martedì 27 maggio 2014

RECENSIONE: "Il mistero del treno azzurro" di Agatha Christie

C’era una volta una vittima che veniva assassinata in treno... e c’era una volta, per la prima volta, Hercule Poirot che viaggiava sullo stesso treno.
Si tratta de “Il mistero del treno azzurro”, pubblicato nel 1928, qualche anno prima del celebre “Assassinio sull’Orient Express”, in cui per la seconda volta Poirot viaggiava sullo stesso treno in cui venne commesso un delitto.

La trama
Un ricco uomo di mezz’età con l’immancabile segretario che lo segue di continuo, che in questo caso risponde al nome di Mr. Van Aldin, regala un prezioso gioiello alla figlia Ruth, per consolarla dal suo matrimonio che sta collassando. Ruth è sposata con Derek, uno squattrinato che Van Aldin vuole togliersi di torno. Anche Ruth, in teoria, vorrebbe divorziare, ma ha paura che nasca uno scandalo, perché lei stessa frequenta un altro uomo, un certo conte De La Roche. Mr. Van Aldin, come ogni ricco uomo di mezz’età dei romanzi della Christie che ha una figlia non legata a un lontano parente, non apprezza gli uomini che girano intorno alla figlia.
A St. Mary Mead (paese di Miss Marple, che però non fa la propria comparsa, ed è un vero peccato, dal momento che mi sarebbe piaciuto moltissimo vederla indagare insieme a Poirot *-*) frattanto una certa Katherine, che faceva la governante, riceve in eredità un’ingente somma dalla padrona di casa defunta e va in Costa Azzurra. Si tratta dell’ennesimo prototipo di governante trentenne destinata a far innamorare di sé TUTTI gli uomini di età compresa tra i 30 e i 35 anni presenti nel romanzo, che naturalmente anziché un banale invito a cena le fanno direttamente una proposta di matrimonio.
Prima di arrivare alle proposte di matrimonio, comunque, in treno conosce Ruth, diretta in vacanza (anche se pare che in realtà debba incontrare l’amante), che le racconta le proprie sventure sentimentali. All’arrivo al capolinea, quando Ruth viene ritrovata morta, Katherine che ha parlato con lei viene chiamata a riconoscere il cadavere. Successivamente decide di aiutare Poirot nelle indagini, che si rivelano complicate in quanto esistono diversi possibili moventi.
L’assassino è forse De La Roche? O l’ex marito che nel frattempo ha fatto una proposta di matrimonio a Katherine (N.d.A: l’altro pretendente è il segretario di Val Aldin)? O l’amante di quest’ultimo? O magari un banale ladro di gioielli? Più la rete si stringe intorno allo squattrinato Derek, guarda caso entrato in possesso di un’ingente eredità, e più Katherine vuole vederci chiaro, anche se per motivi diversi rispetto a Poirot...

Piccola nota: l’inserviente sul Treno Azzurro (che fa una comparsa di non più di mezza pagina) è nientemeno che Pierre Michel, poi divenuto personaggio di “Assassinio sull’Orient Express”.

Struttura
Il romanzo è narrato in terza persona e abbiamo una panoramica su diversi personaggi; a mio parere nella fase iniziale un po’ troppi, di cui non riusciamo a comprendere che cosa c’entrino gli uni con gli altri. Ma niente paura, prima o poi tutto ci sarà chiaro, più o meno all’ultima pagina.
I personaggi, di per sé, non svettano particolarmente: abbiamo il ricco circondato da gente che lavora per lui, con una figlia infelice sposata con uno squattrinato che la tradisce, un nobile che in realtà si spaccia solo per nobile, una donna di servizio diventata improvvisamente ricca, vari parenti alla lontana che sbucano fuori dal nulla non appena c’è la possibilità di guadagnare soldi... L’“anomalia” rispetto allo standard è l’ambientazione, sul treno, che poi la Christie riproporrà nell’altro più celebre romanzo già citato.
Come al solito l’intreccio è eccellente e come al solito ci sono cascata: i dettagli sfuggono e il lettore non si fa le domande che avrebbe dovuto farsi... insomma, Mrs. Christie si rivela ancora una volta come la grande regina del giallo.

Valutazione finale: 3,5/5.
Il romanzo è scorrevole, la trama è interessante... ma tutto sommato, a parte l’ambientazione, c’è poco che spicca, nei confronti con gli altri romanzi della Christie. Dal confronto con “Assassinio sull’Orient Express”, però, ne esce nettamente perdente, nonostante la troppa teatralità (voluta dall’autrice) di quest’ultimo me l’abbia fatto apprezzare un po’ meno del solito, dopo l’ultima rilettura.

2 commenti:

  1. Intanto mi presento. Andrea piacere. Detto questo, sono un lettore incallito. Assassinio sull'orient express l'ho letto. Questo, l'ho preso dalla mia libreria ma non ho mai avuto il piacere di leggerlo. Ho letto la trama per vedere se mi piaceva oppure no. Mi hai incuriosito (non so il tuo nome), appena avrò un po di tempo libero aprirò il romanzo, e mi ci ficcherò con la testa dentro. Lo tengo nello zainetto. (Ho l'abitudine di camminare con uno zaino sulle spalle). Non mi chiere il perchè che non lo so neanche io.
    Ci sentiamo in questi giorni e ti dico cosa ne penso.

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  2. Ciao, scusami se scrivo sul commento di ieri, ma ho letto le prime pagine. Me lo ricordo. E' stato uno dei libri più noiosi della regina del giallo.

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