mercoledì 26 febbraio 2014

Recensione: "STANGERS" di Dean Koontz

Ho divorato 650 pagine in tre giorni, come mi capita alcune volte, ma come spesso non mi capita. La lettura in questione è stata “Strangers”, thriller a sfondo fantascientifico di Dean Koontz (autore di cui avevo già letto qualcosa, ma parecchio tempo fa) pubblicato a metà degli anni ’80.

La trama
Siamo negli Stati Uniti degli anni ’80, dove in luoghi del tutto diversi l’uno dall’altro si sviluppano le storie di personaggi molto diversi gli uni dagli altri.
C’è Dom, scrittore 35enne che, di punto in bianco, inizia ad avere attacchi di panico e a soffrire di sonnambulismo, che ritiene connessi a qualcosa che, di punto in bianco, due anni prima murò radicalmente la sua personalità. C’è Ginger, giovane chirurga che crede di essere diventata pazza in quanto la vista di certi oggetti le fa perdere ogni contatto con la realtà. C’è Brendan, prete di campagna che, all’improvviso, ha perso la fede. C’è Joria, giovane madre divorziata, sconcertata dall’ossessione della figlioletta per la luna. C’è Jack, rapinatore professionista, animato da un desiderio di vendetta nei confronti dello stato dal quale si ritiene tradito. E poi ci sono Envie, ex militare terrorizzato dal buio, e sua moglie Faye, titolari del Motel Tranquillity, in un luogo sperduto del Nevada, e i loro dipendenti Ned e Sandy.
Queste persone non potrebbero essere più diverse tra di loro, ma hanno qualcosa in comune: nell’estate i due anni prima si trovavano al Motel Tranquillity (che nel tratto centrale mi ha ricordato un po’ l’Hotel California della canzone degli Eagles), hanno ricordi solo frammentari di quella vacanza e la maggior parte di loro ha subito un radicale cambiamento, in genere trovandosi affetto da una fobia o da un’ossessione.
A peggiorare la situazione anche altre persone che si sono trovate lì in quel periodo sembrano avere qualche effetto collaterale: un giocatore d’azzardo professionista ossessionato dalla luna si suicida, l’ex marito di Joria idem, un camionista semina panico nel vicinato sostenendo che il mondo è in pericolo e sequestra i propri dirimpettai...
E poi tutti si ritrovano “spinti” verso il Motel Tranquillity, dove iniziano a ricostruire l’accaduto: devono avere visto qualcosa che non dovevano vedere e qualcuno che sta molto in alto deve avere deciso di eliminare i loro ricordi affinché un importante segreto non venga rivelato... Loro, però, hanno deciso, il mondo deve sapere, e sono dello stesso parere anche padre Stefan, maestro spirituale di Brendan, e Parker, artista amico di Dom, che si ritrovano coinvolti nella vicenda.

Struttura
Il romanzo è diviso in tre parti, la prima in cui i protagonisti vivono le proprie vite in luoghi molto diversi gli uni dagli altri, la seconda in cui finiscono per ritrovarsi nell’albergo, la terza in cui mettono in atto il proprio piano.
Il testo è narrato in terza persona, esplorando il punto di vista di tutti i protagonisti e, da un certo punto in poi, anche degli antagonisti. Questo, però, senza rivelare troppo e lasciando aperti tutti gli interrogativi fino alla fine (anche se, per certi versi, appena superata la metà del romanzo avevo già capito – ATTENZIONE, SPOILER! – che c’entravano qualcosa gli alieni).
Attraverso il continuo susseguirsi di diversi punti di vista, i personaggi sono ben delineati, anche quelli lasciati talvolta un po’ in secondo piano (fatta eccezione, a mio parere, per Joria e Sandy che, più che altro, sono trattati un po’ come personaggi di contorno).

Valutazione finale: 4,5/5
Ho apprezzato molto questo romanzo, ma ho trovato un po’ di difficoltà ad attribuirvi una valutazione ben precisa. Diciamocelo chiaramente: non sono una grande conoscitrice del genere fantascientifico e, in generale, tra le mie letture fantascientifiche c’è un tipo di fantascienza molto diversa (per intenderci: “1984” di Orwell è fantascienza, e finora di fantascienza conosco più che altro quella), perciò non saprei dire se questo romanzo sia inferiore o superiore agli standard. Io, però, ne sono stata soddisfatta e, una volta terminata la lettura, non ho provato quel senso di delusione che ho provato leggendo altri romanzi.
Secondo me è un romanzo che potrebbe piacere a tutti gli amanti del thriller, anche quelli che (come me) non amano molto le scene macabre: le scene difficilmente digeribili nel romanzo sono veramente poche e mai descritte nel dettaglio.

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