giovedì 21 marzo 2013

Recensione: “Innocenti bugie”, Elizabeth Chandler

“Innocenti bugie” si inserisce in una sorta di serie come secondo volume dopo “Sekrets, le visioni di Megan” a cui ho già dedicato una recensione, ma ha ben poco a che vedere con il romanzo precedente, se non che è ambientato nello stesso luogo, Wisteria.

ATTENZIONE: questa recensione, scritta sotto il mio punto di vista, che non vuole intendersi come vincolane, potrebbe contenere piccoli spoiler sul romanzo.

Prima impressione
La copertina è un po’ un mistero: dopo la lettura mi è abbastanza chiaro che l’enorme fiore sui capelli della protagonista(?) c’entra ben poco con la trama, mentre anche le decorazioni alle sue spalle mi sembrano poco coerenti con il romanzo.
Per quanto riguarda il titolo, forse è stata un’impressione mia, ma mi aspettavo una storia un po’ diversa.

La trama
Lauren è la figlia diciassettenne di un leader politico, mentre sua madre è morta da sette anni, il suo cadavere fu ritrovato in un fiume vicino alla casa della madrina della ragazza, dove trascorrevano le vacanze insieme.
Lauren ha diciassette anni quando Jule, la sua madrina, la invita a trascorrere le vacanze da lei e dalle sue figlie, Holly e Nora; dove Lauren si rende conto fin da subito che quest’ultima è una ragazza con dei seri problemi psicologici, che però Jule e Holly ignorano o quantomeno fingono di ignorare. Qui rivede anche Nick, suo amico d’infanzia che la intriga fin da subito, ma scopre che lui ha una relazione(?) con Holly.
I problemi iniziano ad arrivare fin da subito: proprio come sua madre, che nei giorni prima di morire trovava i suoi oggetti che si annodavano da soli, questo inizia a succedere anche a Lauren, che viene minacciata di morte con un biglietto, rinchiusa più di una volta nella serra in cui Nora coltiva le sue piante, nonché coinvolta in un incidente stradale praticamente davanti agli occhi di Frank, lo zio di Nick.
A Lauren basta poco per convincersi che qualcuno voglia ucciderla e pensa di sapere di chi si tratti: Nora, perché i suoi disturbi mentali sono evidenti... Ma ben presto si rende conto che non può davvero fidarsi di nessuno e che forse Nora non è l’unico problema che deve affrontare...

Struttura e testo
Il romanzo, a livello di testo, è abbastanza breve e scorrevole; è inoltre un romanzo piuttosto breve e, a mio avviso, lo spazio dedicato agli eventi è più che sufficiente, ma non credo di poter dire molto altro di positivo in proposito, in quanto “Innocenti bugie” mi ha alquanto delusa per diversi motivi.
Gli eventi ricordano molto quelli del romanzo precedente di cui ho parlato all’inizio della recensione (dove, ricordiamolo, un’adolescente andava in vacanza a Wisteria a casa della nonna e conosceva immediatamente un ragazzo che le piaceva magicamente fin da subito senza un motivo ben preciso) e la piattezza dei personaggi (vedi prossimo paragrafo) è in certi casi davvero avvilente.
Fin dalle prime righe Lauren sembra la classica Mary Sue, l’orfanella impacciata che arriva da non-si-sa-bene-dove, a cui non sono mai interessati i ragazzi ma a cui puntualmente basta incontrare un ragazzo per strada (che ancora più banalmente si rivelerà essere il suo amico d’infanzia – ed entrambi sono cambiati talmente tanto che nessuno dei due riconosce l’altro fino al momento delle presentazioni) per far capire dove si vuole andare a parare.
A quel punto, dato che è stata nominata anche una veggente già incontrata nel romanzo precedente che aveva preannunciato disgrazie e che è stato preannunciato che la madre della protagonista prima di morire trovava oggetti che si muovevano da soli (questo capitava anche nell’altro romanzo) si capisce che probabilmente accadrà qualcosa di paranormale. La sensazione aumenta quando una delle due figlie della madrina viene descritta come una ragazza “particolare”. L’altra, invece, sta per diplomarsi e invece di studiare pensa agli annuari scolastici e ai balli, e anche questi mi sembrano gli stereotipi tipici della ragazza americana da film e da telefilm.
Soltanto ben oltre la metà la protagonista sembra evolversi un minimo, così come gli eventi che fino a quel momento erano abbastanza fermi. Di fatto di tutto il romanzo ho trovato avvincenti in particolare due momenti:
1) Lauren presa di mira, nel fiume, dai compagni di scuola di Holly e Nick;
2) Lauren chiusa dentro la serra insieme a un’altra persona che non cito per non fare spoiler.
Sono rimasta delusa inoltre anche dall’attrazione tra Lauren e Nick, non tanto perché questa sia improbabile (anche se di fatto lo è) ma perché la sua connessione con la trama è completamente assente e sembra che sia stata messa lì tanto perché c’era chi voleva trovarla.
Infine, ultimo motivo di delusione che voglio citare, l’uso del soprannaturale che sembra essere messo totalmente a caso: di fronte a un mistero che ha una soluzione che di paranormale non ha niente, i fatti soprannaturali che capitano mi sembrano un punto di distrazione, messo soltanto per aumentare la suspense.

I personaggi
LAUREN: la protagonista è, per buona parte del tempo, un personaggio banale e scontato, senza un minimo di iniziativa e totalmente succube della situazione che ha intorno; anche la scena in cui al ballo della scuola a cui è stata invitata (per il quale puntualmente non aveva né il vestito né le scarpe adatte, che deve farsi prestare dopo una consultazione familiare per decidere che cosa le sia più adatto e al quale non voleva andare, ma non aveva il coraggio di dire di no) mette a terra il tizio che la importuna mi fa pensare a un comportamento da Mary Sue. Soltanto sul finale inizia un po’ ad agire, specie perché costretta a farlo, ma anche qui non riesce mai a cavarsela da sola, ha sempre bisogno del supereroe di turno (in una circostanza addirittura il cane di Nick) per salvarsi.
JULE: della madrina di Lauren si sa poco e niente, se non che non lavora, non ha un soldo, ma ha un terreno che non vuole vendere, perché le sta antipatico il potenziale compratore (Frank), e che sembra non essere molto soddisfatta di ricordarsi di Sondra, la madre di Lauren, che è morta a pochi passi da casa sua e che peraltro le passava dei soldi ogni mese. Il suo comportamento nei confronti di Lauren è molto lunatico e la rivelazione finale su di lei non mi ha convinta affatto.
HOLLY: un tempo non apprezzava Lauren, ma adesso le cose tra loro sembrano cambiate... certo, forse non si può dire che le due siano grandi amiche, ma dopotutto è normale considerando che non si vedevano da anni. È una ragazza di bell’aspetto, che pensa soltanto alle feste, agli annuari scolastici... e a Nick, oltre che a gestire i pochi soldi che sua madre possiede. Sostiene che Nora non abbia niente che non va quando è davanti alla madre, ma con Lauren si comporta diversamente e cerca di metterla in guardia nei confronti della sorella.
NORA: è una ragazza strana, terrorizzata da quanto accaduto a Sondra e convinta che tra le acque del fiume lo spirito di Sondra sia ancora lì in attesa di riprendersi sua figlia. Si dedica alla coltivazione di piante, mentre sua madre e sua sorella insistono sul fatto che non abbia bisogno di cure psichiatriche.
NICK: è il classico amico d’infanzia che si è trasformato in un ragazzo dannatamente sexy, del quale Lauren di fatto si innamora a prima vista. Il suo ruolo nel corso dei capitoli è quello di comportarsi, alternatamente, prima in modo gentile e poi bruscamente con Lauren, e il suo cane ha più personalità rispetto a lui.
FRANK: lo zio di Nick è un ricco avvocato che vorrebbe comprare la proprietà di Jule, ma a cui Jule rifiuta di venderla, prevalentemente per motivi di antipatia personale nei confronti di quest’uomo che, di fatto, sembra essere uno dei pochi personaggi che non hanno un’avversione repressa nei confronti di Lauren.

Valutazione: 2/5
Mi dispiace per il voto così basso, ma non credo che “Innocenti bugie” possa meritare di più. Se non avessi letto “Sekrets”, forse, potrei dargli un voto più alto, ma il fatto che Elizabeth Chandler abbia scritto un romanzo che, di fatto, è molto simile a quello precedente ha contribuito molto a questa valutazione un po’ deprimente. Se non altro, inoltre, in “Sekrets” c’erano dei personaggi più caratterizzati e si vedevano meno atteggiamenti da Mary Sue.

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