Riepiloghiamo:
1. L’amore
che non muore
(pubblicato negli anni ’90);
2. Il
potere dell’amore
(pubblicato negli anni ’90);
3. Anime gemelle (pubblicato negli anni ’90);
4. In
fondo al cuore
(pubblicazione recente);
5. L’amore
e l’odio (pubblicazione
recente);
6. Sarà
per sempre
(uscito in America nel 2012, arriverà in Italia il prossimo mese).
ATTENZIONE! Questa recensione contiene
spoiler grandi come una casa a proposito dei primi tre romanzi, quindi se non
li avete letti vi suggerisco vivamente di evitare di continuare a leggerla. Altrimenti
fate come vi pare, ma non venite a dire che non vi avevo avvertiti.
Background
Nei
primi tre romanzi, scritti negli anni ’90, ma ancora piuttosto attuali (eccetto
il fatto che nessuno accennava a cellulari, internet e facebook ogni tre
secondi, niente ancorava Ivy, Tristan e company a un’epoca ben precisa) nasceva
l’amore tra Ivy e Tristan, che veniva stroncato con la morte di lui in un
incidente stradale.
Ivy non
se ne rendeva conto, inizialmente, ma l’incidente era stato provocato tramite
la manomissione dei freni dell’auto del suo fidanzato. Ma da chi e perché? Intanto
Tristan, rimasto sulla Terra come angelo custode di Ivy, grazie all’angelo
Lacey, a Beth e Will, amici di Ivy, e a Philip, il fratellino di quest’ultima,
che peraltro è nato il 29 maggio proprio come me, cercava di rimanere al suo
fianco e di proteggerla.
Il pericolo,
si scopriva nel corso dei tre romanzi, proveniva da Gregory, figlio di Andrew,
ricchissimo marito della madre di Ivy: Gregory ha ucciso la propria madre Caroline
simulandone il suicidio, infatti, dopo avere scoperto di essere frutto di una
relazione extraconiugale (per paura che Caroline potesse rivelarlo a suo padre
e che quest’ultimo, con cui i rapporti non erano idilliaci, potesse
diseredarlo, soprattutto alla luce dell’affetto che Andrew prova nei confronti
del figliastro Philip) ed era convinto che Ivy, ritrovandosi a passare di
fronte alla casa di Caroline al momento dell’omicidio, potesse averlo visto. Anche
se in realtà non era così, Gregory aveva l’intento di eliminare anche Ivy e,
soltanto nel finale, Tristan e Will (che come Beth e Philip, e come da un certo
punto in poi anche Ivy, può vederlo) riescono a salvare Ivy dalla follia di
Gregory, che tentava di farla investire da un treno dal quale è poi stato
travolto lui stesso.
Nel finale
Tristan riusciva a vedere Ivy un’ultima volta, le confidava di avere ormai
compiuto la propria missione e di essere destinato al paradiso, e dava la
propria benedizione all’amore nascente tra Ivy e Will.
Prima impressione
La
prima impressione, quando ho letto la trama del quarto romanzo, è stata
pessima, sarò sincera. Mi chiedevo che cosa c’entrassero angeli caduti e demoni
con la serie iniziale e, anche per tutto il quarto romanzo, non ho capito dove
si volesse andare a parare. Il mio giudizio sembrava essere sostanzialmente
negativo... ma il quinto e il sesto mi hanno fatta ricredere: tutto combaciava!
La trama
Un
anno dopo la morte di Tristan, terminata la scuola superiore, Ivy, Beth e Will
trascorrono l’estate nell’albergo di proprietà della zia di Beth, lavorando
mezza giornata e godendosi le vacanze nel resto del tempo, insieme a Kelsey,
una cugina di Beth, e Dhanya, un’amica di quest’ultima. Sono proprio queste due
che, per divertirsi, una sera propongono di fare una seduta spiritica, evocando
uno spirito. Beth, che ha dimostrato di avere poteri extrasensoriali, e Ivy
sono alquanto preoccupate, ma Kelsey e Dhanya non lo sono affatto e, quando
iniziano a capitare eventi strani, non collegano le due cose. Si tratta di un’ingenuità
bella e buona, dal momento che con la loro seduta spiritica hanno richiamato
Gregory sulla Terra.
Ma Kelsey
e Dhanya non si accorgono di niente e, a un party con i nuovi amici conosciuti
in vacanza, in particolare Max, Bryan e Chase, bevono come spugne e, ritenendo
inopportuno guidare, chiedono a Ivy e Beth di andarle a prendere.
Ivy si
mette al volante insieme all’amica e, durante il percorso, vengono travolte da
un’automobile che proviene dall’opposto senso di marcia. Mentre Beth rimane
lievemente ferita, Ivy si ritrova al di fuori dal proprio corpo e viene
trascinata via, ritrovandosi a tu per tu con Tristan che, nel rivederla, la
bacia...
L’effetto
di quel bacio ha effetti che Tristan non aveva previsto: Ivy si risveglia in
ospedale, viva e quasi illesa, con i medici che parlano di miracolo, mentre
lui, che baciandola l’ha salvata dalla morte, infrangendo la regola secondo la
quale soltanto Dio può dare e togliere la vita, viene cacciato dal paradiso e
si risveglia, senza memoria, nel corpo di un ragazzo che si è salvato
miracolosamente da un tentativo di omicidio. In ospedale conosce Ivy e tra i
due l’attrazione è immediatamente visibile.
Ci sono
però molti problemi da risolvere: Tristan, infatti, riesce a ricordare la
propria identità, ma scopre che occupa il corpo di un ricercato per l’omicidio
della sua ex fidanzata, mentre Gregory, che ora è un demone giorno dopo giorno
più potente, non ha problemi a possedere la mente di Beth e a tentare di
possedere la mente di altri...
Per
Ivy e Tristan le cose si complicano: se da un lato devono dimostrare l’innocenza
del ricercato, dall’altro devono contrastare Gregory e fermarlo per riuscire a
salvare l’anima di Tristan dalla dannazione eterna...
Ciò che non mi è piaciuto...
In questi
romanzi, in primo luogo, non ho apprezzato molto i personaggi nuovi: non
vengono caratterizzati molto bene e tre romanzi non bastano per farsi un’idea
di Kelsey, di Dhanya, di Max, di Chase e degli altri personaggi che Ivy e
Tristan incontrano nel corso delle loro indagini. L’unico che si salva è Bryan,
lui sembra caratterizzato decisamente meglio, ma così non sarebbe stato se non
gli fosse stato dedicato, per motivi che preferisco non spoilerare, tanto
spazio.
Poi c’è
la questione “irrealtà”: Tristan, nel suo nuovo corpo, è ricercato dalla
polizia e si nasconde, eppure questo non gli impedisce di andare insieme a Ivy
in giro a fare domande, da persone che sanno benissimo che è ricercato per
omicidio. Ho trovato un po’ una forzatura la facilità con cui Tristan riesce ad
agire nell’ombra e in cui nessuno va a denunciarlo.
Altro
punto a sfavore, l’ovvietà: non appena Will e Ivy si lasciano, nel quarto
romanzo (mentre io imprecavo per il modo in cui Will è stato trattato da
zerbino), si inizia a intuire che Will, di punto in bianco, si sta innamorando,
ricambiato, di Beth. Questo non è stato certo un colpo di scena e, seppure non
ho sgradito la cosa, non l’ho trovata per nulla originale.
Poi c’è
il fattore tempo: se i primi tre romanzi non sono facilmente collocabili in un’epoca
piuttosto che in un’altra, per questi tre non è così; ci sono continui accenni
a cellulari, a reti GPS, a navigatori satellitari, a facebook, a chiavette
USB... Insomma, è chiaro che al giorno d’oggi queste cose ci sono, ma pare
abbastanza evidente che nei primi tre romanzi non c’erano. Diciamo che l’ho
trovato un po’ troppo incoerente per i miei gusti.
Testo, struttura, trama:
commenti
Dal
punto di vista della trama ho avuto soltanto sorprese positive e, di fatto, è
stata piuttosto intricata, a metà tra il thriller e l’urban fantasy, anche se
più lontana dal thriller e più vicina all’urban fantasy rispetto a quanto
avveniva nella prima trilogia; non è stata mai scontata o banale e dal punto di
vista dell’originalità ho apprezzato di più la seconda trilogia rispetto alla
prima.
La spaccatura
tra i tre romanzi (che ancora una volta avrebbero potuto essere uno solo) è
meno forzata, rispetto a quanto avveniva tra i primi tre e, tutto sommato, il
fatto che si tratti di una trilogia anziché di un prodotto unico sembra non
avere soltanto finalità commerciali.
Il testo,
proprio come mi aspettavo, è sempre fluido e scorrevole e la struttura del
romanzo è indubbiamente ragionata; adesso tra l’altro la Chandler dimostra di
avere imparato che cos’è un prologo e che, pur non essendo necessario, se lo si
vuole mettere è sicuramente meglio metterlo come a sé stante che includerlo nel
primo capitolo, generando una spaccatura a metà capitolo di cui non si capisce
bene la logica.
Ho apprezzato
molto, inoltre, il finale, di cui avevo letto critiche da parte delle lettrici
inglesi e americane. In effetti leggendo mi sono accorta del perché: questo è
un finale in cui il bene indubbiamente vince, ma per arrivare alla vittoria da
parte del bene sono necessari sacrifici che sicuramente rendono impopolare un
finale del genere tra le fangirl più accanite, quelle di ìVì è tRìStàNnN 4éVà!!!111!!!oneoneone!!!11! che se ne
fregherebbero altamente di tutto il resto. Non si può dire che il finale che la
Chandler ha scelto di dare a “Everafter” altrimenti detto “Sarà per sempre” –
così dovrebbe chiamarsi in italiano – non sia originale, anzi, è probabilmente
il finale più originale che io abbia mai visto in un urban fantasy, che deriva
probabilmente dalle influenze del thriller, in cui per lieto fine non si
intende “vissero tutti felici e contenti” ma “una buona parte morirono, ma
quelli che rimasero vissero tutti con un po’ di rimpianto”. WELL DONE!
Valutazione complessiva: 4/5
Avevo
assegnato lo stesso voto alla prima trilogia e alla luce della seconda avrei
potuto assegnare un punteggio più alto (forse un 4,5) se non fosse stato per le
critiche che ho già esplicitato (in particolare il fatto che i personaggi siano
stati catapultati magicamente in un mondo dove la tecnologia li circonda,
quando nei primi tre romanzi non era così, oltre che la piattezza di alcuni di
essi, che talvolta sembrano essere messi un po’ a caso).
In conclusione
“Baciata da un angelo” (titolo che ironicamente è più adatto al quarto romanzo
che alla trilogia originaria) è una lettura che consiglio a un pubblico in prevalenza
femminile amante più dell’azione quanto del romanticismo.
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