ATTENZIONE:
questa recensione, scritta sotto il mio punto di vista, che non vuole
intendersi come vincolane, potrebbe contenere piccoli spoiler sul romanzo.
Prima
impressione
La
copertina è un po’ un mistero: dopo la lettura mi è abbastanza chiaro che l’enorme
fiore sui capelli della protagonista(?) c’entra ben poco con la trama, mentre
anche le decorazioni alle sue spalle mi sembrano poco coerenti con il romanzo.
Per
quanto riguarda il titolo, forse è stata un’impressione mia, ma mi aspettavo
una storia un po’ diversa.
La trama
Lauren
è la figlia diciassettenne di un leader politico, mentre sua madre è morta da
sette anni, il suo cadavere fu ritrovato in un fiume vicino alla casa della
madrina della ragazza, dove trascorrevano le vacanze insieme.
Lauren
ha diciassette anni quando Jule, la sua madrina, la invita a trascorrere le
vacanze da lei e dalle sue figlie, Holly e Nora; dove Lauren si rende conto fin
da subito che quest’ultima è una ragazza con dei seri problemi psicologici, che
però Jule e Holly ignorano o quantomeno fingono di ignorare. Qui rivede anche
Nick, suo amico d’infanzia che la intriga fin da subito, ma scopre che lui ha
una relazione(?) con Holly.
I
problemi iniziano ad arrivare fin da subito: proprio come sua madre, che nei
giorni prima di morire trovava i suoi oggetti che si annodavano da soli, questo
inizia a succedere anche a Lauren, che viene minacciata di morte con un
biglietto, rinchiusa più di una volta nella serra in cui Nora coltiva le sue
piante, nonché coinvolta in un incidente stradale praticamente davanti agli
occhi di Frank, lo zio di Nick.
A
Lauren basta poco per convincersi che qualcuno voglia ucciderla e pensa di
sapere di chi si tratti: Nora, perché i suoi disturbi mentali sono evidenti...
Ma ben presto si rende conto che non può davvero fidarsi di nessuno e che forse
Nora non è l’unico problema che deve affrontare...
Struttura e
testo
Il
romanzo, a livello di testo, è abbastanza breve e scorrevole; è inoltre un
romanzo piuttosto breve e, a mio avviso, lo spazio dedicato agli eventi è più
che sufficiente, ma non credo di poter dire molto altro di positivo in
proposito, in quanto “Innocenti bugie” mi ha alquanto delusa per diversi
motivi.
Gli
eventi ricordano molto quelli del romanzo precedente di cui ho parlato
all’inizio della recensione (dove, ricordiamolo, un’adolescente andava in
vacanza a Wisteria a casa della nonna e conosceva immediatamente un ragazzo che
le piaceva magicamente fin da subito senza un motivo ben preciso) e la
piattezza dei personaggi (vedi prossimo paragrafo) è in certi casi davvero
avvilente.
Fin
dalle prime righe Lauren sembra la classica Mary Sue, l’orfanella impacciata
che arriva da non-si-sa-bene-dove, a cui non sono mai interessati i ragazzi ma
a cui puntualmente basta incontrare un ragazzo per strada (che ancora più
banalmente si rivelerà essere il suo amico d’infanzia – ed entrambi sono
cambiati talmente tanto che nessuno dei due riconosce l’altro fino al momento
delle presentazioni) per far capire dove si vuole andare a parare.
A
quel punto, dato che è stata nominata anche una veggente già incontrata nel
romanzo precedente che aveva preannunciato disgrazie e che è stato
preannunciato che la madre della protagonista prima di morire trovava oggetti
che si muovevano da soli (questo capitava anche nell’altro romanzo) si capisce
che probabilmente accadrà qualcosa di paranormale. La sensazione aumenta quando
una delle due figlie della madrina viene descritta come una ragazza
“particolare”. L’altra, invece, sta per diplomarsi e invece di studiare pensa
agli annuari scolastici e ai balli, e anche questi mi sembrano gli stereotipi
tipici della ragazza americana da film e da telefilm.
Soltanto
ben oltre la metà la protagonista sembra evolversi un minimo, così come gli
eventi che fino a quel momento erano abbastanza fermi. Di fatto di tutto il
romanzo ho trovato avvincenti in particolare due momenti:
1)
Lauren presa di mira, nel fiume, dai compagni di scuola di Holly e Nick;
2)
Lauren chiusa dentro la serra insieme a un’altra persona che non cito per non
fare spoiler.
Sono
rimasta delusa inoltre anche dall’attrazione tra Lauren e Nick, non tanto
perché questa sia improbabile (anche se di fatto lo è) ma perché la sua
connessione con la trama è completamente assente e sembra che sia stata messa
lì tanto perché c’era chi voleva trovarla.
Infine,
ultimo motivo di delusione che voglio citare, l’uso del soprannaturale che
sembra essere messo totalmente a caso: di fronte a un mistero che ha una
soluzione che di paranormale non ha niente, i fatti soprannaturali che capitano
mi sembrano un punto di distrazione, messo soltanto per aumentare la suspense.
I personaggi
LAUREN: la protagonista
è, per buona parte del tempo, un personaggio banale e scontato, senza un minimo
di iniziativa e totalmente succube della situazione che ha intorno; anche la
scena in cui al ballo della scuola a cui è stata invitata (per il quale
puntualmente non aveva né il vestito né le scarpe adatte, che deve farsi
prestare dopo una consultazione familiare per decidere che cosa le sia più
adatto e al quale non voleva andare, ma non aveva il coraggio di dire di no)
mette a terra il tizio che la importuna mi fa pensare a un comportamento da
Mary Sue. Soltanto sul finale inizia un po’ ad agire, specie perché costretta a
farlo, ma anche qui non riesce mai a cavarsela da sola, ha sempre bisogno del
supereroe di turno (in una circostanza addirittura il cane di Nick) per
salvarsi.
JULE: della madrina
di Lauren si sa poco e niente, se non che non lavora, non ha un soldo, ma ha un
terreno che non vuole vendere, perché le sta antipatico il potenziale
compratore (Frank), e che sembra non essere molto soddisfatta di ricordarsi di
Sondra, la madre di Lauren, che è morta a pochi passi da casa sua e che
peraltro le passava dei soldi ogni mese. Il suo comportamento nei confronti di
Lauren è molto lunatico e la rivelazione finale su di lei non mi ha convinta
affatto.
HOLLY: un tempo non
apprezzava Lauren, ma adesso le cose tra loro sembrano cambiate... certo, forse
non si può dire che le due siano grandi amiche, ma dopotutto è normale
considerando che non si vedevano da anni. È una ragazza di bell’aspetto, che
pensa soltanto alle feste, agli annuari scolastici... e a Nick, oltre che a
gestire i pochi soldi che sua madre possiede. Sostiene che Nora non abbia
niente che non va quando è davanti alla madre, ma con Lauren si comporta diversamente
e cerca di metterla in guardia nei confronti della sorella.
NORA: è una ragazza
strana, terrorizzata da quanto accaduto a Sondra e convinta che tra le acque
del fiume lo spirito di Sondra sia ancora lì in attesa di riprendersi sua
figlia. Si dedica alla coltivazione di piante, mentre sua madre e sua sorella
insistono sul fatto che non abbia bisogno di cure psichiatriche.
NICK: è il classico
amico d’infanzia che si è trasformato in un ragazzo dannatamente sexy, del
quale Lauren di fatto si innamora a prima vista. Il suo ruolo nel corso dei
capitoli è quello di comportarsi, alternatamente, prima in modo gentile e poi
bruscamente con Lauren, e il suo cane ha più personalità rispetto a lui.
FRANK: lo zio di Nick
è un ricco avvocato che vorrebbe comprare la proprietà di Jule, ma a cui Jule
rifiuta di venderla, prevalentemente per motivi di antipatia personale nei
confronti di quest’uomo che, di fatto, sembra essere uno dei pochi personaggi
che non hanno un’avversione repressa nei confronti di Lauren.
Valutazione: 2/5
Mi
dispiace per il voto così basso, ma non credo che “Innocenti bugie” possa
meritare di più. Se non avessi letto “Sekrets”, forse, potrei dargli un voto
più alto, ma il fatto che Elizabeth Chandler abbia scritto un romanzo che, di
fatto, è molto simile a quello precedente ha contribuito molto a questa
valutazione un po’ deprimente. Se non altro, inoltre, in “Sekrets” c’erano dei
personaggi più caratterizzati e si vedevano meno atteggiamenti da Mary Sue.
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