Sensazioni dopo la lettura: contrastanti.
Attenzione:
contiene molti spoiler.
Attenzione:
non faccio parte dell’ampia parte di lettori che (legittimamente, è ovvio)
vedono un capolavoro in qualunque cosa scriva Nicholas Sparks e stavolta sarò
abbastanza critica.
La trama
Travis Parker è un
giovane veterinario del South Carolina e la vita gli sorride: ha un lavoro
appassionante, una villetta affacciata sull’oceano, un cane affettuoso e
instancabile, dei cari vecchi amici... e fascino da vendere; ma ha anche la
convinzione di non essere destinato alle relazioni a lungo termine.
Qualcosa cambia nel
suo cuore quando Gabby Holland, assistente medico in una clinica psichiatrica,
e Molly, la sua dolce collie, si trasferiscono nella casa accanto. Il primo
incontro è burrascoso: Molly aspetta i cuccioli e la sua padrona incolpa il
boxer del vicino. Eppure l’attrazione è forte e lentamente Travis riesce a
conquistare la diffidente e fidanzatissima Gabby; pian piano i due si
avvicinano, fino a rendersi conto di non poter fare a meno l’uno dell’altra.
Un giorno, però,
accade l’irreparabile e la vita di Travis subisce una drammatica svolta. Straziato
dal dolore e dal rimorso, e dilaniato dai dubbi, per settimane continua a
domandarsi: fino a che punto si deve arrivare per amore? Un romanzo delicato e
intenso, con tutti gli ingredienti del miglior Nicholas Sparks.
Parafrasando la quarta di copertina, anche in modo
piuttosto provocatorio, mi dico: e se gli ingredienti fossero quelli del
PEGGIOR Nicholas Sparks?
Abbiamo una giovane donzella in un paesino di campagna (che
è un classico), un uomo che ha qualche anno più di lei suo vicino di casa (che
è un altro classico), con un cane enorme (altro classico) che salta addosso e
lecca gli sconosciuti in visita, che trovano normalissimo tutto ciò (altro
classico).
Abbiamo l’uomo che ha qualche anno in più ma è comunque
giovane che si innamora perdutamente della donzella (che è l’ennesimo classico)
che però ha qualche dubbio perché è già impegnata con un altro (sempre un
classico) che però non la convince a pieno (classico, nei casi in cui l’altro
in questione non è uno stalker / uno psicopatico / un serial killer in
incognito / un ubriacone violento). Seppure riluttante (grande classico)
accetterà un appuntamento del vicino di casa e si spingerà troppo oltre con lui
(altro classico), rendendosi conto, nonostante ci sia uscita appena due volte
che lui è il grande ammmmmmmore della sua vita, dato che non ha fatto altro che
parlarle della sua volontà di sposarsi e avere figli un giorno (ennesimo
classico) mentre tutte le sue ex pensavano solo a divertirsi (e, ennesimo
classico, nei romanzi di Sparks è demonizzato qualunque tipo di divertimento
che non rientri nelle seguenti attività: andare in spiaggia, bonus se per
portare cani enormi e bavosi a fare il bagno in mare; andare a pescare; andare
a visitare acquari; assistere animali selvatici... o in alternativa andare al
supermercato, che in realtà non è un supermercato ma un polveroso emporio - sì,
fare la spesa è sicuramente la più divertente delle attività, è naturale...).
Delle 303 pagine del romanzo, questo è quanto succede
nelle prime 210, con intermezzi in cui compiono una sorella matta e degli amici
d’infanzia invitati a gite in barca e barbecue insieme a consorti e pargoli. Il
peggio del peggio, però, è che in queste 210 pagine Gabby, la donzella poco più
che ventenne protagonista femminile del romanzo, si fa più o meno tutte le
saghe mentali delle protagoniste degli young adult. Subiamo numerose pagine di:
“lo so, ho un ragazzo, ma è fuori città per lavoro ed è addirittura andato in
un locale con i suoi colleghi... oltraggio terribile! Lui era a divertirsi in
un locale, che poi ovviamente non si divertiva davvero... in una discoteca ci
si diverte?! Giammai! È un luogo per depravati alcolizzati e pu**anieri! E lui
ha osato fare una cosa del genere lasciandomi tutta sola a casa... che poi, sola
a casa è tutto un dire, dato che ero a casa del mio vicino con cui stavo
allegramente limonando... ma io amo il mio ragazzo e lo metterò in chiaro con
il mio vicino... che però mi piace e, dato che il mio ragazzo non mi ha ancora
fatto una proposta di matrimonio mentre lui sostiene che il sogno della sua
vita è sposarsi, tra due pagine diventerà magicamente il mio grande ammmmore.”
Peggio del peggio, non abbiamo un ex fidanzato psicopatico
che la perseguita, che almeno avrebbe animato un po’ la trama. L’unico ruolo
che il suo ex pare avere è quello di essere nominato ogni tanto, telefonarle
ogni ottanta pagine, a quanto si capisce adottare TUTTI i cuccioli della sua
bavosa cagnetta destinata a finire ugualmente nel dimenticatoio, per poi
sparire nel nulla.
A pagina 211 la storia entra nel sodo: 11 anni più tardi
Gabby è in coma da mesi, dopo un incidente in macchina in cui guidava Travis.
Non c’è molto altro da dire, se non che per decine di
pagine viene tirata per il lungo la questione della scelta menzionata nel
titolo, forse per mantenere la suspense. Inutile dire che a mio parere la
decisione tanto importante menzionata era scontatissima.
Alla fine Travis sceglie di bruciare il testamento
biologico della moglie, che chiedeva di essere lasciata morire in caso fosse in
coma irreversibile. Perché lo fa?
Perché ci sono speranze concrete che la moglie possa
salvarsi? No.
Perché pensa alla situazione dalla prospettiva della
moglie? No.
Perché non vuole che la madre delle sue figlie (nate
negli undici anni di blackout) muoia senza tentare tutto il possibile? No.
Il motivo è che LUI STESSO sente che preferirebbe passare
tutta la vita in clinica al capezzale di Gabby, piuttosto che ricostruirsi una
vita insieme a un’altra donna, perché non sarebbe mai in grado di amare un’altra
tanto quanto ha amato lei. Tradotto, io lo interpreto così: “tu sei il grande
ammmmmore della mia vita quindi spero che tu sopravviva allo scopo di
continuare ad allietare le mie giornate, se tu non fossi il mio grande
ammmmmore ti augurerei di schiattare perché tanto tu non allieteresti le mie
giornate”. Mah...
Comunque alla fine c’è l’happy ending: miracolosamente
Gabby si sveglia magicamente dal coma vegetativo in cui si trovava (perché
nessun segnale di vita nemmeno a livello di movimenti involontari +
respirazione autonoma = coma vegetativo, non c’è molto da dire) dopo mesi e,
nonostante fosse in coma vegetativo da mesi appunto, subito dopo essersi
risvegliata ricorda perfettamente chi è, non dimostra difficoltà a parlare e
nel riconoscere il marito.
Struttura
Il romanzo è costituito da una prima parte (oltre due
terzi) e una seconda parte (un terzo scarso, quello conclusivo), narrate in
terza persona. Nella prima si alternano i punti di vista di Travis e Gabby,
nonostante all’inizio della seconda si dica che la prima parte erano i ricordi
che Travis rievocava mentre si trovava al capezzale della moglie (come facesse
a conoscere i suoi pensieri e le sue interminabili saghe mentali è alquanto
incomprensibile, ma va beh, tanto è rommmmmmmmantico e nel genere rommmmmantico
la simbiosi con l’amato è tale da renderlo possibile).
Valutazione
finale: 3/5
Almeno a 3 ci devo arrivare, perché comunque è una
lettura rapida e, per certi versi, coinvolgente. Non vado oltre il 3 perché,
come buona parte dei romanzi di Sparks che ho letto (finora tutti quelli in cui
non c’è qualche psicopatico a creare un po’ di suspense), non appena entra in
scena l’elemento drammatico si capisce subito dove l’autore voglia andare a
parare.
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