sabato 31 maggio 2014

RECENSIONE: "Il bacio d'argento" di Annette Kurtis Klause

E' passato già un po' di tempo da quando ho letto questo romanzo, ma non è mai troppo tardi per condividere con voi ciò che penso.
Stiamo parlando di un romanzo urban fantasy scritto intorno al 1990, ovvero molto prima del boom di questo genere, di cui ormai si è detto tutto e il contrario di tutto. Siamo in un contesto young adult, anche questo molto prima del boom di young adult appartenenti al genere urban fantasy.

La trama
Per prima cosa partiamo dalla quarta di copertina, che descrive in modo poco preciso e poco accurato i fatti che capiteranno nel corso del romanzo.

La tristezza di Zoe non è il solito mal di vivere dell'adolescenza: da quando sua madre si è ammalata e suo padre si e dedicato esclusivamente ad assisterla, la vita sembra improvvisamente averle tolto tutto quello che serve a essere felici. In più Lorraine, la sua migliore amica, sta per trasferirsi lontano. La solitudine, l'incomprensione e il dolore avvolgono Zoe come una nebbia, da cui lei teme di non poter più uscire; finché un incontro casuale con un giovane strano e conturbante non le instilla un'inquietudine vaga, uno struggimento insolito, come una promessa di piacere. E così Zoe prova il turbamento del primo amore, un amore che Simon, il misterioso ragazzo, sembra condividere ma anche temere. Perché Simon porta con sé la maledizione di coloro che si nutrono del sangue dei vivi: sono vampiri, vivono per la caccia, e il loro desiderio è legato alla morte della loro preda. Ma Simon vuole davvero solo il sangue di Zoe? E lei potrà mai accettare di amare qualcuno che incarna quello che lei teme di più: una vita come una malattia, una notte senza fine, e senza mai la speranza di un riposo?

Ho parlato di poca precisione, ma non sarebbe il termine corretto. Non è mancanza di precisione, ma questa quarta di copertina a mio parere è volontariamente fuorviante, perché al giorno d'oggi sono di moda gli urban fantasy in cui il fatto che un personaggio sia un vampiro è solamente un optional, per renderlo più gnokko di quanto sarebbe se non lo fosse.

"Il bacio d'argento" non è un romanzo di stalker gnokki che si nutrono di sangue e a cui tutto è concesso perché si nutrono di sangue.
Zoe è in primo luogo una ragazza depressa, Simon è in primo luogo un vampiro depresso... e il loro incontro serve per far capire a entrambi che qualcosa deve cambiare.
L'amore, però, è molto marginale e non si traduce nel "passerò la mia vita a farmi saghe mentali su quanto sia gnokko il vampiro con cui mi sono messa insieme", ma "lo amo, quindi lo aiuterò a sconfiggere chi minaccia di fargli del male. E Zoe lo aiuterà, sia in quel momento sia nel momento in cui Simon prende una decisione che, nei romanzi del giorno d'oggi, sarebbe molto impopolare.

Struttura e personaggi
Il romanzo è narrato in terza persona, alternando il punto di vista da un capitolo all'altro da Zoe a Simon. In un romanzo del giorno d'oggi ci sarebbe stata presumibilmente una prima persona alternata che mi avrebbe causato una certa orticaria, quindi sono felice che l'autrice, a suo tempo, l'abbia strutturato alla vecchia maniera.
Zoe è una ragazzina, è infantile, nei primi capitoli, ed è normale che lo sia. Cresce e matura, nel corso del romanzo, ed è normale che sia così.
Simon è un giovane tormentato, ma la ragione del suo tormento c'è e la situazione è gestita in modo molto diverso. Il fatto che sia un giovane tormentato non gli dà una giustificazione per fare qualunque cosa desideri, ma piuttosto lo porta verso uno stato di quasi-depressione a mio parere abbastanza originale in un romanzo del genere.

Valutazione finale: 4/5
"Il bacio d'argento" è un urban fantasy young adult diverso dagli altri urban fantasy young adult che ho letto, complice anche il fatto che è stato scritto in un'epoca diversa, in cui certi stereotipi tipici del genere ancora non esistevano.
Poi ho apprezzato il finale tragico, anche questo inconsueto negli urban fantasy di oggi, dove quello che conta è che trionfi l'amore eterno tra la giovane sprovveduta e il gnokko che prende decisioni al posto suo.

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