sabato 18 gennaio 2014

RECENSIONE: "Il conto cifrato" di Christopher Reich

Altro romanzo letto al lavoro durante le pause pranzo, è un altro thriller che mi ha intrattenuta di recente e che si è guadagnato una breve recensione per il blog.
E' stato pubblicato nel 1998 e le vicende narrate si svolgono verso la fine degli anni '90 (così emerge dalle date a cui viene accennato di tanto in tanto) anche se, a mio parere, sembra più un'ambientazione da anni '80, dal punto di vista tecnologico (per intenderci: nessuno o quasi sembra possedere un cellulare, e stiamo parlando di funzionari di banca, non di contadini...).

Quarta di copertina
Nick Neumann, giovane uomo d'affari, è tormentato da un'ossessione: scoprire perché il padre,
un importante dirigente della United Swiss Bank, è stato ucciso e da chi. Abbandona così il suo
lavoro a Wall Street e si fa assumere dalla Banca di Zurigo. Lì scoprirà un segreto, una terribile

verità che lo porterà a una sfida all'ultimo sangue con un misterioso avversario...

Prima impressione
Quando in biblioteca mi è capitato davanti, per caso, mentre guardavo lo scaffale dei thriller, è scattata una molla che mi ha fatto pensare che avrebbe potuto interessarmi.
Diciamolo chiaro e tondo: ho sempre provato un certo interesse per la finanza (anche se, durante i cinque anni trascorsi alla facoltà di economia gli esami di finanza aziendale e finanza straordinaria sono stati decisamente due tra i più tosti) e l'idea di leggere un thriller a sfondo finanziario mi entusiasmava.

Trama e struttura
Alle vicende del giovane bancario, di cui si fa cenno nella quarta di copertina, si "mescolano" anche quelle degli altri personaggi a lui connessi: i dirigenti della banca in primis, ma anche un soggetto noto come "il Pascià", che possiede un conto cifrato presso la USB, per cui lavora il protagonista. Quest'ultimo, emerge a poco a poco, non è altro che un mafioso mediorientale in prima linea nel traffico di armi e di droga.
I capitoli sono narrati in terza persona, con punti di vista alternati. Questo a mio parere rovina in parte la bellezza di un thriller: dato che abbiamo il POV di molti personaggi, non tutti schierati dalla stessa parte, la vicenda finisce per girare quasi totalmente intorno all'azione, piuttosto che intorno al mistero da svelare. Di fatto la maggior parte dei potenziali colpi di scena sono serviti su un piatto d'argento.

Valutazione finale: 3,5/5
E' stata una lettura scorrevole, nonostante la lunghezza del romanzo (oltre 600 pagine) questo non mi è mai sembrato tedioso, ma tutto sommato ho sentito la mancanza di qualcosa. Sapere quasi tutto e quasi subito non mi alletta al cento per cento.

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