domenica 15 giugno 2014

RECENSIONE: "Passeggero per Francoforte" di Agatha Christie

Non tutti lo sanno, ma il giallo più puro e classico non è stato l'unico genere a cui Mrs Christie si dedicò. Ci furono anche alcune sue incursioni nel mondo dello spionaggio, e "Passeggero per Francoforte" è uno di questi romanzi, pubblicato per la prima volta nel 1970.

La trama
Abbiamo Stafford, un diplomatico quarantenne pseudo-nullafacente, di ritorno da un viaggio in Malesia. Sull'aereo una certa Mary Ann gli chiede in prestito il passaporto con l'intento di travestirsi da uomo e di spacciarsi per lui, che dovrà fingere di essere stato derubato, in modo da giustificare l'assenza del documento.
Sconcertato da quanto gli è accaduto, dopo essere tornato in patria, Stafford decide di incontrare di nuovo la donna, tramite un'inserzione su un giornale. Si ritrova così coinvolto in un intrigo internazionale, in cui sembra che un'anziana contessa, che fu compagna di scuola della zia di Stafford (la zia che è a mio avviso una sorta di alter-ego della Christie, che odia i non conservatori perché non sono conservatori, ma anche i conservatori perché sono troppo conservatori...), stia complottando per instaurare di nuovo il regime nazista circondandosi di bei giovani biondi e attraenti (mica scema la nonnina...), di cui uno potrebbe essere il figlio segreto di Hitler che in realtà sarebbe fuggito in Sudamerica dopo essere stato rimpiazzato da un sosia... E intanto ci sono degli scienziati che hanno tra le mani un'inquietante e importante scoperta scientifica...

BONUS: il romanzo finisce con un matrimonio.
Non c'è il doppio bonus: nulla lascia pensare che la sposa avesse ricevuto una proposta di matrimonio anche da un altro pretendente.

Struttura e considerazioni
Il romanzo è narrato in terza persona, con un narratore pressoché onnisciente, nonostante vengano seguite in primo luogo le vicende di Stafford.
Alla base ci sono numerose teorie del complotto, dettate a mio parere dall'impossibilità di una donna di 80 anni (tale era Agatha nel 1970) di accettare che il mondo degli anni '70 era diverso da quello degli anni '30 (il glorioso mondo delle tenute in campagna e dei tè con l'arsenico degli altri suoi romanzi XD)... Le critiche che Agatha pone nei confronti della società anni '70 sono più o meno quelle che mia nonna pone nei confronti della società di oggi!
Il problema è a mio avviso comune a quello di molti romanzi basati su teorie del complotto: non si cava un ragno dal buco. Infatti in questo romanzo troviamo uno scienziato assassinato a poche pagine dal finale, mentre è incerto il destino della nonnina nazista e dei suoi seguaci. Tradotto in parole povere: non mi sembra di aver capito dove si volesse andare a parare.

Personaggi principali
Almeno i personaggi saranno nuovi e mai visti prima nei suoi romanzi, si può pensare. Ma è davvero così?
STAFFORD NYE: uomo di mezza età, inconcludente che però si ritrova ad essere protagonista di una vicenda intricata e contorta. Mi ha ricordato, per certi versi, il medico voce narrante de "L'assassinio di Roger Ackroyd".
MARY ANN/ CONTESSA RENATA/ DAPHNE: non è ben chiara l'identità della protagonista femminile, ma abbiamo alcuni dati di fatto, ovvero che è una donna intrigante e che non si arrende di fronte al pericolo. E' un mix tra Tuppence (la MITICA Tuppence!) e le varie pseudo-protagoniste che in molti suoi romanzi hanno una partecipazione attiva alla scoperta del colpevole e ricevono nel frattempo dozzine di proposte di matrimonio.
LA CONTESSA VON... QUALCOSA: è vecchia, è dispotica ed è pronta a tutto. Mi ha ricordato un po' la vecchia despota de "La domatrice". Se avesse avuto una mezza dozzina di figli e nipoti intorno, le sarebbe sicuramente stato servito un tè con l'arsenico.
I GIOVANI BIONDI CHE LA CIRCONDANO: esistono, ma non hanno ruolo. Se fossero state donne anziché uomini, sarebbero stati un esercito di cameriere, cuoche e governanti dall'aria svampita.
LA ZIA MATILDA: è vecchia, rimpiange i bei tempi andati, è affranta dal fatto che i tempi siano cambiati. Insomma, è quello che sarebbe Miss Marple se non avesse l'insana abitudine di impicciarsi negli affari di chiunque.

Valutazione finale: 2,5/5
Sono abituata a standard migliori e, sinceramente, questo romanzo non mi ha detto granché, anche se le idee di partenza avrebbero potuto essere buone.
Credo che sia chiaro, ormai, che le idee buone di partenza che vengono perse per strada mi fanno venire l'orticaria...
Non è che non mi sia piaciuto, ma ho sempre collegato e collegherò sempre il nome di Agatha Christie a trame di maggiore livello. Lo consiglio solo a chi ha letto abbastanza romanzi di Agatha Christie da non lasciarsi influenzare da questo.


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