martedì 16 luglio 2013

Recensione: "MILLENNIUM TRILOGY" di Stieg Larsson

La trilogia svedese Millennium di Stieg Larsson, è uscita in lingua originale tra il 2005 e il 2007. I tre romanzi che la compongono sono:
1) Män som hatar kvinnor (2005), uscito in Italia con il titolo Uomini che odiano le donne;
2) Flickan Som Lekte Med Elden (2006), il cui titolo italiano è La bambina che giocava con il fuoco;
3) Luftslottet Som Sprängdes (2007), pubblicato in Italia come La regina dei castelli di carta.


Si tratta di una serie di thriller che si è rivelata un successo editoriale internazionale, successo incrementato anche dalle trasposizioni cinematografiche (sia una versione svedese, con la produzione dei tre film relativi ai tre romanzi, sia una versione americana di cui è uscito il film legato al primo romanzo) che a detta di molti più che rendere onore ai romanzi ne danneggiano la reputazione per chi ha visto i film senza prima leggerli.

La serie
Il primo romanzo costituisce un episodio che, seppure abbia delle connessioni con quanto accade dopo, non è strettamente legato, in termini di eventi, al secondo e al terzo. Questi ultimi due, invece, sono uno la conseguenza dell’altro e, seppure i temi trattati non siano esattamente gli stessi (il secondo romanzo si avvicina a un giallo, il secondo tratta prevalentemente di spionaggio), si può dire che “La regina dei castelli di carta” inizi laddove termina “La bambina che giocava con il fuoco”.
Era intenzione dell’autore scrivere una serie di dieci romanzi, ma dopo la sua morte avvenuta per un infarto mentre si trovava nella redazione del giornale per cui lavorava – stessa sorte che, ironicamente, aveva riservato a un personaggio secondario della serie – anche il quarto romanzo, già in gran parte abbozzato, è stato destinato a rimanere inedito a causa di una controversia legale tra il padre di Larsson, erede dei diritti sulla serie, e la compagna dell’autore che pare averlo aiutato durante la stesura dei romanzi ma che non ha potuto completare il quarto romanzo e pubblicarlo in quanto non ha ereditato alcun diritto sulla serie in quanto lei e Larsson non erano legalmente sposati.

La trama
Nella sua prima apparizione, in “Uomini che odiano le donne”, Mikael Blomkvist è un giornalista che si ritrova nei guai con la legge quando viene accusato di diffamazione, ingaggiato da un uomo ormai anziano che da decenni non ha notizie di una sua nipote scomparsa nel nulla che ogni anno, dal giorno della sua scomparsa, riceve un piccolo regalo, anonimo, per il proprio compleanno. Convinto che ciò sia legato alla scomparsa di sua nipote, che sospetta essere stata assassinata, chiede a Mikael di scoprire, dandogli come tempo massimo un anno, che cosa ne sia stato di lei. In cambio gli offrirà le prove per essere scagionato dalle accuse di diffamazione, in quanto con esse potrebbe dimostrare che, quando ha precedentemente pubblicato, era vero.
Mikael accetta l’incarico, iniziando a fare indagini sul passato della ragazza scomparsa basandosi sui pochi elementi che ha in mano, elementi che sembrano condurre a numerosi delitti irrisolti in cui le vittime erano donne. Riuscirà a portare a termine il proprio compito grazie all’aiuto di Lisbeth Salander, una ragazza affetta da disturbi psichici che si rivela un’ottima hacker.
Il personaggio di Lisbeth, già co-protagonista del primo romanzo, assume un’importanza ancora maggiore nel secondo e nel terzo romanzo della serie, che ruotano intorno a lei dall’inizio alla fine. In “La bambina che giocava con il fuoco” Lisbeth si ritrova ad essere accusata di un delitto che non ha commesso, in cui tutte le prove sembrano portare a lei. Come se non bastasse i fantasmi del suo passato tornano alla luce e, oltre ad essere legalmente ricercata, c’è qualcuno di ancora più pericoloso che certa Lisbeth, nei confronti del quale lei ha un forte desiderio di vendetta. Se la caverà grazie all’aiuto di Mikael, nonostante si fosse posta come obiettivo quella di chiudere ogni contatto con l’amico, “colpevole” di non ricambiare i sentimenti che Lisbeth provava nei suoi confronti.
“La regina dei castelli di carta” inizia esattamente dove finisce il secondo romanzo della serie. In quest’ultimo Lisbeth, rimasta gravemente ferita, è in ospedale e lotta tra la vita e la morte; quando riaprirà gli occhi, inoltre, dovrà rispondere delle accuse di cui sopra e affrontare nuovamente il proprio passato, in cui fu fatta rinchiudere in un ospedale psichiatrico. Sarà ancora una volta Mikael ad aiutarla, insieme alla sorella Annika, avvocato civilista che, in via del tutto eccezionale, accetta la richiesta del fratello di rappresentare Lisbeth in tribunale nonostante le cause penali non siano il suo ramo. In questa impresa sarà evidente che il ricovero di Lisbeth in clinica faceva comodo a persone che avevano una certa importanza nell’ambito dello spionaggio internazionale...

I personaggi
I personaggi principali della serie sono Mikael e Lisbeth, i loro punti di vista si alternano a intervalli irregolari e talvolta vi sono intermezzi in cui il punto di vista utilizzato dall’autore è quello di altri personaggi. È inevitabile che, visto l’enorme spazio che è dato a Mikael e Lisbeth (centinaia e centinaia di pagine per ciascuno dei tre romanzi) il lettore venga a sapere molte cose su di loro.
A mio avviso entrambi i protagonisti sono ben caratterizzati, ma è Lisbeth a risultare maggiormente interessante. Questo per due motivi: innanzi tutto perché il secondo e il terzo romanzo sono incentrati totalmente sulla giovane hacker, tanto che anche quando non è lei ad agire gli altri personaggi agiscono in funzione della vicenda legata alla ragazza stessa, ma anche perché è Lisbeth che, più di ogni altro, è in grado di evolversi pagina dopo pagina. La conosciamo come una ragazzina che ce l’ha con il mondo intero e che, seppure sia vero che ha avuto un passato difficile, tende forse troppo spesso al vittimismo; la lasciamo che è diventata donna.

Testo e struttura
Se il primo romanzo ha una trama indipendente dagli altri due, non si può dire lo stesso del secondo e del terzo: si può dire che “La ragazza che giocava con il fuoco” e “La regina dei castelli di carta” siano una vicenda unica che si suddivide in un primo e in un secondo atto. Come molte serie, quindi, ad un certo punto soffre della brusca interruzione di una vicenda ancora in corso: non dimentichiamo, infatti, che in lingua originale il secondo e il terzo volume sono usciti a un anno di distanza. Stando alle indiscrezioni il quarto romanzo avrebbe invece dovuto essere, proprio come il primo, più indipendente e probabilmente incentrato sulla figura di Camilla Salander, gemella di Lisbeth menzionata più volte, di cui non è chiaro che fine abbia fatto.
Per quanto riguarda la narrazione è spesso scorrevole, ma talvolta disorientante. Se è vero che il lettore, alla fine dei romanzi, riuscirà a comprendere il legame tra ciascun elemento, da un altro punto di vista i molteplici elementi che l’autore fa entrare in gioco lungo centinaia di pagine possono far sì che il lettore perda il filo. Per concludere, quando un puzzle ha troppe tessere alla quale non si è ancora trovata una collocazione, il rischio può essere quello di perderle per strada.

Valutazione finale: 4/5
Suspense e coinvolgimento del lettore sono garantiti, senza mai scendere troppo nel macabro (diversamente da quanto sembra avvenire invece nelle versioni cinematografiche, ritenute troppo esplicite da taluni spettatori), in tre romanzi mozzafiato di cui il secondo è probabilmente il meglio riuscito.
Tutti gli elementi vengono spiegati in maniera coerente e, se rimane qualcosa in sospeso, è solo perché purtroppo i seguiti che dovevano vedere la luce non saranno mai scritti.
È una serie consigliabile agli appassionati di thriller e di enigmi, ma non solo.



Recensione scritta per il Corriere della Notte numero 10, del forum Scrittori della Notte.

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