giovedì 18 luglio 2013

RECENSIONE: “IMMORTAL” di Alma Katsu

Primo volume dell’omonima trilogia, il romanzo “The Taker”, pubblicato in Italia con il titolo di “Immortal”, è il romanzo d’esordio di Alma Katsu.
Non è ancora arrivato in Italia “The Reckoning”, mentre “The Descent”, previsto come ultimo romanzo, dovrebbe essere pubblicato nel 2014.

Prima impressione
“Immortal” racchiude un’essenza gotica, mescolando urban fantasy e romanzo storico, che si evince fin dalla copertina della versione originale.
A stonare, nella versione italiana, è forse il titolo: viene scelto un titolo inglese che non ha nulla a che vedere con quello originale, senza che vi sia una precisa ragione.

La trama
Dopo essere stata arrestata per avere ucciso un uomo, la giovane Lanore viene condotta in un ospedale affinché venga medicata per le eventuali ferite riportare nel presunto scontro con la vittima. Qui incontra Luke, un medico depresso sulla quarantina, al quale chiede di aiutarla a fuggire, raccontandogli una storia in apparenza incredibile.
Per far sì che Luke le creda, Lanore si procura un’ampia ferita, che si rimargina istantaneamente: lei è un’immortale, lo è da quasi duecento anni e non può permettere che qualcuno – a parte Luke, che diviene ben presto il suo confidente – venga a conoscenza del suo segreto.
Lanore, cresciuta nel Maine nell’Ottocento, ha una lunga storia da raccontare, che inizia con l’amore non corrisposto provato nei confronti di Jonathan, suo amico d’infanzia, con il quale ha successivamente una relazione clandestina (i due sono divisi dalle differenze sociali: lui appartiene a una famiglia ricca, lei no) culminata con il concepimento di un figlio. Quando Jonathan, per pressione della famiglia, decide di sposare un’altra ragazza, per Lanore non ci sono scelte: su imposizione familiare dovrà lasciare il paese, fingendo di essere andata ad assistere un’anziana parente, rifugiarsi in un convento e, dopo avere portato a termine la gravidanza, dare in adozione il bambino.
Non è quello che succederà: convinta di voler crescere il bambino piuttosto che rinunciare a tutto ciò che le rimane di Jonathan, prende la decisione di non recarsi al convento, anche se questo le costerà l’abbandono da parte della sua famiglia. La sua strada, però, si incrocia con quella di Adair, un individuo crudele che si è macchiato di gravissimi reati nel corso dei secoli... Adair viene da un Trecento in cui riuscì a ottenere l’immortalità grazie a una pozione alchemica, e alla stessa Lanore non lascia scelta: dopo avere abusato di lei e averla sottoposta a molteplici maltrattamenti, la costringe a rendersi immortale allo stesso modo, come ha già fatto con tanti altri. Lanore, a quel punto, non potrà più invecchiare, né tanto meno ferirsi o morire, a meno che non sia lo stesso Adair a deciderlo. Quello che Lanore in un primo momento ignora è che anche Jonathan sia nei piani futuri di Adair, che ha in mente per lui qualcosa di addirittura più macabro...
Il tema centrale di questo romanzo è quello dell’immortalità, trattato in modo più approfondito rispetto a quanto accade in genere negli urban fantasy. Il “vissero per sempre felici e contenti” qui non c’è, l’immortalità è piuttosto fonte di eterno tormento, sapendo che è controllata da qualcun altro e che questa persona può darla e toglierla a proprio piacimento, facendo eventualmente morire le sue creazioni tra le sofferenze più atroci (come si avrà modo di vedere nel corso del romanzo).

Testo e struttura
Il testo è sempre fluido e scorrevole, invita il lettore a proseguire per le oltre 400 pagine lungo le quali quest’intricata vicenda si sviluppa.
Si alternano capitoli ambientati nel presente, narrati in terza persona ma in cui il punto di vista è quello di Luke, capitoli ambientati nel passato (molti di più), in cui la voce narrante è quella di Lanore in prima persona, e altri capitoli ambientati in un passato ancora più lontano in cui sono le vicende di Adair ad essere descritte in terza persona, come raccontate da Lanore.
È a mio parere una struttura piuttosto convincente, che dà molta più importanza a ciò che è veramente più importante: il lettore è sicuramente più affascinato dal passato della ragazza che dalla fuga in automobile in cui è accompagnata da Luke.
Inoltre, anche se si tratta del primo romanzo di una trilogia, ha comunque quella che sembra una conclusione, punto di favore nei confronti di altre serie in cui, invece, sono troppe le domande lasciate in sospeso in attesa del volume successivo.

I personaggi
I personaggi sono caratterizzati molto bene, specie i tre sui quali si incentra la vicenda, mentre gli altri sono talvolta lasciati un po’ in secondo piano.
LANORE: siamo di fronte a una ragazza che prova un amore ossessivo, che per ottenerlo sarebbe disposta a qualsiasi cosa; nel suo sentimento, però, non vede niente di morboso, pensa anzi che la situazione in cui si è ritrovata sia stata determinata soltanto dal comportamento di Jonathan, colpevole di non amarla tanto quanto lei ama lui. È a mio parere una ragazza ingenua soltanto in apparenza, che cerca di sfruttare a proprio vantaggio le situazioni in cui si ritrova, finendo poi per covare un desiderio di vendetta soltanto quando si vede messa da parte: lo fa con Jonathan, a cui dopo essere divenuta immortale sarebbe disposta a fare del male per vendicarsi del fatto che abbia sposato un’altra donna, lo fa addirittura con Adair, al quale permette di seviziarla quasi a cuore leggero finché sa di essere la sua favorita... Lanore è di fatto un personaggio molto controverso, dal quale il lettore non può fare a meno di essere intrigato.
JONATHAN: figlio di un proprietario terriero, fin da piccolo è sempre stato molto legato a Lanore, ma mentre lei l’ha sempre amato in modo ossessivo lui l’ha sempre considerata soltanto un’amica. C’è chi lo vede come un approfittatore che ha sfruttato i sentimenti di Lanore finché ne ha tratto vantaggio, abbandonandola quando la situazione si era fatta troppo gravosa; c’è chi invece lo vede come un eterno indeciso che non può fare altro che arrendersi al fascino delle sue corteggiatrici. Probabilmente la verità sta nel mezzo: da un lato la decisione di Jonathan di abbandonare Lanore non è sicuramente apprezzabile, ma più che dalla sua volontà è dettata piuttosto dalle convenzioni sociali e dal ruolo che la famiglia ha previsto per lui; dall’altro lato non ha mai fatto credere a Lanore da amarla tanto quando lei amava lui, ma lei stessa, presa dalla sua ossessione, ugualmente ha scelto di non tirarsi indietro, forse sperando di fargli cambiare idea.
ADAIR: quello che diviene di fatto l’antagonista di Lanore è un personaggio fin da subito misterioso, di cui si capisce che non sia animato da buoni intenti. Leggendo la sua storia si evince di che cosa sia fatto il suo passato, ma soprattutto è il colpo di scena che arriverà nelle fasi conclusive del romanzo ciò che forse inorridirà di più di tutto il resto. È un personaggio innegabilmente intelligente e scaltro, che nel corso dei secoli è riuscito non solo a macchiarsi di crimini terribili, ma anche a nascondere astutamente la sua vera identità. Al momento Lanore è riuscita ad avere la meglio nei suoi confronti, ma non trattandosi di qualcosa di definitivo ho l’impressione che sia proprio su di lui che “The Reckoning” sarà incentrato...

Valutazione finale: 4,5/5
Alla luce delle valutazioni finora espresse non posso fare a meno di riconoscere l’originalità di questo romanzo e la sua buona costruzione.

Consiglio questo romanzo non solo a chi generalmente legge romanzi incentrati su elementi fantastici, ma anche a chi non è molto attirato da questo genere. “Immortal” di Alma Katsu è a mio parere un romanzo che potrebbe piacere anche a loro.


Recensione scritta per il Corriere della Notte numero 10, del forum Scrittori della Notte.

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