domenica 10 marzo 2013

MAXI-RECENSIONE: Lauren Kate, serie “Fallen”



Di Lauren Kate avevo già letto il romanzo “Princess” – per certi motivi che al momento non posso citare la recensione, seppure già pronta, arriverà tra un po’ – e mi sono dedicata, in questa settimana, alla serie “Fallen”, che ho letteralmente divorato.

La serie, pubblicata tra il 2010 e il 2012, si compone di quattro romanzi e uno spin-off:
1) Fallen;
2) Torment;
3) Passion;
3.5) Fallen in Love*;
4) Rapture.

* Il romanzo “Fallen in Love” è uno spin-off strettamente correlato al romanzo “Passion” connesso soltanto in parte con il resto dei romanzi.

Si ricorda che la recensione è scritta sotto il mio personale punto di vista e che non ho intenzione di influenzare nessuno.
NB. È possibile che siano presenti PICCOLI SPOILER; ma ovviamente mi asterrò dallo svelare il finale dei romanzi.


PRIMA IMPRESSIONE
Le copertine sono magnifiche e, di fatto, abbastanza connesse con la trama. Anche se la ragazza della copertina potrebbe non somigliare totalmente a Luce (vedi taglio di capelli) potrebbe essere maggiormente somigliante alle sue “antenate”.
Sono i titoli, al massimo, a parte “Fallen” e “Fallen in Love”, ad essere talvolta un po’ fuori luogo – questa almeno è la mia impressione; magari il problema è solo mio, che come al solito non riesco a capire le cose così come stanno.

LA TRAMA IN BREVE
Lucinda, detta Luce, è una diciassettenne come tutte le altre, almeno finché il suo ragazzo non muore in un incendio divampato misteriosamente mentre si trovava insieme a lei. Da quel momento Luce è guardata con sguardo accusatorio e viene consigliato alla sua famiglia di farla internare in una specie di riformatorio, lo Sword & Cross, nel quale avrà modo di conoscere un ragazzo che le piacerà fin da subito, Daniel.
Daniel, però, sembra non degnarla di uno sguardo e talvolta anche scocciato dalla sua presenza, mentre invece Luce riceve le attenzioni di un altro compagno di scuola, Cam. È in questo contesto inoltre che fa amicizia con Arriane, una ragazza un po’ fuori dal comune, e Penn, una nerd-fino-allo-sfinimento con la quale Luce si trova molto in sintonia.
Ma presto Daniel rivela un interesse per lei, dal quale tenta di sfuggire senza troppi risultati, per via del legame indissolubile che li lega: Luce, infatti, è la sua anima gemella, che ha incontrato in molte vite passate, ma con la quale non ha mai avuto la possibilità di stare veramente insieme...
Il primo romanzo si conclude lasciando intuire uno scontro tra bene e male, ma allo stesso modo lascia comprendere come bene e male siano molto sfaccettati e non siano bene identificabili, in quanto anche fazioni contrapposte sembrano unirsi di fronte a un nemico comune.
Nel secondo romanzo troviamo Luce che abbandona la Sword & Cross per trasferirsi in un collegio che somiglia molto a un villaggio vacanze, dove il suo rapporto con Daniel sarà complicato dalla vera natura di lui, ma i due riusciranno a riunirsi, almeno finché Luce – nel terzo romanzo – non sceglierà di tornare indietro nel tempo per scoprire le sue identità passate.
Il romanzo conclusivo vede andare in scena – tra rivelazioni più o meno sorprendenti – quello che sembra essere uno scontro finale, al termine del quale non solo Daniel, ma anche Luce, dovranno prendere un’importante decisione, che potrebbe cambiare radicalmente l’esistenza del mondo... o almeno la loro (e questo potrebbe deludervi oppure lasciarvi estasiati).

I PERSONAGGI
A mio avviso in questa serie buona parte dei personaggi sono strutturati e caratterizzati in maniera abbastanza positiva (magari non perfetti, ma neanche così tanto criticabili quanto ho letto in altre sedi), e ho apprezzato molto una protagonista che si evolve con il passare del tempo e che agisce in prima persona, invece di rimanere lì a piangere e a lamentarsi in attesa che capiti un miracolo.
Veniamo ad analizzare i principali.

LUCE: è una ragazza che fin da piccola è stata tormentata dalla visione di ombre che, a suo parere, non hanno alcun significato, e la sua situazione peggiora quando, dopo essere uscita con un amico, lo bacia e lui muore nell’incendio che si scatena subito dopo. A seguire Luce finisce in una sorta di riformatorio, in cui appunto iniziano le sue intricate vicende. Specie nei romanzi che seguiranno Luce si rivelerà determinata e, in certe circostanze, sicuramente in grado di badare a se stessa.
DANIEL: nonostante si trovi alla Sword & Cross, l’autrice ci tiene a non farlo passare per un bad-boy fin da subito, al massimo per un ragazzo un po’ rozzo (vedi gestaccio nei confronti di Luce quando ancora non si conoscono), ma comunque non sicuramente un tipo da evitare. Questo è a mio parere un’ottima scelta, in quanto Daniel come bad-boy non sarebbe stato credibile nemmeno per un attimo.
PENN: presente soltanto in “Fallen”, è la tipica nerd, con gli occhiali e non di bellezza esaltante, più o meno l’unica persona che di tanto in tanto pensa allo studio! È una ragazza in apparenza piuttosto cordiale, che seppure non abbia legami di amicizia molto forti, all’interno della Sword & Cross, mantiene comunque buoni rapporti con tutti. A differenza dei suoi compagni non è finita lì per motivi legati al suo passato, ma è arrivata semplicemente in quanto figlia di un dipendente della scuola, che morì lasciandola in affidamento al preside.
ARRIANE: fin dall’inizio sembra un po’ pazzerella, ma nonostante questo con Luce va d’accordo fin da subito; si può dire alla Sword & Cross, dopo Penn sia la persona con la quale la protagonista allaccia il rapporto d’amicizia più stretto. È una ragazza solare, che fa spesso battute sarcastiche anche un po’ a sproposito, alla quale per fortuna è dedicato il giusto spazio.
CAM: nel corso del primo romanzo è un corteggiatore di Luce, che a Luce sembra anche interesse abbastanza, nonostante il suo vero amore sia Daniel. Fin da subito viene presentato almeno velatamente come il cattivo della situazione – senza scendere nello scadente con gli stereotipi tipici da bad-boy – anche se poi, per quel poco che appare nei romanzi successivi, si scopre che non è proprio come appare. Il mio parere è che questo personaggio avrebbe potuto avere molto potenziale, ma che l’autrice l’abbia tenuto un po’ troppo in secondo piano – da “Torment” in poi fa soltanto fugaci apparizioni... ma è bellissima a mio parere quella del suo sé del passato in “Passion” – in un modo tale da sembrare una forzatura. Personalmente sono ancora delusissima dal finale di “Rapture”, in cui non viene svelato che fine abbia fatto!
GABBE: è la classica bella ragazza che sembra attirarsi le simpatie del sesso maschile e che inizialmente viene detestata nonostante non abbia fatto nulla per farsi detestare; ad un certo punto del primo romanzo Luce sostiene che una come Gabbe non potrà mai diventare sua amica – pensiero dettato prevalentemente dal fatto che Gabbe sembra avere una storia con Daniel... sembra, appunto – ma nel corso del tempo le cose cambiano.
ROLAND: amico di Daniel e Arriane, seppure per buona parte della serie sia un personaggio secondario mi è piaciuto parecchio e mi è rimasto impresso, anche per lo spazio che gli è dedicato in “Fallen in love”, ma non solo. È uno di quei personaggi a cui avrei gradito che fosse stato riservato un po’ più di spazio.
MOLLY: per tutto il primo romanzo, dove è comunque un personaggio abbastanza secondario, interpreta il ruolo dell’antipatica di turno – finalmente un’antipatica che non corrisponde allo stereotipo ricca-sexy-amante dello shopping! Epic win! – che vuole mettere i bastoni tra le ruote a Luce. L’unica cosa che posso aggiungere, al fine di evitare di spoilerare troppo, è che nel corso dei romanzi si rivela un po’ diversa dalle apparenze iniziali.
MISS SOFIA: è l’insegnante di religione alla Sword & Cross, praticamente l’unica insegnante a cui è dato abbastanza peso; agli studenti sta tendenzialmente abbastanza simpatica (diversamente dagli altri professori ha infatti un atteggiamento molto meno da inquisitrice) e sembra avere informazioni a proposito di Luce che questa ignora. Appare in “Fallen” e poi ricompare in “Rapture” e il suo ruolo riveste una certa importanza.
SHELBY: appare in “Torment”, romanzo in cui ha un ruolo di primo piano, che sarà poi secondario nei romanzi successivi (eccetto nello spin-off “Fallen in love”), è una ragazza che Luce si ritrova come compagna di stanza al momento del suo trasferimento nel collegio pseudo-villaggio turistico all’inizio del secondo romanzo. Nonostante la sua personalità – Shelby è piuttosto scorbutica e all’inizio sembra preannunciarsi per lei un ruolo da impicciona antipatica – finisce ben presto per stringere amicizia con la protagonista.
MILES: anche lui, come Shelby, appare in “Torment” e il suo ruolo, primario in quel romanzo, diminuisce in quelli successivi (a parte “Fallen in love”, appunto), è uno delle prime persone con cui Luce fa amicizia nella nuova scuola. Insieme a Shelby si può dire che sia il suo amico più intimo nella nuova scuola; e inizialmente sembra molto attratto da lei seppure sappia del legame esistente tra Luce e Daniel. In “Fallen in love” si avrà modo di vedere che il suo interesse si sposta su un’altra ragazza.

I personaggi che, a mio parere, avrebbero potuto essere approfonditi meglio, sono in particolare Phil (di “Torment” e “Rapture”) che mi sembra abbastanza piatto e poco caratterizzato, Annabelle (importante soprattutto in “Rapture” ma già comparsa in “Fallen” e “Passion”) di cui a parte il fatto dei capelli rosa viene detto poco e niente, ma soprattutto Dee (in “Rapture”) che seppure importante mi sembra la più piatta di tutti.

TESTO, STRUTTURA, EVENTI: COMMENTI
Il testo è molto scorrevole e, a mio parere, avendo già letto un romanzo di Lauren Kate comunque me lo aspettavo.
La serie è suddivisa in quattro romanzi e uno spin-off in cui, di fatto, non c’è troppo di utile ai fini della trama, eccetto il fatto che viene spiegato come Arriane si sia procurata una cicatrice sul collo. Nello spin-off ho apprezzato particolarmente la prima parte, dedicata a Shelby e Miles, e anche le altre tutto sommato non erano male, però a mio parere avrebbero potuto essere incluse, magari con accenni, in “Passion”, invece di dover comportare un romanzo a sé (peraltro ambientato completamente nel Medioevo – epoca che detesto... che sia questo il motivo per cui l’ho trovato un po’ noiosetto in certi punti?). Per il resto gli altri quattro romanzi, sulle 400 pagine – forse più – ciascuno, non mi sono sembrati troppo lunghi, nonostante l’effettiva lunghezza.
Ciò che apprezzo di meno è il fatto che ci sia qualche piccolo dubbio – quello al punto 4 in realtà non è proprio piccolo, ma è uno di quei dubbi in grado di far imbufalire un’orda di lettori – che non è stato chiarito:
1) relativamente a “Fallen”, si dice che Penn è piuttosto freddolosa e porta fino a sei maglioni l’uno sull’altro... credevo che avesse qualche spiegazione, invece Penn era davvero soltanto freddolosa?
2) Jules e Phillip (chi è il maschio e chi la femmina? Mistero...), la coppietta messa in punizione nella scuola-riformatorio per avere tentato di fuggire (“Fallen”), di cui nessuno ha più notizie, che fine ha fatto?
3) i parenti presenti al Giorno dei Genitori (“Fallen”) chi caspita erano?
4) Ma soprattutto che fine ha fatto Cam?! Senza voler spoilerare, nell’epilogo c’è questo piccolo accenno a lui:

«Qualcuno ha notizie di Cam?» chiese Shelby. Per qualche istante tra le nuvole calò il silenzio. Poi Shelby si schiarì la voce e si rivolse a Miles. «Be’, a proposito di cose che non sono eterne... l’orario della babysitter è quasi scaduto. La scorsa settimana ci ha fatto pagare un extra quando la partita dei Dodgers è finita ai supplementari.»

Ma non mi sembra che sia sufficiente per capire che cosa gli sia successo. Detto tra noi, ho letto qua e là qualche commento dei fan in internet – la maggior parte ragazze inferocite per non sapere che fine abbia fatto Cam (che è un figo, punto e basta, ma che dal secondo romanzo in poi nella parte del cattivo non è più credibile e infatti finisce, in modo comunque abbastanza coerente e sensato, per cambiare ruolo) – e le interpretazioni date a questo passaggio sono molto concordanti l’una con l’altra... ehm, forse non proprio!
Ecco le interpretazioni di cui ho letto, relative alla fine che fa Cam:
1) Cam si è schierato con il male ed è finito all’inferno (il che sarebbe in contrapposizione con il fatto che gli angeli schierati dalla parte del male fino a quel momento andavano in giro per la Terra sotto le mentite spoglie di studenti e professori);
2) Cam si è schierato con il bene e ora si trova in paradiso (peccato che per gli angeli schierati dalla parte del bene valgano le stesse considerazioni di cui sopra);
3) Cam non è schierato da nessuna parte per mantenere l’equilibrio cosmico (anche per gli angeli non schierati, comunque, valgono sempre le stesse considerazioni);
4) Cam è stato ucciso (potrebbe essere plausibile, in effetti... ma da chi? e per quale motivo?).

Dall’altro lato c’è una cosa molto positiva in questo romanzo: c’è una variante fondamentale rispetto alla maggior parte dei romanzi appartenenti al genere! Di solito nel paranormal romance la protagonista si innamora del bel protagonista maschile un nanosecondo dopo averlo visto “perché sì, questo è fantasy e non ho bisogno di dare spiegazioni, gli eventi capitano senza un motivo ben preciso”, mentre qui si innamora di lui per effetto di una maledizione, proprio come le era accaduto in tutte le sue vite precedenti.
È sicuramente ottima anche l’ambientazione in una specie di riformatorio, di sicuro non molto canonica nei romanzi appartenenti a questo filone.

FALLEN VS. HUSH HUSH?
La serie “Fallen” di Lauren Kate è da molti lettori paragonata a “Hush hush” di Becca Fitzpatrick. Perché? Essenzialmente perché parla di angeli caduti. La realtà, però, è che la serie della Fitzpatrick è ben diversa da quella di Lauren Kate; e a mio parere è la serie di Lauren Kate ad uscire vincitrice da questo confronto.
Che cosa intendo con queste parole? È molto semplice: la serie “Fallen” è incentrata sull’amore tra Lucinda e Daniel, ma è concentrata anche sui personaggi con cui questi interagiscono, che hanno ciascuno (chi più, chi meno – vedi paragrafo dedicato ai personaggi) una propria personalità; per “Hush hush” non è così, c’è poco oltre ai protagonisti.... solo qualche personaggio peraltro piuttosto stereotipato.
Diciamo le cose come stanno; “Hush hush” si basa sulle seguenti assunzioni:
1) il nuovo arrivato nella scuola superiore, sul quale la pseudo-nerd mette gli occhi;
2) il nuovo arrivato – anche quando nessuno ancora lo conosce – ha la fama del bad-boy;
3) se sei ricca, magra e appassionata di shopping, allora sei una stronza e lo resterai fino alla fine dei tuoi giorni anche nei confronti di persone che con te non si comportano male;
4) se sei bionda e grassottella, non hai altro interesse che le diete;
5) se sei un’adolescente di sesso femminile, tua madre minaccerà di ucciderti solo perché parli con un ragazzo (per giunta tuo compagno di scuola);
6) la gente va nei locali in cui si gioca a biliardo non per giocare a biliardo ma per picchiare e/o accoltellare qualcuno;
7) se hai origini italiane, sarai visto come un mafioso dai tuoi vicini di casa;
8) se seduci un ragazzo tanto perché ti va e all’ultimo ti tiri indietro e non gliela dai, lui sarà colpevole di avere ipotizzato che volessi portartelo a letto e sarà malvisto per questo;
9) se davanti a casa tua parlerai con un ragazzo (peraltro tuo compagno di scuola) tua madre si incazzerà a morte, mentre se scapperai di casa ripetute volte nel cuore della notte tua madre neanche ci farà caso;
10) se per salvare il mondo il tuo ragazzo dovrà chiedere un consiglio a una sua ex a cui non è più interessato, sarà normale che tu ti preoccupi non del mondo che rischia di essere distrutto ma di fargli delle ridicole scenate di gelosia.
Non sono forse stereotipi da teen-drama americano? Ebbene sì, in “Hush hush” – seppure dotato di una trama che coinvolge – c’è tutto questo. In “Fallen” no. Se mai questa serie deve avere un punto di debolezza nei confronti dell’altra è piuttosto la continuità tra romanzi. Se dopo avere letto il primo romanzo di “Hush hush” non hai voglia di continuare, hai raggiunto una conclusione. Con “Fallen” non è così: di fatto il primo romanzo sembra tutto tranne che una storia autoconclusiva e tra l’altro sembra abbastanza slegato dal secondo. Fortunatamente io ho scoperto questa serie dopo che già era conclusa e ho potuto leggere tutto in una settimana.
Altro punto di vantaggio di “Hush hush”: la Fitzpatrick non si propone di riscrivere la Bibbia a suo piacere. È anche vero che “Fallen” non ti pone le cose dal punto di vista “è fantasy, quindi dico quello che mi pare”, ma dà anche una spiegazione. Guardando le cose da un altro punto di vista, si potrebbe elogiare la fantasia di Lauren Kate.
Veniamo inoltre a un’ulteriore differenza: sebbene sia “Hush hush” sia “Fallen” siano incentrate su una sorte di guerra (Angeli caduti vs. Nephilim nel primo caso, Bene vs. Male ma con sfaccettature varie nel secondo), la serie della Fitzpatrick è forse più apprezzata da chi ama maggiormente gli spargimenti di sangue, mentre “Fallen” da chi non li ama particolarmente.
Il punto in comune che forse lascia più l’amaro in bocca è però il seguente: entrambe le serie fanno fare una brutta fine a qualche personaggio amato dai lettori.
Veniamo comunque alla conclusione. Di fatto in che cosa si somigliano queste due serie? Direi nei seguenti due punti:
- ci sono angeli caduti;
- c’è un amore idealizzato per il quale si rinuncia a tutto il resto (famiglia e amici compresi).
Considerando che siamo nel contesto paranormal romance, non ci vedo niente di così sconvolgente. Le differenze, tutto sommato, mi sembrano molte di più rispetto alle somiglianze.

Valutazione: 4/5
Forse è esagerato come voto, visti i punti di debolezza che ho già citato sopra, non lo so. Ha influito molto anche il 3,5 che a suo tempo ho attribuito a “Hush hush”, una serie a mio parere avvincente, ma troppo legata agli stereotipi dei film americani per adolescenti. Ha influito anche, nella mia valutazione, il fatto che comunque questi romanzi mi abbiano coinvolta parecchio.
Come la maggior parte dei paranormal romance, comunque, ho l’impressione che possa essere apprezzato più dalle ragazze che dai ragazzi.

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