C’era una volta una vittima che veniva assassinata in
treno... e c’era una volta, per la prima volta, Hercule Poirot che viaggiava
sullo stesso treno.
Si tratta de “Il mistero del treno azzurro”, pubblicato
nel 1928, qualche anno prima del celebre “Assassinio sull’Orient Express”, in
cui per la seconda volta Poirot viaggiava sullo stesso treno in cui venne commesso
un delitto.
La trama
Un ricco uomo di mezz’età con l’immancabile segretario
che lo segue di continuo, che in questo caso risponde al nome di Mr. Van Aldin,
regala un prezioso gioiello alla figlia Ruth, per consolarla dal suo matrimonio
che sta collassando. Ruth è sposata con Derek, uno squattrinato che Van Aldin
vuole togliersi di torno. Anche Ruth, in teoria, vorrebbe divorziare, ma ha
paura che nasca uno scandalo, perché lei stessa frequenta un altro uomo, un
certo conte De La Roche. Mr. Van Aldin, come ogni ricco uomo di mezz’età dei
romanzi della Christie che ha una figlia non legata a un lontano parente, non
apprezza gli uomini che girano intorno alla figlia.
A St. Mary Mead (paese di Miss Marple, che però non fa la
propria comparsa, ed è un vero peccato, dal momento che mi sarebbe piaciuto
moltissimo vederla indagare insieme a Poirot *-*) frattanto una certa
Katherine, che faceva la governante, riceve in eredità un’ingente somma dalla
padrona di casa defunta e va in Costa Azzurra. Si tratta dell’ennesimo
prototipo di governante trentenne destinata a far innamorare di sé TUTTI gli
uomini di età compresa tra i 30 e i 35 anni presenti nel romanzo, che
naturalmente anziché un banale invito a cena le fanno direttamente una proposta
di matrimonio.
Prima di arrivare alle proposte di matrimonio, comunque,
in treno conosce Ruth, diretta in vacanza (anche se pare che in realtà debba
incontrare l’amante), che le racconta le proprie sventure sentimentali. All’arrivo
al capolinea, quando Ruth viene ritrovata morta, Katherine che ha parlato con
lei viene chiamata a riconoscere il cadavere. Successivamente decide di aiutare
Poirot nelle indagini, che si rivelano complicate in quanto esistono diversi
possibili moventi.
L’assassino è forse De La Roche? O l’ex marito che nel
frattempo ha fatto una proposta di matrimonio a Katherine (N.d.A: l’altro
pretendente è il segretario di Val Aldin)? O l’amante di quest’ultimo? O magari
un banale ladro di gioielli? Più la rete si stringe intorno allo squattrinato
Derek, guarda caso entrato in possesso di un’ingente eredità, e più Katherine
vuole vederci chiaro, anche se per motivi diversi rispetto a Poirot...
Piccola nota: l’inserviente
sul Treno Azzurro (che fa una comparsa di non più di mezza pagina) è nientemeno
che Pierre Michel, poi divenuto personaggio di “Assassinio sull’Orient Express”.
Struttura
Il romanzo è narrato in terza persona e abbiamo una
panoramica su diversi personaggi; a mio parere nella fase iniziale un po’
troppi, di cui non riusciamo a comprendere che cosa c’entrino gli uni con gli
altri. Ma niente paura, prima o poi tutto ci sarà chiaro, più o meno all’ultima
pagina.
I personaggi, di per sé, non svettano particolarmente:
abbiamo il ricco circondato da gente che lavora per lui, con una figlia
infelice sposata con uno squattrinato che la tradisce, un nobile che in realtà
si spaccia solo per nobile, una donna di servizio diventata improvvisamente
ricca, vari parenti alla lontana che sbucano fuori dal nulla non appena c’è la
possibilità di guadagnare soldi... L’“anomalia” rispetto allo standard è l’ambientazione,
sul treno, che poi la Christie riproporrà nell’altro più celebre romanzo già
citato.
Come al solito l’intreccio è eccellente e come al solito
ci sono cascata: i dettagli sfuggono e il lettore non si fa le domande che
avrebbe dovuto farsi... insomma, Mrs. Christie si rivela ancora una volta come
la grande regina del giallo.
Valutazione
finale: 3,5/5.
Il romanzo è scorrevole, la trama è interessante... ma
tutto sommato, a parte l’ambientazione, c’è poco che spicca, nei confronti con gli
altri romanzi della Christie. Dal confronto con “Assassinio sull’Orient Express”,
però, ne esce nettamente perdente, nonostante la troppa teatralità (voluta dall’autrice)
di quest’ultimo me l’abbia fatto apprezzare un po’ meno del solito, dopo l’ultima
rilettura.
Intanto mi presento. Andrea piacere. Detto questo, sono un lettore incallito. Assassinio sull'orient express l'ho letto. Questo, l'ho preso dalla mia libreria ma non ho mai avuto il piacere di leggerlo. Ho letto la trama per vedere se mi piaceva oppure no. Mi hai incuriosito (non so il tuo nome), appena avrò un po di tempo libero aprirò il romanzo, e mi ci ficcherò con la testa dentro. Lo tengo nello zainetto. (Ho l'abitudine di camminare con uno zaino sulle spalle). Non mi chiere il perchè che non lo so neanche io.
RispondiEliminaCi sentiamo in questi giorni e ti dico cosa ne penso.
Ciao, scusami se scrivo sul commento di ieri, ma ho letto le prime pagine. Me lo ricordo. E' stato uno dei libri più noiosi della regina del giallo.
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