venerdì 21 febbraio 2014

Recensione: "La lettrice bugiarda" di Brunonia Barry

E' già passato un po' dall'ultima recensione che ho pubblicato e oggi è giunto il momento di Brunonia Barry e del suo romanzo "La lettrice bugiarda", ambientato a metà degli anni '90, pubblicato in lingua originale nel 2006 e arrivato in Italia una manciata di anni più tardi.

Quarta di copertina
È estate e l’oceano ruggisce al largo della città di Salem. Towner Whitney è tornata dove tutto è cominciato. Il tempo pare essersi fermato. La grande casa segnata dalla salsedine è avvolta dal silenzio. Eppure a Towner sembra ancora di vedere la sua gemella Lindley mentre, con lei, ride e legge il futuro secondo un’antica arte trasmessa di madre in figlia tra le strane donne della famiglia Whitney. Towner era fuggita da tutto ciò, prigioniera del senso di colpa e della follia. Perché l'ultima volta che aveva previsto il futuro, Lindley era morta. Sono passati quindici anni. Ma la scomparsa dell’amata zia Eva la costringe a fare ritorno, a ripercorrere quella strada troppe volte dimenticata. Per ritrovarla, Towner non ha altra scelta: deve affrontare il segreto che la lega indissolubilmente a Lindley. Un segreto che affonda le radici in un passato inconfessabile che molti, nel clan Whitney e nella chiusa comunità di Salem, hanno cercato di rimuovere. Dalla madre di Towner, May, una donna dura e solitaria, che vive su un’isola sperduta, alla fragile Emma, marchiata da una ferita indelebile, alle eclettiche signore con il cappello rosso, fino a Cal, un ambiguo predicatore. Quando il corpo di Eva viene restituito dalle onde e un’altra ragazza scompare, Towner capisce di essere precipitata di nuovo nell’incubo di quella calda estate di quindici anni prima. Circondata dalle chiacchiere e dai sospetti, non può fare affidamento che su sé stessa. Ora più che mai tutto dipende da lei. È questa l’eredità che Eva le ha lasciato: scrutare il futuro e distinguere vero e falso, odio e amore, realtà e sogno. Solo allora il velo che offusca il suo destino finalmente si solleverà. Un libro dalla storia unica. Stampato in proprio dall’autrice, in due settimane è andato esaurito solo grazie al passaparola dei lettori. Ora, pubblicato da una delle più importanti case editrici americane, è un assoluto bestseller. La lettrice bugiarda è una storia di abbandono e redenzione, di bugie e tradimenti, dove i misteri e i segreti si dipanano pagina dopo pagina fino a dare un nuovo significato alla parola verità.

La trama, bene o male, ruota intorno al "segreto" delle due gemelle e alle vicende che coinvolgono Towner: torna per la scomparsa di un'anziana parente acquisita, che si scopre essere affogata; torna mentre Cal, suo zio nonché padre adottivo di Lindley, con un passato non proprio limpido tra le mura domestiche, si è trasformato in un predicatore che dà la caccia alle streghe e che sembra implicato nella morte di Eva e nella scomparsa di un'adolescente incinta con la quale ha avuto una relazione.
Al presente si intreccia il passato di Towner e Lindley, ricostruito tramite il diario che Towner scrisse quindici anni prima, durante il ricovero in un ospedale psichiatrico...

Struttura del romanzo
Questo è, a mio avviso, il punto dolente: i capitoli in cui è Towner la protagonista (non solo quelli del diario) sono narrati in prima persona, quelli in cui viene utilizzato il punto di vista di un altro personaggio - anche con Towner presente - sono in terza persona. Questo rende la lettura decisamente confusionaria, ben poco lineare e spesso rimanevo abbastanza spiazzata quando si passava da una modalità all'altra.

Ciò che non mi ha convinta
Dell'alternanza prima e terza persona gestita in modo così caotico ho già detto tutto ciò che dovevo dire. Veniamo quindi al resto.
I PERSONAGGI: intorno alla vita di Towner ruotano vari personaggi di cui solo pochi sono abbastanza caratterizzati, ma anche quelli appartenenti a quest'ultima categoria vengono messi da parte all'improvviso, senza dare una vera e propria conclusione alle loro vicende (è il caso dell'agente incaricato delle indagini, con cui Towner avrà una breve relazione a mio parere abbastanza improbabile, che viene tutt'altro che approfondita).
LA QUESTIONE DELLA STREGONERIA: Towner sembra discendere da una famiglia di streghe che leggono il futuro nei centrini di pizzo. Al di là dell'idea abbastanza originale, non mi sembra di vedere un vero e proprio approfondimento sulla questione: si dice che le streghe non c'erano nei secoli della caccia alle streghe e che esistono al giorno d'oggi, ma null'altro, come se fossero comparse magicamente dal nulla. Poi non si capisce bene se siano davvero streghe o se siano semplicemente convinte di esserlo...
IL FINALE: siamo di fronte a uno di quei casi in cui all'ultimo capitolo c'è una spiazzante rivelazione che suona un po' come "il 90% di quello che hai letto era la narrazione di un trip mentale di un personaggio mentalmente instabile", il che è una cosa che generalmente non sopporto.

Valutazione finale: 3,5/5
E' stata una buona lettura, coinvolgente tranne che per l'inizio a mio avviso troppo lento, ma ha comunque qualche pecca di troppo e non mi ha convinta a pieno.

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