venerdì 29 novembre 2013

RECENSIONE: "Hunger Games" di Suzanne Collins

"Hunger Games" è un romanzo fantascientifico-distopico pubblicato nel 2008 da Suzanne Collins, di cui è uscito un film alcuni anni dopo.
Si tratta del primo romanzo di una serie, composta dai seguenti romanzi:

1) HUNGER GAMES;
2) LA RAGAZZA DI FUOCO;
3) IL CANTO DELLA RIVOLTA.

Ne avevo sentito parlare molto bene e, quando in biblioteca mi sono ritrovata davanti il primo volume della serie, ho deciso di prenderlo in prestito.
Non me ne sono pentita...

AMBIENTAZIONE
Il romanzo si svolge a Panem, uno scenario futuristico collocato nell'attuale territorio degli Stati Uniti. Il mondo per come lo conosciamo è stato distrutto dagli antenati dei nostri protagonisti e ora è diviso in 12 distretti, controllati dalla dittatura della capitale, Capitol City.
Ogni anno 12 ragazzi e 12 ragazze devono essere sacrificati simbolicamente alla capitale, in un evento chiamato "Hunger Games", seguito in diretta televisiva 24 ore su 24, come un reality show. I partecipanti, estratti a sorte, devono combattere fino a uccidersi, in un contesto surreale in cui gli Strateghi, ovvero gli organizzatori, possono scatenare dietro ai concorrenti qualunque tipo di calamità naturale.
L'ultimo che rimane in vita sarà il vincitore e gli sarà concesso di vivere nel lusso fino alla fine dei suoi giorni, senza più correre il rischio di poter essere sorteggiato per gli Hunger Games.

TRAMA
E' il giorno in cui, nel distretto 12, quello dei minatori, vengono estratti a sorte il ragazzo e la ragazza che dovranno partecipare alla 74esima edizione degli Hunger Games.
Vengono estratti il 16enne Peeta Mellark e la 12enne Primrose Everdeen. Katniss, la sorella maggiore di quest'ultima, per salvare la vita di Primrose decide di offrirsi volontaria e di sacrificarsi al suo posto.
I due, così come gli altri tributi, avranno a disposizione uno staff di preparatori, prima di raggiungere l'Arena, luogo in cui si svolgeranno gli Hunger Games. Inoltre, a seconda dell'audience che faranno, potranno ricevere delle offerte (di cibo, di armi o di medicinali), una volta in cui saranno all'interno dell'Arena, da parte di sponsor.
E' in questo contesto che Katniss e Peeta inscenano una storia d'amore, che causa un incremento del successo degli Hunger Games.
Proprio per questo viene aggiunta una regola diversa, solo per quell'anno: se due tributi dello stesso distretto resteranno vivi fino all'ultimo, saranno proclamati due vincitori.
E' proprio quello che sta per accadere, quando dopo avere affrontato le insidie dell'Arena i due si ritrovano a essere gli unici sopravvissuti. Ma la nuova regola era un bluff e i due vengono esortati a combattere fino alla fine.
E' inscenando il loro suicidio che riescono a sopravvivere, perché gli Strateghi non possono accettare l'idea che non ci sia un vincitore vivente.

I PERSONAGGI E I RAPPORTI TRA PERSONAGGI
In questo primo romanzo ho apprezzato abbastanza Katniss. Seppure in certi momenti non sia poi così simpatica, con la sua aria da saputella tuttofare, ho apprezzato il fatto che non sia una protagonista lagnosa e incapace di qualunque azione.
Gli altri, purtroppo, non mi sono sembrati approfonditi tanto quanto lei, se non per qualche accenno, relativo al passato per quanto riguarda Peeta e gli amici e parenti di Katniss. Degli altri "tributi" sappiamo ben poco, l'unica che viene approfondita è Rue, una ragazzina indifesa che a Katniss ricorda molto Primrose. Gli altri vengono considerati, bene o male, come carne da macello.
Per quanto riguarda le relazioni tra personaggi, ho trovato molto spontanea l'amicizia che nasce tra Katniss e Rue quando le due, che hanno alle loro spalle un background simile (entrambe provengono da un distretto povero, in cui le persone sono costrette ad "arrangiarsi" per sopravvivere) che si alleano per contrastare quelli che vedono come avversari più forti di loro.
Ho apprezzato un po' meno il lato sentimentale che, come al solito, viene offerto su un piatto d'argento al pubblico target (stiamo infatti parlando di uno young adult). Mi chiedo: per quale dannata ragione, solo perché sta fingendo di essere innamorata di lui, Katniss dovrebbe innamorarsi di Peeta?! E poi mi chiedo: dopo i suoi baci in diretta TV con Peeta, perché dopo un intero romanzo Katniss dovrebbe interrogarsi su che cosa ne pensi l'amico d'infanzia Gale, con il quale, come si evince dai numerosi flashback, c'è sempre stato un rapporto di amicizia e nulla di più? Ho apprezzato comunque che, finiti gli Hunger Games, le strade di Katniss e Peeta tornino a separarsi.

IL TESTO
Personalmente non amo molto la narrazione al presente, ma non credo che questa possa sminuire il valore di un romanzo. A rendere il tutto ben poco scorrevole è, a mio parere, il modo in cui le frasi sono strutturate. E' molto colloquiale, con periodi lasciati a metà e punti spesso usati al posto delle virgole. Questo l'ho apprezzato ben poco.

ORIGINALE O NO?
Ho sentito parlare di un romanzo giapponese degli anni '80-'90 che con "Hunger Games" ha molta attinenza. Parla di ragazzi costretti a combattere in una situazione che ricorda molto l'Arena del romanzo della Collins. Dal momento che non ho letto tale romanzo e che comunque anche due situazioni di partenza simili possono essere interpretate in maniera radicalmente diversa, non ci metterei la mano sul fuoco, per quanto riguarda la mancanza di originalità.
A me la storia dei tributi ha ricordato molto i ragazzi e le ragazze sacrificati al Minotauro, e in effetti la Collins ha dichiarato di avere preso spunto proprio da lì.
Per concludere questo paragrafo non posso fare altro che dire che non ho una risposta univoca alla domanda con cui l'ho iniziato.

PRIMO ROMANZO DI UNA SERIE
Nonostante fosse un romanzo autoconclusivo, sono usciti due seguiti. Ho letto "La ragazza di fuoco" e sto leggendo "Il canto della rivolta".
Temo che le ragioni per cui ci sono stati due ulteriori romanzi siano le seguenti:
1) allungare il brodo, anche per promuovere il film in uscita nel 2012;
2) rendere la serie più appetibile alle ragazzine.
Infatti seguirà un secondo romanzo in cui Katniss diventerà improvvisamente la 16enne che può salvare il mondo, si farà molte saghe mentali a proposito di Peeta, il grande ammmmmore della sua vita... ma l'ammmmmore della sua vita non era Gale?! no, era Peeta... ma anche Gale in assenza di Peeta... e Peeta in assenza di Gale... Il secondo l'ho trovato comunque ancora apprezzabile (anche se la trama è in tutto e per tutto simile a quella del primo: basti pensare che Katniss e Peeta si troveranno di nuovo a combattere nell'arena, a stipulare alleanze con gli altri tributi, alleanze che possono finire da un momento all'altro, e quant'altro...) e seguirà a breve una recensione.
Il terzo devo ancora finirlo e la mia impressione è che sia affetto dalla cosiddetta Sindrome di Breaking Dawn, che consiste nel far comparire dozzine e dozzine di personaggi di cui di fatto conosciamo soltanto il nome, nonostante non più di quattro o cinque siano importanti ai fini della trama. E "Breaking Dawn", capitolo conclusivo di "Twilight" della Meyer, nonostante sia lungo il doppio de "Il canto della rivolta", l'ho letto in meno tempo, anche se non è un capolavoro. Questo significa solo una cosa: sto trovando "Il canto della rivolta" di una noia mortale.

VALUTAZIONE: 4/5.
Ho esaminato "Hunger Games" come se fosse un romanzo a sé stante, invece che parte di una serie che è andata progressivamente in calando.
L'ho trovato un buon romanzo ed è una lettura che consiglierei, ma consiglierei anche ai lettori di fermarsi al primo e di non proseguire con gli altri.

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