martedì 11 febbraio 2014

RECENSIONE: "Il creatore delle ombre" di Kevin Guilfoile

Oggi vi intrattengo(?) con la recensione di un thriller che ho letto in questi ultimi giorni.
E' stato pubblicato nel 2005 e sono lieta di comunicarvi che non ho la più pallida idea di chi sia l'autore.

Quarta di copertina
Sai giocare con la vita? In una Chicago in cui le pratiche avanzate contro la sterilità non sono illecite e i programmi virtuali sono più eccitanti di Matrix, il dottor Davis Moore è devastato da un lutto atroce: la sua Anna Kat, di soli diciassette anni, viene ritrovata stuprata e uccisa. Tre anni dopo il caso è archiviato tra i non risolti e il padre riceve per sbaglio, assieme agli altri effetti della vittima, anche campioni biologici dell'aggressore. Fin dove si può arrivare per vedere in faccia l'assassino della propria figlia? Moore non esita a ricavarne l'impronta genetica e a impiantare un clone in una delle aspiranti madri in lista d'attesa nella clinica che dirige. E' per questo che nasce Justin Finn. Perché abbia il DNA dell'omicida. Il volto dell'omicida. Forse, anche i suoi istinti. Il dottore si pente ben presto del suo gesto, ma Justin ha già un passato più grande di lui. Quando ne compie quindici, un serial killer terrorizza la città violentando e uccidendo, e le sue imprese sono replicate sul Web dalle Ombre, il videogioco interattivo del momento. Chi è il mostro? Justin lo sa. Perché lui solo ha già visto come andrà a finire tutto quanto. Una trama mozzafiato in cui eredità di illustri precedenti - da King a Crichton - sono stravolte e rimescolate in maniera inedita con picchi di tensione spettacolare; un romanzo ricco di spunti etici profondi e oltremodo attuali, che sa incantare il lettore e stupirlo con un finale assolutamente imprevedibile.

La trama è ben introdotta da questa descrizione. Il romanzo inizia in modo molto lineare, con stacchi temporali ogni qualche capitolo, in modo da poter vedere Justin che nasce, Justin che cresce e Justin che diventa adolescente. Questo, per quanto riguarda la prima parte.
La seconda, ambientata quando Justin ha 15-16 anni, si concentra prevalentemente sull'intreccio relativo al killer, con Justin finalmente in un ruolo centrale, piuttosto che di contorno. Perché Justin conosce l'uomo il cui DNA fu trovato sul corpo di Anna Kat: è stato uno spasimante di sua madre, che l'ha aggredita davanti ai suoi occhi, ed è convinto che sia lui il killer.
Collaborano con Justin, più per senso del dovere che per vero desiderio di aiutarlo, la giornalista Sally, che da sempre si fa fantasie mentali su una versione adulta di Justin, e proprio il dottor Moore, che ancora prima della morte della figlia sopravvisse a un attentato da parte di un fanatico religioso, la cui storia, di tanto in tanto, viene portata avanti in qualche capitolo.

Struttura del romanzo
C'è una prima parte, come ho detto, dove i protagonisti sono più che altro adulti che, per un motivo o per l'altro, ruotano intorno a Justin. C'è una seconda parte in cui invece è Justin uno dei protagonisti.
I capitoli sono narrati in terza persona, con vari punti di vista... a volte saltando da un punto di vista all'altro tra le righe, il che a volte l'ho trovato un po' confusionario.

Ciò che non mi ha convinta
Nella seconda parte del romanzo viene dedicato troppo spazio al videogioco (una simulazione di vita reale) e non viene mai spiegato fino in fondo come i reati commessi nel videogioco in questione debbano essere riproposti anche nella vita reale. Credo che l'autore abbia voluto fare un paragone con la clonazione, "clonando" la vita reale in un videogioco. A mio parere questo rende abbastanza inverosimile la trama: Justin e Sally scoprono l'autore di una serie di omicidi smanettando davanti al computer.
Già a metà del romanzo sappiamo chi è il colpevole, o almeno abbiamo buoni indizi su chi sia. Possiamo aspettarci delle sorprese, è vero, ma queste le ho trovate alquanto prevedibili. Quando muore Deirdre, tra l'altro, a mio parere si capisce perfettamente chi è il colpevole di quest'ultimo omicidio.
La "condanna a morte" inscenata, dove perde la vita un certo personaggio, è un passaggio che personalmente ho trovato piuttosto agghiacciante, specie per la freddezza con cui opera chi sta agendo... un personaggio da cui una tale freddezza era un po' fuori luogo.
Tornando all'omicidio di Anna Kat che, si scoprirà, non ha nulla a che vedere con quello del killer, l'autore ha optato per la soluzione che in un giallo non si dovrebbe mai scegliere: "non importa se ****** compare tre volte in totale in 460 pagine, facciamo che l'assassino è lui perché, dato che il suo ruolo nella trama è pressoché nullo, nessuno se lo aspettava".
Il romanzo, poi, termina con [ATTENZIONE, SPOILER!] un criminale condannato per un reato che non ha commesso, la mancanza di una vera certezza che abbia commesso altri reati (l'unica prova che abbiamo è che ha finto di commettere dei reati giocando a un videogioco online) e il dottor Moore destinato a non scoprire mai che il DNA trovato sul corpo di Anna Kat non era altro che quello del suo fidanzato, che nulla aveva a che vedere con l'omicidio.

Valutazione: 3,5/5
L'ho trovato un romanzo avvincente ma, come già mi è accaduto leggendo altri thriller, mi ha lasciato un po' delusa quando ho terminato la lettura.

1 commento:

  1. Ciao ho appena finito di leggere qst libro.sono rimasta molto delusa.l autore che imbastisce una così affascinante trama x 600 pagine, nelle ultime 50 delude (vedi la morte di justin che nn serviva)e che nn chiarisce niente. Boh....delusa al massimo.

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