È giunto il momento di tornare con un’altra recensione e,
in questo caso, vi presento il romanzo “Dentro Jenna” di Mary E. Pearson, un
romanzo fantascientifico distopico (sempre che un mondo libero dove la sperimentazione
scientifica elevata alla massima potenza al fine di salvare vite umane possa
definirsi distopico, cosa di cui ho qualche non
troppo lieve dubbio - ma come distopico viene definito) young adult che
tempo fa mi è capitato davanti agli occhi in biblioteca.
L’ho preso in prestito... e ho finito di leggerlo dopo
settimane. Vediamo di analizzare il perché, tenendo conto che comunque si
tratta di un’opinione personale.
La copertina
Mi ha colpita. Mi sono chiesta quale fosse il significato
e poi ho letto il romanzo.
Ho finito di leggere il romanzo e me lo chiedevo ancora.
La trama
Jenna Fox ha avuto un grave incidente all’età di sedici
anni. Si risveglia dopo un anno di coma, senza ricordare nulla, se non quello
che può rivedere dai vecchi filmati registrati dai suoi genitori, in una nuova
casa, praticamente isolata dal mondo, con una madre che le è estranea e una
nonna che la evita. In compenso Jenna sembra conoscere a memoria intere opere
letterarie.
Qualche ricordo, a poco a poco, sembra riaffiorare, a
Jenna sembra inoltre di udire le voci di Kara e Locke, due suoi amici di cui
non sa più nulla.
È a questo punto che vuole a tutti i costi scoprire la
verità e... ATTENZIONE: SPOILER! e scopre che della vecchia Jenna
non è rimasto che un misero 10%, e che lei è una sorta di protesi vivente
illegale (la percentuale entro cui è permesso a un paziente in fin di vita di
essere salvato e ricostruito con una particolare sostanza chimica chiamata
Biogel) in cui hanno impiantato qualcosa che doveva essere simile alla vecchia
Jenna, i cui ricordi sono conservati in un computer custodito in un ripostiglio
a cui la nuova Jenna non può accedere.
Jenna, gli altri
personaggi e le interazioni tra i personaggi
Jenna ha un pessimo rapporto con i genitori, che accusa
di tenerle nascosto troppe cose. Ha un pessimo rapporto anche con la nonna
Lily, non per sua volontà ma perché la nonna, contrariata dall’“accanimento
terapeutico” nei confronti della nipote, non riesce ad accettare la nuova Jenna
al posto di quella vecchia. In compenso fa amicizia con un vicino di casa, un
certo signor Bender che poi si rivelerà essere un caro amico di suo padre.
Inizia a frequentare la scuola, dove conosce un certo
Ethan con il quale si scambia qualche bacio tutt’altro che contestualizzato, una
certa Allys con le braccia e le gambe finte, un certo Dane sempre scorbutico e
un paio di altri personaggi di cui mi sono già dimenticata il nome perché
appunto non sono altro che nomi, proprio come Ethan, Allys e Dane.
Sintetizzando:
- quasi nessun personaggio è caratterizzato;
- quelli che potevano rivelarsi interessanti vengono
lasciati da parte dopo poche pagine (vedi Bender) o messi da parte nella
maggior parte dei capitoli per lasciare il posto a fatti insulsi (vedi Lily);
- Jenna potrebbe rientrare nella categoria “Mary Sue
inKKKKKazzata con il mondo”.
Dopo un inizio a mio parere positivo, ancora prima che
sia completata metà del romanzo (quando più o meno ci è stata sbattuta su un
piatto d’argento il 95% della vita passata di Jenna e bisogna in qualche modo
allungare il brodo), Jenna diviene una lamentosa di prima categoria sempre
pronta ad accusare i genitori che l’hanno trasformata in un “mostro”, che
l’hanno voluta salvare a tutti i costi per egoismo anziché lasciarla morire,
che le hanno rovinato la vita, ecc... Va bene che questa Jenna c’entra poco e
niente con quella precedente, ma che dire? Mi sembra che le pagine e pagine di
lamentele si susseguano un po’ troppo.
A peggiorare la situazione c’è la “storia d’amore” con
Ethan, che si svolge più o meno nel seguente modo:
- incontro con il bad-boy che si scoprirà essere un bravo
ragazzo che ha agito contro la legge a fin di bene;
- bacio tra una coppia di pressoché sconosciuti;
- altre comparse casuali del bad-boy e altri baci vari.
Se non altro ci siamo risparmiati le saghe mentali del
“lui è bellissimo mentre io sono un cesso” che si ripetono per più o meno
duecento pagine in molti romanzi young adult, ma se non altro quel genere di
saghe mentali avrebbero reso un po’ più realistica la loro relazione. Per come
viene presentata sembra che la prima persona che incontri per strada debba
essere la persona della tua vita.
Struttura
A rendere il romanzo una lettura a mio parere talvolta
tediosa, è stato anche la quasi totale assenza di un filo logico, specie nella
seconda parte del romanzo, in cui si susseguono capitoletti brevissimi,
talvolta del passato, talvolta del presente, che rendono il tutto molto
confusionario.
Per il resto il romanzo si struttura più o meno così:
- dubbi di Jenna per circa metà del romanzo;
- non più di dieci pagine in cui viene spiegata la storia
di Jenna;
- decine e decine di pagine di lamentele di Jenna,
intervallate da qualche incontro con Ethan e qualche lezione a scuola;
- confidenze con Allys, che rimane scioccata dal fatto
che Jenna sia una specie di protesi vivente;
- Jenna ricorda i fatti del suo incidente che dopo più o
meno due pagine viene archiviato una volta per tutte;
- Jenna viene aggredita da Dane mentre va a zonzo per i
boschi, non si sa bene perché (il fatto non verrà mai più approfondito e Dane
non comparirà più fino alla fine);
- Jenna distrugge il computer con la sua memoria e i due
computer trafugati dai genitori con la memoria dei suoi amici;
- la famiglia di Allys chiede che la figlia malata
terminale venga salvata allo stesso modo di Jenna.
L’epilogo
Il finale, a mio parere, è stata la goccia che ha fatto
traboccare il vaso.
Due secoli e mezzo più tardi Jenna e Allys sono ancora
vive: grazie al Biogel non invecchiano. Non siamo tenuti a sapere quanto a lungo
potranno ancora vivere.
Jenna ha trascorso 70 anni insieme a Ethan: già la loro
relazione era assurda a 18 anni, figuriamoci ora che si scopre che sono stati
insieme finché Ethan ne aveva 90 e Jenna aveva ancora l’aspetto di
un’adolescente.
Molti anni dopo la morte di Ethan, Jenna ha deciso di far
nascere la loro figlia, che somiglia a Ethan: mhm... come si fanno i figli in
questa ambientazione? Perché mi risulta che la figlia sia più o meno una
bambina e che sembri essere nata un secolo e mezzo o più dopo la morte del
padre... tutto ciò senza spiegazioni.
Jenna parla della morte dei genitori, degli amici e del
marito senza tradire la benché minima emozione: okay, si è trasformata in una
sorta di robot immortale eternamente giovane... ma appunto se tu vivi senza
invecchiare e gli altri intorno a te muoiono uno dopo l’altro, un minimo di
disagio dovresti trarlo, dalla tua condizione.
Valutazione
finale: 1,5/5
Se questa doveva essere una lettura per adolescenti che
facesse archiviare “Twilight” una volta per tutte, personalmente mi pare che
sia stata un flop. La serie dei vampiri sbrilluccicosi se non altro ha un inizio,
uno svolgimento dei fatti (talora assurdi, ma sono pur sempre fatti) e una conclusione.
Questo romanzo, invece, mi è parso un susseguirsi di episodi buttati lì a caso.
Peccato, perché le premesse avrebbero potuto essere buone.
Nessun commento:
Posta un commento