mercoledì 16 aprile 2014

RECENSIONE: "Eudeamon" di Erika Moak

Ecco un altro libro che ho letto in un solo giorno, il secondo libro che finisco in due giorni. ^^
Le pause al lavoro degli ultimi giorni di lavoro si stanno rivelando proficue, così come il tempo che trascorre da quando arrivo a casa a quando viene ora di cena.
Ma lasciamo stare i dettagli e concentriamoci su questo romanzo di fantascienza che ho preso in prestito nella biblioteca del mio paese.

La trama
Questo romanzo racconta di una storia di prigionia volontaria che diventa l'estasi d'amore di un'anima sola.
Nell'immaginaria città di Eudemonia, i criminali possono scegliere di scontare la loro pena in una sorta di prigione mobile - in banesuit - il cui perimetro è dato da una seconda pelle che li isolerà dal mondo.
Katrina Nichols, una giornalista caparbia e coraggiosa, decide di avviare un'inchiesta per verificare se non si tratti di una punizione disumana e ingiusta. Riesce a scambiare la propria identità con una ragazza in procinto di essere condannata e diventa così un Bane, un detenuto che vaga indisturbato ma che percepisce il mondo solo attraverso la voce del suo Custodian.
Eppure, in quell'isolamento, qualcuno le insegnerà l'Amore, quello stato di grazia dirompente che frangerà gli argini del passato.
Attraverso la sua protagonista, Erika Moak traccia un romanzo avvincente e malinconico come il riflesso più nitido dei nostri desideri, delle nostre fantasie e dei mille condizionamenti che ci impediscono di manifestare pubblicamente quello che siamo.
Eudeamon ci condanna a condividere i doni più straordinari della vita. Prendono il nome di una stagione commovente e piena di gioia che valica l'elaborazione del lutto, il desiderio di vendetta e, in ultima analisi, l'amore per il Prossimo.

Cara dolce illusione di avere tra le mani un romanzo di fantascienza in cui non ci fosse l'idealizzazione di un amore incondizionato che genera dipendenza, che va molto di moda anche nei romanzi di fantascienza contemporanei.
Cara dolce illusione di essere precipitata in una sorta di moderno "1984", in cui il tema dell'amore facesse solo da contorno.
Cara dolce illusione che l'amore di cui parlava il romanzo fosse qualcosa che nasceva in prima cosa dal rispetto per sé stessi.
E' durata per tutta la metà del romanzo, poi si è scoperto cosa fosse l'Amore.

L'Amore, per un Bane, è avere rapporti sessuali probabilmente solo immaginati con il proprio Custodian/Eden, lo stesso che era programmato per impartire dolore fisico quando il Bane commetteva qualche violazione alla legge. L'Amore, per un Bane, non è solo questione di piacere fisico, ma molto di più: è dipendenza assoluta dal Custodian/Eden, tanto che quando la protagonista viene "sbanizzata" vuole suicidarsi perché ritiene che la sua custodian/eden Inverno sia morta.
Alla fine decide di ribellarsi, per trasformare il mondo in qualcosa in cui tutti dovrebbero avere come massima ispirazione quella di essere un Bane, con tutto quello che comporta, ovvero la perdita dell'identità e dell'identità umana, l'estraneazione dal mondo e il disinteresse per tutto ciò che non sia il grande ammmmmmmore nei confronti del Custodian, che smette di farti del male solo quando riconosci il grande ammmmmmmore che provi per lui.

Di fatto questa situazione, messaggi subliminali compresi, non mi sembra tanto diversa dal desiderio di Bella Swan, già incontrata in altri lidi - proprio in senso stretto, dato che quei romanzi li lessi in spiaggia ai Lidi Ferraresi), di trasformarsi in un vampiro per ammmmmmmore del tizio sbrilluccicoso che può farle del male, ma solo per il suo bene.

Struttura e Personaggi
Il romanzo è suddiviso in capitoli, narrati in terza persona, in cui il punto di vista è più o meno quello di Katrina (anche se a volte mi sembra che il narratore diventi onnisciente), che è di fatto a mio parere l'unico personaggio caratterizzato del romanzo. Gli altri, purtroppo, sono solo comparse: quando servono vengono presentati frettolosamente poi, quando la trama si sposta verso un'altra direzione, vengono messi da parte.

Valutazione finale: 3/5
Per certi versi mi ha appassionata, ma non ne sono stata soddisfatta al cento per cento, per le motivazioni già precedentemente espresse.

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