venerdì 20 giugno 2014

RECENSIONE: "I due volti di gennaio" di Patricia Highsmith

“I due volti di gennaio” di Patricia Highsmith, uscito mezzo secolo fa, è stata, in questi giorni, una delle mie ultime letture.
Per quanto riguarda il genere, si colloca a metà tra il thriller e il noir, come ormai penso tutti i romanzi di questa autrice.

Trama
Direi che possiamo iniziare dalla quarta di copertina, che tutto sommato descrive abbastanza bene quella che è, in linea di massima, la trama di questo romanzo.

Un pomeriggio come tanti, tre esistenze si incrociano nel corridoio di un albergo greco. Quella di Chester, truffatore quarantenne americano, di sua moglie Colette, giovane, bella e inquieta, e di Rydal, un ragazzo in fuga dai fantasmi del passato.
In pochi minuti, quanto basta per nascondere il cadavere di un ispettore greco sulle tracce di Chester, le vite dei tre non sono più le stesse. Rydal, per noia e curiosità, si offre di aiutare Chester e Colette a nascondersi e a fuggire, ma in un crescendo di seduzione e fascinazione nessuno dei tre è più in controllo delle proprie emozioni e dei propri istinti. E quando Chester si rende conto che la moglie sta per cedere al fascino del giovane amico, prepara una terribile vendetta nel labirinto del palazzo di Cnosso...

Siamo alla fine degli anni ’50-inizio degli anni ’60 in Grecia, dove il truffatore di mezza età Chester si è rifugiato per non dare troppo nell’occhio in America, suo paese natale. Ha una moglie 25enne oca che si lascia maltrattare volentieri se questo significa essere ricca grazie agli introiti del marito. Nel tentativo di sfuggire a un agente lo uccide... e in quel momento sbuca fuori Rydal (un neolaureato con vari precedenti penali che non ha niente da fare dalla mattina alla sera) proprio mentre Chester si sta sbarazzando del cadavere. Naturalmente Rydal fa la cosa più normale in un romanzo della Highsmith, che è aiutarlo a nascondere il corpo, procurare passaporti falsi a lui e alla sua consorte e, come se non bastasse, seguirli nella loro fuga perché... mhm... perché... suvvia, c’è bisogno di un perché, dopo tutte le azioni insensate che ha già commesso? Direi di no.
I tre fuggono con false identità e Colette sembra molto attratta da Rydal, con il quale trascorre il proprio tempo mentre Chester non fa altro che bere, e che tenta di sedurre. Convinto che i due abbiano una relazione, Chester tenta di sbarazzarsi di Rydal prima pagandolo affinché se ne vada e poi tentando di lanciargli un pesante vaso in testa durante l’ennesima delle loro gite da finti turisti. Per fortuna di noi lettori il vaso arriva in testa a Colette, che muore sul colpo. Ci liberiamo quindi del personaggio più insulso e resta in vita l’unico vagamente interessante!
Chester reagisce con estrema freddezza all’omicidio involontario della moglie da lui commesso e si nasconde per non essere visto dal custode, che invece vede Rydal. Risultato: Chester ha intenzione di far sì che Rydal venga accusato del delitto, ma ha anche intenzione di liberarsi di lui e di procurarsi un’ulteriore identità. Rydal, nel frattempo, vuole vendicare Colette e progetta di eliminare Chester. Forse. Perché quali siano le intenzioni dell’uno e dell’altro non è poi così semplice capirlo...

Struttura
Il romanzo è narrato in terza persona, con i punti di vista dei personaggi che si alternano da un personaggio all’altro in quello che io definisco “modo disordinato”: capita anche da una frase all’altra, e non è esattamente la soluzione che prediligo.
Nonostante ciò il testo riesce comunque ad essere scorrevole quanto basta per consentirne una lettura rapida.

Valutazione: 3/5
Il romanzo tutto sommato è abbastanza interessante, ma non ci sono, a mio parere, molti colpi di scena e praticamente MAI la trama pare realistica.


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