola superiore, Ivy, Beth e Will trascorrono l’estate nell’albergo di proprietà della zia di Beth, lavorando mezza giornata e godendosi le vacanze nel resto del tempo, insieme a Kelsey, una cugina di Beth, e Dhanya, un’amica di quest’ultima. Sono proprio queste due che, per divertirsi, una sera propongono di fare una seduta spiritica, evocando uno spirito. Beth, che ha dimostrato di avere poteri extrasensoriali, e Ivy sono alquanto preoccupate, ma Kelsey e Dhanya non lo sono affatto e, quando iniziano a capitare eventi strani, non collegano le due cose. Si tratta di un’ingenuità bella e buona, dal momento che con la loro seduta spiritica hanno richiamato Gregory sulla Terra.
Ma Kelsey e Dhanya non si accorgono di niente e, a un party con i nuovi amici conosciuti in vacanza, in particolare Max, Bryan e Chase, bevono come spugne e, ritenendo inopportuno guidare, chiedono a Ivy e Beth di andarle a prendere.
Ivy si mette al volante insieme all’amica e, durante il percorso, vengono travolte da un’automobile che proviene dall’opposto senso di marcia. Mentre Beth rimane lievemente ferita, Ivy si ritrova al di fuori dal proprio corpo e viene trascinata via, ritrovandosi a tu per tu con Tristan che, nel rivederla, la bacia...
L’effetto di quel bacio ha effetti che Tristan non aveva previsto: Ivy si risveglia in ospedale, viva e quasi illesa, con i medici che parlano di miracolo, mentre lui, che baciandola l’ha salvata dalla morte, infrangendo la regola secondo la quale soltanto Dio può dare e togliere la vita, viene cacciato dal paradiso e si risveglia, senza memoria, nel corpo di un ragazzo che si è salvato miracolosamente da un tentativo di omicidio. In ospedale conosce Ivy e tra i due l’attrazione è immediatamente visibile.
Ci sono però molti problemi da risolvere: Tristan, infatti, riesce a ricordare la propria identità, ma scopre che occupa il corpo di un ricercato per l’omicidio della sua ex fidanzata, mentre Gregory, che ora è un demone giorno dopo giorno più potente, non ha problemi a possedere la mente di Beth e a tentare di possedere la mente di altri...
Per Ivy e Tristan le cose si complicano: se da un lato devono dimostrare l’innocenza del ricercato, dall’altro devono contrastare Gregory e fermarlo per riuscire a salvare l’anima di Tristan dalla dannazione eterna...

Ciò che non mi è piaciuto...
In questi romanzi, in primo luogo, non ho apprezzato molto i personaggi nuovi: non vengono caratterizzati molto bene e tre romanzi non bastano per farsi un’idea di Kelsey, di Dhanya, di Max, di Chase e degli altri personaggi che Ivy e Tristan incontrano nel corso delle loro indagini. L’unico che si salva è Bryan, lui sembra caratterizzato decisamente meglio, ma così non sarebbe stato se non gli fosse stato dedicato, per motivi che preferisco non spoilerare, tanto spazio.
Poi c’è la questione “irrealtà”: Tristan, nel suo nuovo corpo, è ricercato dalla polizia e si nasconde, eppure questo non gli impedisce di andare insieme a Ivy in giro a fare domande, da persone che sanno benissimo che è ricercato per omicidio. Ho trovato un po’ una forzatura la facilità con cui Tristan riesce ad agire nell’ombra e in cui nessuno va a denunciarlo.
Altro punto a sfavore, l’ovvietà: non appena Will e Ivy si lasciano, nel quarto romanzo (mentre io imprecavo per il modo in cui Will è stato trattato da zerbino), si inizia a intuire che Will, di punto in bianco, si sta innamorando, ricambiato, di Beth. Questo non è stato certo un colpo di scena e, seppure non ho sgradito la cosa, non l’ho trovata per nulla originale.
Poi c’è il fattore tempo: se i primi tre romanzi non sono facilmente collocabili in un’epoca piuttosto che in un’altra, per questi tre non è così; ci sono continui accenni a cellulari, a reti GPS, a navigatori satellitari, a facebook, a chiavette USB... Insomma, è chiaro che al giorno d’oggi queste cose ci sono, ma pare abbastanza evidente che nei primi tre romanzi non c’erano. Diciamo che l’ho trovato un po’ troppo incoerente per i miei gusti.

Testo, struttura, trama: commenti
Dal punto di vista della trama ho avuto soltanto sorprese positive e, di fatto, è stata piuttosto intricata, a metà tra il thriller e l’urban fantasy, anche se più lontana dal thriller e più vicina all’urban fantasy rispetto a quanto avveniva nella prima trilogia; non è stata mai scontata o banale e dal punto di vista dell’originalità ho apprezzato di più la seconda trilogia rispetto alla prima.
La spaccatura tra i tre romanzi (che ancora una volta avrebbero potuto essere uno solo) è meno forzata, rispetto a quanto avveniva tra i primi tre e, tutto sommato, il fatto che si tratti di una trilogia anziché di un prodotto unico sembra non avere soltanto finalità commerciali.
Il testo, proprio come mi aspettavo, è sempre fluido e scorrevole e la struttura del romanzo è indubbiamente ragionata; adesso tra l’altro la Chandler dimostra di avere imparato che cos’è un prologo e che, pur non essendo necessario, se lo si vuole mettere è sicuramente meglio metterlo come a sé stante che includerlo nel primo capitolo, generando una spaccatura a metà capitolo di cui non si capisce bene la logica.
Ho apprezzato molto, inoltre, il finale, di cui avevo letto critiche da parte delle lettrici inglesi e americane. In effetti leggendo mi sono accorta del perché: questo è un finale in cui il bene indubbiamente vince, ma per arrivare alla vittoria da parte del bene sono necessari sacrifici che sicuramente rendono impopolare un finale del genere tra le fangirl più accanite, quelle di ìVì è tRìStàNnN 4éVà!!!111!!!oneoneone!!!11! che se ne fregherebbero altamente di tutto il resto. Non si può dire che il finale che la Chandler ha scelto di dare a “Everafter” altrimenti detto “Sarà per sempre” – così dovrebbe chiamarsi in italiano – non sia originale, anzi, è probabilmente il finale più originale che io abbia mai visto in un urban fantasy, che deriva probabilmente dalle influenze del thriller, in cui per lieto fine non si intende “vissero tutti felici e contenti” ma “una buona parte morirono, ma quelli che rimasero vissero tutti con un po’ di rimpianto”. WELL DONE!

Valutazione complessiva: 4/5
Avevo assegnato lo stesso voto alla prima trilogia e alla luce della seconda avrei potuto assegnare un punteggio più alto (forse un 4,5) se non fosse stato per le critiche che ho già esplicitato (in particolare il fatto che i personaggi siano stati catapultati magicamente in un mondo dove la tecnologia li circonda, quando nei primi tre romanzi non era così, oltre che la piattezza di alcuni di essi, che talvolta sembrano essere messi un po’ a caso).
In conclusione “Baciata da un angelo” (titolo che ironicamente è più adatto al quarto romanzo che alla trilogia originaria) è una lettura che consiglio a un pubblico in prevalenza femminile amante più dell’azione quanto del romanticismo.

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