martedì 15 aprile 2014

RECENSIONE: "La scelta" di Nicholas Sparks

Tempo impiegato per la lettura: 1 giorno.
Sensazioni dopo la lettura: contrastanti.

Attenzione: contiene molti spoiler.
Attenzione: non faccio parte dell’ampia parte di lettori che (legittimamente, è ovvio) vedono un capolavoro in qualunque cosa scriva Nicholas Sparks e stavolta sarò abbastanza critica.

La trama
Travis Parker è un giovane veterinario del South Carolina e la vita gli sorride: ha un lavoro appassionante, una villetta affacciata sull’oceano, un cane affettuoso e instancabile, dei cari vecchi amici... e fascino da vendere; ma ha anche la convinzione di non essere destinato alle relazioni a lungo termine.
Qualcosa cambia nel suo cuore quando Gabby Holland, assistente medico in una clinica psichiatrica, e Molly, la sua dolce collie, si trasferiscono nella casa accanto. Il primo incontro è burrascoso: Molly aspetta i cuccioli e la sua padrona incolpa il boxer del vicino. Eppure l’attrazione è forte e lentamente Travis riesce a conquistare la diffidente e fidanzatissima Gabby; pian piano i due si avvicinano, fino a rendersi conto di non poter fare a meno l’uno dell’altra.
Un giorno, però, accade l’irreparabile e la vita di Travis subisce una drammatica svolta. Straziato dal dolore e dal rimorso, e dilaniato dai dubbi, per settimane continua a domandarsi: fino a che punto si deve arrivare per amore? Un romanzo delicato e intenso, con tutti gli ingredienti del miglior Nicholas Sparks.

Parafrasando la quarta di copertina, anche in modo piuttosto provocatorio, mi dico: e se gli ingredienti fossero quelli del PEGGIOR Nicholas Sparks?
Abbiamo una giovane donzella in un paesino di campagna (che è un classico), un uomo che ha qualche anno più di lei suo vicino di casa (che è un altro classico), con un cane enorme (altro classico) che salta addosso e lecca gli sconosciuti in visita, che trovano normalissimo tutto ciò (altro classico).
Abbiamo l’uomo che ha qualche anno in più ma è comunque giovane che si innamora perdutamente della donzella (che è l’ennesimo classico) che però ha qualche dubbio perché è già impegnata con un altro (sempre un classico) che però non la convince a pieno (classico, nei casi in cui l’altro in questione non è uno stalker / uno psicopatico / un serial killer in incognito / un ubriacone violento). Seppure riluttante (grande classico) accetterà un appuntamento del vicino di casa e si spingerà troppo oltre con lui (altro classico), rendendosi conto, nonostante ci sia uscita appena due volte che lui è il grande ammmmmmmore della sua vita, dato che non ha fatto altro che parlarle della sua volontà di sposarsi e avere figli un giorno (ennesimo classico) mentre tutte le sue ex pensavano solo a divertirsi (e, ennesimo classico, nei romanzi di Sparks è demonizzato qualunque tipo di divertimento che non rientri nelle seguenti attività: andare in spiaggia, bonus se per portare cani enormi e bavosi a fare il bagno in mare; andare a pescare; andare a visitare acquari; assistere animali selvatici... o in alternativa andare al supermercato, che in realtà non è un supermercato ma un polveroso emporio - sì, fare la spesa è sicuramente la più divertente delle attività, è naturale...).
Delle 303 pagine del romanzo, questo è quanto succede nelle prime 210, con intermezzi in cui compiono una sorella matta e degli amici d’infanzia invitati a gite in barca e barbecue insieme a consorti e pargoli. Il peggio del peggio, però, è che in queste 210 pagine Gabby, la donzella poco più che ventenne protagonista femminile del romanzo, si fa più o meno tutte le saghe mentali delle protagoniste degli young adult. Subiamo numerose pagine di: “lo so, ho un ragazzo, ma è fuori città per lavoro ed è addirittura andato in un locale con i suoi colleghi... oltraggio terribile! Lui era a divertirsi in un locale, che poi ovviamente non si divertiva davvero... in una discoteca ci si diverte?! Giammai! È un luogo per depravati alcolizzati e pu**anieri! E lui ha osato fare una cosa del genere lasciandomi tutta sola a casa... che poi, sola a casa è tutto un dire, dato che ero a casa del mio vicino con cui stavo allegramente limonando... ma io amo il mio ragazzo e lo metterò in chiaro con il mio vicino... che però mi piace e, dato che il mio ragazzo non mi ha ancora fatto una proposta di matrimonio mentre lui sostiene che il sogno della sua vita è sposarsi, tra due pagine diventerà magicamente il mio grande ammmmore.”
Peggio del peggio, non abbiamo un ex fidanzato psicopatico che la perseguita, che almeno avrebbe animato un po’ la trama. L’unico ruolo che il suo ex pare avere è quello di essere nominato ogni tanto, telefonarle ogni ottanta pagine, a quanto si capisce adottare TUTTI i cuccioli della sua bavosa cagnetta destinata a finire ugualmente nel dimenticatoio, per poi sparire nel nulla.

A pagina 211 la storia entra nel sodo: 11 anni più tardi Gabby è in coma da mesi, dopo un incidente in macchina in cui guidava Travis.
Non c’è molto altro da dire, se non che per decine di pagine viene tirata per il lungo la questione della scelta menzionata nel titolo, forse per mantenere la suspense. Inutile dire che a mio parere la decisione tanto importante menzionata era scontatissima.
Alla fine Travis sceglie di bruciare il testamento biologico della moglie, che chiedeva di essere lasciata morire in caso fosse in coma irreversibile. Perché lo fa?
Perché ci sono speranze concrete che la moglie possa salvarsi? No.
Perché pensa alla situazione dalla prospettiva della moglie? No.
Perché non vuole che la madre delle sue figlie (nate negli undici anni di blackout) muoia senza tentare tutto il possibile? No.
Il motivo è che LUI STESSO sente che preferirebbe passare tutta la vita in clinica al capezzale di Gabby, piuttosto che ricostruirsi una vita insieme a un’altra donna, perché non sarebbe mai in grado di amare un’altra tanto quanto ha amato lei. Tradotto, io lo interpreto così: “tu sei il grande ammmmmore della mia vita quindi spero che tu sopravviva allo scopo di continuare ad allietare le mie giornate, se tu non fossi il mio grande ammmmmore ti augurerei di schiattare perché tanto tu non allieteresti le mie giornate”. Mah...

Comunque alla fine c’è l’happy ending: miracolosamente Gabby si sveglia magicamente dal coma vegetativo in cui si trovava (perché nessun segnale di vita nemmeno a livello di movimenti involontari + respirazione autonoma = coma vegetativo, non c’è molto da dire) dopo mesi e, nonostante fosse in coma vegetativo da mesi appunto, subito dopo essersi risvegliata ricorda perfettamente chi è, non dimostra difficoltà a parlare e nel riconoscere il marito.

Struttura
Il romanzo è costituito da una prima parte (oltre due terzi) e una seconda parte (un terzo scarso, quello conclusivo), narrate in terza persona. Nella prima si alternano i punti di vista di Travis e Gabby, nonostante all’inizio della seconda si dica che la prima parte erano i ricordi che Travis rievocava mentre si trovava al capezzale della moglie (come facesse a conoscere i suoi pensieri e le sue interminabili saghe mentali è alquanto incomprensibile, ma va beh, tanto è rommmmmmmmantico e nel genere rommmmmantico la simbiosi con l’amato è tale da renderlo possibile).

Valutazione finale: 3/5
Almeno a 3 ci devo arrivare, perché comunque è una lettura rapida e, per certi versi, coinvolgente. Non vado oltre il 3 perché, come buona parte dei romanzi di Sparks che ho letto (finora tutti quelli in cui non c’è qualche psicopatico a creare un po’ di suspense), non appena entra in scena l’elemento drammatico si capisce subito dove l’autore voglia andare a parare.

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