sabato 9 novembre 2013

RECENSIONE: “Dentro Jenna” di Mary E. Pearson

È giunto il momento di tornare con un’altra recensione e, in questo caso, vi presento il romanzo “Dentro Jenna” di Mary E. Pearson, un romanzo fantascientifico distopico (sempre che un mondo libero dove la sperimentazione scientifica elevata alla massima potenza al fine di salvare vite umane possa definirsi distopico, cosa di cui ho qualche non troppo lieve dubbio - ma come distopico viene definito) young adult che tempo fa mi è capitato davanti agli occhi in biblioteca.
L’ho preso in prestito... e ho finito di leggerlo dopo settimane. Vediamo di analizzare il perché, tenendo conto che comunque si tratta di un’opinione personale.

La copertina
Mi ha colpita. Mi sono chiesta quale fosse il significato e poi ho letto il romanzo.
Ho finito di leggere il romanzo e me lo chiedevo ancora.

La trama
Jenna Fox ha avuto un grave incidente all’età di sedici anni. Si risveglia dopo un anno di coma, senza ricordare nulla, se non quello che può rivedere dai vecchi filmati registrati dai suoi genitori, in una nuova casa, praticamente isolata dal mondo, con una madre che le è estranea e una nonna che la evita. In compenso Jenna sembra conoscere a memoria intere opere letterarie.
Qualche ricordo, a poco a poco, sembra riaffiorare, a Jenna sembra inoltre di udire le voci di Kara e Locke, due suoi amici di cui non sa più nulla.
È a questo punto che vuole a tutti i costi scoprire la verità e... ATTENZIONE: SPOILER! e scopre che della vecchia Jenna non è rimasto che un misero 10%, e che lei è una sorta di protesi vivente illegale (la percentuale entro cui è permesso a un paziente in fin di vita di essere salvato e ricostruito con una particolare sostanza chimica chiamata Biogel) in cui hanno impiantato qualcosa che doveva essere simile alla vecchia Jenna, i cui ricordi sono conservati in un computer custodito in un ripostiglio a cui la nuova Jenna non può accedere.

Jenna, gli altri personaggi e le interazioni tra i personaggi
Jenna ha un pessimo rapporto con i genitori, che accusa di tenerle nascosto troppe cose. Ha un pessimo rapporto anche con la nonna Lily, non per sua volontà ma perché la nonna, contrariata dall’“accanimento terapeutico” nei confronti della nipote, non riesce ad accettare la nuova Jenna al posto di quella vecchia. In compenso fa amicizia con un vicino di casa, un certo signor Bender che poi si rivelerà essere un caro amico di suo padre.
Inizia a frequentare la scuola, dove conosce un certo Ethan con il quale si scambia qualche bacio tutt’altro che contestualizzato, una certa Allys con le braccia e le gambe finte, un certo Dane sempre scorbutico e un paio di altri personaggi di cui mi sono già dimenticata il nome perché appunto non sono altro che nomi, proprio come Ethan, Allys e Dane.
Sintetizzando:
- quasi nessun personaggio è caratterizzato;
- quelli che potevano rivelarsi interessanti vengono lasciati da parte dopo poche pagine (vedi Bender) o messi da parte nella maggior parte dei capitoli per lasciare il posto a fatti insulsi (vedi Lily);
- Jenna potrebbe rientrare nella categoria “Mary Sue inKKKKKazzata con il mondo”.
Dopo un inizio a mio parere positivo, ancora prima che sia completata metà del romanzo (quando più o meno ci è stata sbattuta su un piatto d’argento il 95% della vita passata di Jenna e bisogna in qualche modo allungare il brodo), Jenna diviene una lamentosa di prima categoria sempre pronta ad accusare i genitori che l’hanno trasformata in un “mostro”, che l’hanno voluta salvare a tutti i costi per egoismo anziché lasciarla morire, che le hanno rovinato la vita, ecc... Va bene che questa Jenna c’entra poco e niente con quella precedente, ma che dire? Mi sembra che le pagine e pagine di lamentele si susseguano un po’ troppo.
A peggiorare la situazione c’è la “storia d’amore” con Ethan, che si svolge più o meno nel seguente modo:
- incontro con il bad-boy che si scoprirà essere un bravo ragazzo che ha agito contro la legge a fin di bene;
- bacio tra una coppia di pressoché sconosciuti;
- altre comparse casuali del bad-boy e altri baci vari.
Se non altro ci siamo risparmiati le saghe mentali del “lui è bellissimo mentre io sono un cesso” che si ripetono per più o meno duecento pagine in molti romanzi young adult, ma se non altro quel genere di saghe mentali avrebbero reso un po’ più realistica la loro relazione. Per come viene presentata sembra che la prima persona che incontri per strada debba essere la persona della tua vita.

Struttura
A rendere il romanzo una lettura a mio parere talvolta tediosa, è stato anche la quasi totale assenza di un filo logico, specie nella seconda parte del romanzo, in cui si susseguono capitoletti brevissimi, talvolta del passato, talvolta del presente, che rendono il tutto molto confusionario.
Per il resto il romanzo si struttura più o meno così:
- dubbi di Jenna per circa metà del romanzo;
- non più di dieci pagine in cui viene spiegata la storia di Jenna;
- decine e decine di pagine di lamentele di Jenna, intervallate da qualche incontro con Ethan e qualche lezione a scuola;
- confidenze con Allys, che rimane scioccata dal fatto che Jenna sia una specie di protesi vivente;
- Jenna ricorda i fatti del suo incidente che dopo più o meno due pagine viene archiviato una volta per tutte;
- Jenna viene aggredita da Dane mentre va a zonzo per i boschi, non si sa bene perché (il fatto non verrà mai più approfondito e Dane non comparirà più fino alla fine);
- Jenna distrugge il computer con la sua memoria e i due computer trafugati dai genitori con la memoria dei suoi amici;
- la famiglia di Allys chiede che la figlia malata terminale venga salvata allo stesso modo di Jenna.

L’epilogo
Il finale, a mio parere, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Due secoli e mezzo più tardi Jenna e Allys sono ancora vive: grazie al Biogel non invecchiano. Non siamo tenuti a sapere quanto a lungo potranno ancora vivere.
Jenna ha trascorso 70 anni insieme a Ethan: già la loro relazione era assurda a 18 anni, figuriamoci ora che si scopre che sono stati insieme finché Ethan ne aveva 90 e Jenna aveva ancora l’aspetto di un’adolescente.
Molti anni dopo la morte di Ethan, Jenna ha deciso di far nascere la loro figlia, che somiglia a Ethan: mhm... come si fanno i figli in questa ambientazione? Perché mi risulta che la figlia sia più o meno una bambina e che sembri essere nata un secolo e mezzo o più dopo la morte del padre... tutto ciò senza spiegazioni.
Jenna parla della morte dei genitori, degli amici e del marito senza tradire la benché minima emozione: okay, si è trasformata in una sorta di robot immortale eternamente giovane... ma appunto se tu vivi senza invecchiare e gli altri intorno a te muoiono uno dopo l’altro, un minimo di disagio dovresti trarlo, dalla tua condizione.

Valutazione finale: 1,5/5
Se questa doveva essere una lettura per adolescenti che facesse archiviare “Twilight” una volta per tutte, personalmente mi pare che sia stata un flop. La serie dei vampiri sbrilluccicosi se non altro ha un inizio, uno svolgimento dei fatti (talora assurdi, ma sono pur sempre fatti) e una conclusione. Questo romanzo, invece, mi è parso un susseguirsi di episodi buttati lì a caso. Peccato, perché le premesse avrebbero potuto essere buone.

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