giovedì 23 gennaio 2014

RECENSIONE: "Winter" di Asia Greenhorn

Cari lettori, direi di offrirvi su un piatto d'argento, anche se non l'avete chiesta, la recensione del romanzo che ho letto in questi ultimi due giorni in pausa pranzo, "Winter" di Asia Greenhorn (grande esempio di come sia applicabile perfettamente la regola aurea del "tanto è fantasy"), che mi ha prestato un'amica che l'ha comprato anni fa e che ne è rimasta alquanto insoddisfatta. Nonostante il suo giudizio ("non è un granché") ho deciso di dedicarmi alla lettura di questo ennesimo romanzo in cui una sedicenne s'innamora di un compagno di scuola dagli occhi dai colori strani che si scopre essere un vampiro.
...
...
...
Ehm... un... che cosa?! Non proprio, ma su questo ci torneremo tra un po'.

Background
"Winter" è uscito diversi anni fa, proprio in scia al fenomeno "Twilight", quando uscivano di continuo romanzi su vampiri adolescenti.
L'autrice, l'ho scoperto in questo momento, è italo-inglese.

Prima impressione
Detto tra noi, sinceramente la copertina mi fa un po' senso, a causa di quelle macchie di sangue sul collo. Sarò anche troppo sensibile, ma certe immagini mi fanno un po' impressione...
Inoltre vorrei soffermarmi sul fatto che la protagonista (o quella che dovrebbe essere la sua rappresentazione) indossa un abito antiquato e un paio di guanti altrettanto antiquati. Peccato che il romanzo sia ambientato abbondantemente dopo il 2000 e che la protagonista sia una sostenitrice dell'abbinamento jeans+Converse (specie nelle giornate piovose d'autunno, che non mi sembrano esattamente l'ideale per andarsene in giro con le scarpe di tela)...

La trama
Credo che nulla sia più indicativo della quarta di copertina, in questo caso.
E la quarta di copertina dice questo:

Winter si è appena trasferita da Londra a Cae Mefus, una piccola cittadina nel nord del Galles, in seguito al misterioso incidente che ha costretto sua nonna in ospedale. Una nuova casa la accoglie. E una nuova famiglia, quella dei Chiplin, il cui figlio maggiore, Gareth, non le toglie gli occhi di dosso, per ragioni che la ragazza può solo in parte intuire. Nella nuova scuola Winter incontra Rhys, un ragazzo dalla bellezza misteriosa, dal quale Gareth cerca di metterla in guardia. Ha gli occhi brillanti. Lo sguardo profondo nasconde un passato lontano. L'attrazione li travolge come un'onda, è un'energia inspiegabile e pericolosa. Mentre strane aggressioni si verificano nella contea, Winter stessa è assalita nel bosco. La verità comincia a venire a galla. Winter deve scoprire un nuovo mondo, dove antiche tradizioni si tramandano di generazione in generazione, dove un patto segreto protegge l'esistenza di milioni di persone. Deve scoprire la verità sulla morte dei suoi genitori, e sulla loro unica eredità: un ciondolo di cristallo che la protegge. Ora è costretta a scegliere. Tra Rhys, il ragazzo che ama, e la sua stessa vita, come l'ha sempre conosciuta.

Di fatto non è che ci sia più di tanto da dire, se non che, all'improvviso, dopo circa 200 pagine, Winter si scopre magicamente innamorata di Rhys, un compagno di scuola con il quale aveva scambiato fino a quel momento sì e no due parole.
La loro relazione, però, è ostacolata da un patto tra umani e vampiri, che impedisce le relazioni amorose tra gli uni e gli altri, per un semplice motivo: i mezzi umani e mezzi vampiri hanno un sangue che rende i vampiri immortali (su questo tornerò tra poco) qualora lo bevano, e questo renderebbe i vampiri troppo potenti.
Il problema, però, è che Winter è proprio un incrocio umano-vampiro, e che il suo sangue è fa gola a qualcuno...

Vampiri che non sono vampiri... e nessuno si degna di spiegarci perché, tanto è fantasy
Quando a suo tempo recensii la serie dei vampiri glitterati della Meyer spiegai perché non fossi rimasta particolarmente delusa dal fatto che quei vampiri non si attenessero a quelli "tradizionali". Sebbene molti aspetti di "Twilight" non mi abbiano soddisfatta, il fatto che i vampiri mangino animali e brillino al sole non mi ha particolarmente disturbata: per quanto le spiegazioni della Meyer, che vanno da "possiamo stare al sole, ma non ci stiamo perché la nostra pelle è brillante", "abitiamo nel paese più piovoso del mondo" a "siamo diversi da come il cinema ci rappresenta", possano essere spiegazioni talvolta banali e insulse, sono pur sempre spiegazioni.
In "Winter", invece, di spiegazioni non ce ne sono affatto. I vampiri non sono immortali, ma nessuno ci spiega perché. I vampiri nascono allo stesso modo degli umani e crescono, ma nessuno ci spiega perché. I vampiri hanno un cuore che batte, hanno sangue nelle vene e sono caldi, ma nessuno ci spiega perché. Nemmeno la protagonista, che ama follemente Rhys perché... mhm... a proposito, perché?, gli chiede un minimo di spiegazioni.
Tra l'altro vorrei segnalare che il professore vampiro è vecchio vari secoli, gli altri vampiri sono adolescenti e nessuno sembra spiegare quanto possano vivere.

Ci amiamo perché... boh!
La relazione tra Winter e Rhys nasce così:
- incontri casuali a scuola e in biblioteca;
- scambio di tre parole o quattro;
- grande ammmmmmmoooooore della vita.

Alternanza di punti di vista
Il romanzo è narrato in terza persona e il punto di vista cambia mediamente ogni una o due pagine, a volte anche meno.
Questo purtroppo fa sì che quelli che avrebbero potuto essere colpi di scena non lo siano: sappiamo già come agiranno certi personaggi, compresi gli antagonisti, perché abbiamo letto, tramite il loro punto di vista, le loro intenzioni.

Valutazione finale: 2/5
Idee potenzialmente originali (come anche le particolarità di questi vampiri) che però non sono state sfruttate nel migliore dei modi. Anzi, non sono state sfruttate affatto. So che c'è un seguito. Non credo, sinceramente, che lo leggerò.

Nessun commento:

Posta un commento